Gp Belgio, Ferrari k.o. Colpa di Verstappen, ma anche di Vettel
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Gp Belgio, Ferrari k.o. Colpa di Verstappen, ma anche di Vettel

Sulla pista di Spa, incidente al via tra i tre piloti, costretti a una gara da comprimari. Responsabilità da dividere

Chi dice che Max Verstappen sia un progetto di fuoriclasse, il pilota capace di fare la differenza nella Formula 1 nei prossimi due lustri perché veloce, anzi, velocissimo, e pure arrembante e travolgente, come soltanto i grandi assi del volante possono e devono essere, ha ragione. Max il giovanissimo (19 anni il 30 settembre), gioia e orgoglio dei Paesi Bassi, ha già dimostrato di avere il dna del campione vero. Tanto da comprendere e giustificare anche la "retrocessione" a campionato in corso di Daniil Kvyat in Toro Rosso per fargli spazio in Red Bull al fianco di Daniel Ricciardo. In Belgio, sulla pista di Spa, gloria delle Ardenne declinate alla Formula 1, l'ennesima dimostrazione che quando entra in modalità gara Verstappen non guarda in faccia a nessuno. Il figlio di Jos, meteora delle quattro ruote d'élite, partiva dalla seconda casella della griglia di partenza dietro a Nico Rosberg e davanti alla coppia in rosso Raikkonen-Vettel. Pronti, partenza e via ed ecco il patatrac.

Alla prima curva, Verstappen si fa infilare da Raikkonen, ma non rinuncia alla battaglia, individuando un pertugio che sfrutta tutto il cordolo interno. Questione di istanti. Vettel prova a passare entrambi all'esterno e tocca Raikkonen, che tocca Verstappen. Fuori uno, fuori due, fuori tre. Tutti ai box per sistemare le monoposto, colpite, ma non ancora affondate, tanto da tornare in pista poco dopo. Di chi è la colpa? La Red Bull punta il dito sulla Ferrari e viceversa, come da copione, mentre i commissari di gara decidono di non intervenire, perché ritengono che non ci siano gli estremi per punire alcun pilota. E' la partenza di un gran premio della Formula 1, baby, mica un ritrovo di amatori, la sentenza che si respira nel paddock. Ecco la nostra: hanno tutti ragione, pure se con sfumature diverse. Verstappen ha sbagliato, perché se scegli di fare quella mossa, metti in conto di finire a raccogliere margherite in un amen in allegra (si fa per dire) compagnia. Ma ha sbagliato anche Vettel, perché da un pilota come lui non si può accettare che chiuda in modo così netto la curva senza considerare la possibilità di incrociare le macchine all'interno. Raikkonen? Ce n'è anche per lui. Sapeva di avere alle spalle Max l'incendiario, doveva prevedere che avrebbe tentato di (ri)passarlo in quel punto. Dal podio alla polvere in una curva.

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Dario Pelizzari