I 5 top e i 5 flop della 1a giornata di serie A
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I 5 top e i 5 flop della 1a giornata di serie A

Disastro De Vrij, delude anche il viola Brillante. Bene El Sharaawy ma la "sorpresa" è sempre Di Natale

I 5 TOP DELLA 1a GIORNATA DI SERIE

Antonio Di Natale (Udinese) - Immenso e infinito. Difficile trovare le parole per descrivere Totò Di Natale, capace di decidere la prima partita della sua Udinese contro l'Empoli con una doppietta. Come spesso accaduto negli ultimi anni anche in questa stagione si propone il deja vù: doveva ritirarsi invece è ancora in campo a dare lezioni. Già capocannoniere della serie dopo soli 90 minuti. 

Stephan El Sharaawy (Milan) - Che sia il Faraone l'acquisto più importante del nuovo Milan di Inzaghi? A San Siro lo attendevano da tempo, lui ripaga con gli scatti che due anni fa avevano fatto sognare anche i talent scout di mezza Europa. In occasione del primo gol vola in porta bruciando De Vrij e servendo a Honda l'assist dell'1-0. Presente per tutta la partita offre una prova che fa ben sperare anche Antonio Conte per la nuova nazionale azzurra. 

Simone Zaza (Sassuolo) - Per festeggiare la convocazione in nazionale si inventa un gol da cineteca, probabilmente il più bello di giornata. Coordinazione perfetta e volèe di sinistro che non dà scampo a Colombi e porta momentaneamente in vantaggio il Sassuolo di Di Francesco contro il Cagliari. 

Alejandro Rodriguez (Cesena) - La sorpresa di questo avvio di campionato è l'attaccante spagnolo, nato a Terrassa ma cresciuto calcisticamente nella società romagnola con la quale lo scorso anno ha segnato 8 reti in serie B. Classe 1991 era stato adocchiato dopo le giovanili con Elche ed Espanyol. Ora si è guadagnato la maglia numero 9 e la fiducia di Bisoli, sarà una delle sorprese del nuovo torneo? 

Morgan De Sanctis (Roma) - La Roma di Garcia vince e convince contro la Fiorentina ma deve dire grazie al suo portiere in giornata di grazia. L'ex Napoli dà sicurezza a tutto il reparto e la sua parata sul tiro a botta sicura di Babacar ha il valore di un gol. 

I 5 FLOP DELLA 1a GIORNATA DI SERIE A

Stefan De Vrij (Lazio) - Esordio da incubo per il centrale olandese a San Siro. Commette un'ingenuità in occasione del gol di Honda dove si fa saltare da El Sharaawy in velocità invece di aspettarlo. Per tutto il match mostra incertezze ed errori sui tempi d'intervento, l'impatto con il calcio italiano è un trauma tattico. Nel gol di Muntari le responsabilità sono da suddividere al 50% con il compagno di reparto Cana ma nel finale atterra Menez per il terzo gol guadagnandosi di diritto il titolo di peggiore in campo dei suoi. 

Ishak Belfodil (Parma) - I ducali tornano sconfitti dalla trasferta in Romagna e assistono al deludente secondo esordio dell'algerino. Mai pericoloso in area l'ex Inter sembra spento e fuori condizione, una brutta copia del giocatore visto in gialloblu due stagioni fa. 

Juan Gomez (Verona) - Gli scaligeri tornano da Bergamo con un buon punto ma le punte devono fare mea culpa per una prestazione opaca e poco incisiva. L'attaccante argentino si ritrova sui piedi il pallone del match point per quello che sarebbe stato il suo 30° gol con la maglia del Verona. Niente da fare, Gomez resta a secco in una partita da dimenticare e Mandorlini lo sostituisce con l'ultimo arrivato Nico Lopez a nove minuti dalla fine.  

Joshua Brillante (Fiorentina) - Anche in questo caso il primo giorno di scuola in serie A non sarà da ricordare. Il giovane mediano australiano arrivato dai Newcastle Jets parte in difficoltà: i ritmi di gioco dell'Olimpico sono veloci e fatica a ritrovarsi da subito con i compagni. Montella aveva già in mente di cambiarlo ma la sostituzione arriva troppo tardi perchè prima Nainggolan approfitta di un suo errore e va a segnare la rete dell'1-0 dopo la respinta di Neto. Male la prima. 

Nicolas Burdisso (Genoa) - Contro il Napoli fatica sin dal primo minuto e per un avversario come Higuain trovare spazio in area è un gioco da ragazzi. Gli azzurri vincono in extremis grazie alla zampata di De Guzman ma il Genoa avrebbe meritato il pareggio. Peccato per gli errori del centrale argentino che a 33 anni sembra già diventato troppo lento e macchinoso per i ritmi della serie A. 

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Matteo Politanò