Il sarto della maglia rosa..
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Il sarto della maglia rosa..

Ecco chi "crea" le maglie del Giro d'Italia

Poco prima della premiazione c’è una persona che per qualche minuto diventa la più importante dell’intero Giro. Si muove sotto il palco e viene circondato da miss, autorità, sponsor, semplici curiosi che vogliono tutti assistere (per motivi diversi) alla stampa della maglia rosa. Il suo nome è Claudio Castellano e di professione fa il sarto del Giro d’Italia. “Mi considero un po’ come la mamma del Giro — mi spiega — perché dai corridori fino a Miss e addetti ai lavori chiunque abbia un problema con le sue "divise" viene a chiedermi aiuto”.

Claudio è però soprattutto colui che personalizza le maglie con le litografie che rappresentano squadra, sponsor e corridori. Il tutto da realizzarsi nei pochi minuti che intercorrono tra arrivo e premiazione: “Ho pochissimo tempo — racconta Castellano — volendo essere precisi, 22 secondi per ogni lato, a 180 gradi di temperatura. Se c’è la paura di fare errori? Mio padre mi ripeteva sempre che se non hai l’ansia di sbagliare l’errore arriva di sicuro…”.

Come hai fatto a diventare il sarto del Giro d’Italia?

“La mia è una tradizione di famiglia. Mio padre era il sarto di Moser (nel 1984 ndr) e poi è diventato quello del Giro d’Italia. Io ho raccolto la sua eredità. Quante cose sono cambiate da allora…”.

Tipo?

“Ai quei tempi le maglie erano ancora di lana e la personalizzazione la facevamo con gli adesivi. In pratica il corridore non respirava oltre al fatto che la maglia diventava durissima. Poi con le litografie è cambiato tutto…”.

Cosa richiedono oggi squadre, sponsor e corridori?

"Gli sponsor vogliono loghi sempre più grandi, anche se le misure sono standard e non posso farci più di tanto! Coi corridori invece lavoro a seconda delle loro richieste. Se è una tappa di montagna di solito preparo una maglia a manica lunga e una a manica corta. Poi il body per le cronometro. Il "camice" per le premiazioni (la maglia rosa che vediamo sul palco ndr) è un'altra cosa ancora perchè deve essere indossabile "quasi" da chiunque...".

Quali sono gli imprevisti del mestiere ?

“Per fortuna in undici anni non mi è mai successo niente di grave. Gli imprevisti riguardano quelle volte in cui la classifica non è certa fino all’ultimo momento. Come quando, oramai qualche anno fa, Simoni e Savoldelli arrivarono divisi da meno un secondo e non si capiva chi dei due fosse in maglia rosa".

E quindi?

“Quindi preparai entrambe le maglie in modo da non correre rischi. Poi però ci sono anche altre situazioni anomale che non riguardano la preparazione delle maglie. Come quella volta in cui si era strappato il vestito di un miss poco prima della premiazione… Ricordo di aver fatto il rammendo in meno di dieci secondi netti”!

Quanta passione ci vuole per fare questo lavoro?

“Oltre che l’amore per la sartoria ci vuole tanta passione per la bici e il Giro d'Italia. In effetti mi ritengo una sorta di “anomalia napoletana” dato che sono più appassionato di ciclismo che di calcio. Potete solo immaginare che emozione ho provato quest’anno nel vedere il Giro partire dalla mia città…”

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Teobaldo Semoli