Giro - Aru firma il tris della giovane Italia
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Giro - Aru firma il tris della giovane Italia

Il sardo vince a Montecampione dopo i successi di Canola e Battaglin. Uran si gode la giornata di riposo prima della 16a tappa ancora in maglia rosa

In un Giro che solo la cronometro da Barbaresco a Barolo ha chiarito nelle ambizioni di alcuni e vive di attendismi e punture di spillo – anche Montecampione ha riservato attacchi dimostrativi del colombiano in rosa, Rigoberto Uran, e repliche malaccorte del connazionale che sin qui va piano anche in salita, Nairo Quintana – l’unico che si permette azzardi è Fabio Aru, 24 anni il 3 luglio prossimo, che la competenza temeva fosse presente al Giro per non prenderle, disposto soltanto a difendersi su ogni terreno. Le scuse erano a portata di mano: troppo giovane, troppo inesperto, forse anche sparagnino.

Per alcuni, evidentemente prevenuti, Aru nemmeno è italiano ma sardo, cioè figlio di una terra mai prodiga di campioni in bici. Di contro, per non avvilirlo, Fabio era considerato comunque simpatico, gentile, soprattutto educato. Uno scolaretto nel plotone. E invece no: mentre nella 15a tappa poteva rimanere aggrappato alle ruote dei migliori, Fabio Aru ha sfoderato gli attributi e si è fatto largo con una serie di scatti che al massimo trovavano repliche in affanno. Si è tirato appresso i due galletti colombiani ma si è sbarazzato di entrambi. Ha guadagnato su tutti, viene meno da lontano ora in classifica, anche se lo sforzo gli è valso meno di un minuto.

Nessuna impresa, il terreno non lo consentiva, ma una bella dimostrazione di personalità, non diversa da quelle degli ultimi tre giorni che hanno visto altrettanti tre giovani italiani: Canola, Battaglin e Aru appunto. Il ciclismo italiano, da tempo orfano di protagonisti, riparte da loro. Hanno dato dignità di corsa a un Giro cloroformizzato dai marcamenti, dagli attacchi troppo giudiziosi. Ma non chiedete ad Aru di vincere il Giro, come la competenza oggi azzarda. Il ragazzo continua a pensare di avere molto da imparare, ma Aru ha scelto il rischio, la strada più impervia. Non sempre l’azzardo paga, ieri Pozzovivo era stato più vivo che mai, oggi il lucano ha pagato come storia insegna. Risorgerà anche “Pozzo”, ha carattere, un passaggio a vuoto non mortifica chi ha cuore, se le gambe lo salveranno, nel prosieguo.

Lunedì 26 il Giro riposa per la terza volta, ma il pensiero di tutti corre alla ripresa delle ostilità. Martedì 27 la sedicesima tappa potrebbe dare verdetti insipidi o monchi. Al momento su Gavia e Stelvio si sale – l’arrivo in Val Martello non inquieta, siamo a quote più basse – ma basterebbero condizioni avverse (pioggia) in partenza a Ponte di Legno per ragionare di neve in quota. I gufi già parlano di tappa ridotta nel tracciato. I corridori tifano perché nevichi, è umano. Chi è davanti in classifica può respirare per lo scampato pericolo, chi è dietro maledire l’occasione che sfuma. Una scusa in più. In realtà, come ciclismo insegna, quando le montagne sono più d’una a precedere l’arrivo in salita, il caso di martedì, mai nulla accade. E questo è un giro di marcamenti a uomo. A meno che un giovane italiano, nel gioco delle follie, faccia saltare il banco.

L'ordine d'arrivo della 15ma tappa, da Valdengo a Plan di Montecampione di 225 km: 1. Fabio Aru (ITA/AST) in 5h33:05. 2. Fabio Duarte (COL/COL) a 0:21. 3. Nairo Quintana (COL/MOV) 0:23. 4. Pierre Rolland (FRA/EUC) 0:23. 5. Rigoberto Uran (COL/OPQ) 0:42. 6. Rafal Majka (POL/TIN) 0:57. 7. Franco Pellizotti (ITA/AND) 1:08. 8. Daniel Moreno (ESP/KAT) 1:08. 9. Ryder Hesjedal (CAN/GRM) 1:13. 10. Cadel Evans (AUS/BMC) 1:13. 11. Wilco Kelderman (NED/BKN) 1:13. 12. Domenico Pozzovivo (ITA/ALM) 1:13. 13. Robert Kiserlovski (CRO/TRE) 1:13. 14. Philip Deignan (IRL/SKY) 1:13. 15. Ivan Basso (ITA/CAN) 2:17.

La classifica generale: 1. Rigoberto Uran (COL/OPQ) 63h26:39. 2. Cadel Evans (AUS/BMC) a 1:03. 3. Rafal Majka (POL/TIN) 1:50. 4. Fabio Aru (ITA/AST) 2:24. 5. Nairo Quintana (COL/MOV) 2:40. 6. Domenico Pozzovivo (ITA/ALM) 2:42. 7. Wilco Kelderman (OLA/BKN) 3:04. 8. Pierre Rolland (FRA/EUC) 4:47. 9. Robert Kiserlovski (CRO/TRE) 5:44. 10. Wout Poels (OLA/OPQ) 6:32. 

Sergio Meda, autore di questo articolo, è direttore del sito Sportivamentemag  (magazine on line che tutela lo sport e le sue regole) ed è stato la figura di riferimento dell'Ufficio stampa del Giro d'Italia dal 1995 al 2009.

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