Il giocattolo rotto: tutti gli scandali del calcio italiano
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Il giocattolo rotto: tutti gli scandali del calcio italiano

Il primo ai tempi del fascismo quanto il Torino fu accusato di corruzione. Nel 1980 è la volta del calcioscommesse che torna nel 2011, oggi il blitz della Gdf per i contratti - Moggi e Mazzoni tra gli indagati - I contratti ai raggi X

Nuovo scandalo nel calcio italiano, nuovo imbarazzo per lo sport più seguito del paese. Il blitz della Guardia di Finanza nelle sedi di 41 squadre di Serie A, B e campionati minori riapre ferite mai rimarginate. Nel mirino la documentazione relativa ai contratti tra i club, i calciatori e i procuratori per un'indagine nata circa un anno fa. Le ipotesi avanzate dal nucleo di polizia tributaria di Napoli sono quelle di associazione a delinquere, reati fiscali internazionali, fatture false e riciclaggio. Nel mirino anche le big: perquisite le sedi di Milan, Juventus, Inter, Roma, Napoli, Lazio e Fiorentina. Una lunga scia di scandali che fanno disinnamorare e e strappano altri pezzi di un giocattolo che ciclicamente si mostra sempre più rotto. La prima inchiesta nella storia del calcio italiano risale alla stagione 1926/1927 quando fu revocato lo scudetto vinto sul campo dal Torino. La Figc aprì un'inchiesta dopo l'uscita di un articolo dal titolo "C'è del marcio in Danimarca" che portò ad indagare su un tentativo di corruzione ad un giocatore della Juventus, Luigi Allemandi, da parte di un dirigente del Torino. 50.000 lire di acconto per il terzino bianconero al fine di permettere una facile vittoria granata nel derby. La stracittadina si concluse poi per 2-1 ma Allemandi fu tra i migliori in campo e le reti nacquero dagli errori di altri giocatori come Rosetta e Pastore. Allemandi fu prima squalificato a vita e poi riabilitato dopo una stagione.

 

Il vero tornado sul calcio italiano si abbatté però nel 1980 con il più grande scandalo che investì società di A, B, dirigenti e calciatori. A marzo un commerciante romano inviò alla Procura della Repubblica di Roma un esposto sostenendo di essere stato truffato da alcuni giocatori della Lazio tramite la mediazione di un ristoratore della zona. Avrebbe dovuto ricevere "soffiate" dai giocatori biancocelesti ma dopo aver perso grosse somme di denaro decise di denunciare il tutto. Dopo 3 settimane la magistratura fece arrestare diversi tesserati di serie A, tra questi anche Bruno Giordano e Lionello Manfredonia della Lazio ed Enrico Albertosi del Milan. Paolo Rossi, Oscar Damiani, Beppe Savoldi, Giuseppe Dossena e altri ricevettero degli avvisi a comparire come persone informate dei fatti. Fu il primo grave colpo inflitto all'immagine e alla credibilità del calcio italiano che culminò con la retrocessione di Milan e Lazio e con pesanti squalifiche per molti giocatori (tra i quali Paolo Rossi che però fu graziato due anni più tardi in tempo per vincere la coppa del Mondo). Nel 2001 finì sotto la lente d’ingrandimento la partita tra Atalanta e Pistoiese di Coppa Italia e tre anni dopo Sampdoria, Siena e Modena furono invischiate in un nuovo mini-scandalo che costò 5 mesi di squalifica a Stefano Bettarini e qualche multa pecuniaria alle società.

 

Alla vigilia del mondiale 2006 ecco un nuovo scandalo per devastare immagine e credibilità del calcio italiano e del paese tutto: calciopoli. A metà aprile 2006 la Gazzetta dello Sport, Repubblica e Il Corriere della Sera iniziano a pubblicare intercettazioni ascoltate dai Carabinieri. Inizia un'indagine con il maresciallo Auricchio che consegna il fascicolo con le intercettazioni alla procura federale. Si scopre che alcuni dirigenti, tra cui Luciano Moggi della Juventus, avevano contatti con i designatori arbitrali. Inizia il processo a giugno, nel frattempo emerge anche che Moggi aveva consegnato delle sim svizzere agli arbitri e che Meani del Milan andava spesso a cena con i disegnatori e con gli arbitri, soprattutto con Collina. Il processo si svolge in tempi rapidissimi e si conclude con la condanna di primo grado alla Serie C1 per la Juventus, Serie B per Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina. Alla fine la Juventus è retrocessa in Serie B con 30 punti di penalizzazione, le altre restano invece in Serie A con penalizzazione. A febbraio 2010 emergono almeno 700.000 intercettazioni ascoltate ma incomprensibilmente non consegnate dal maresciallo Auricchio alla procura federale. Nelle intercettazioni si scopre che altre squadre si comportavano come la Juventus e soprattutto emerge che Facchetti (ex presidente dell'Inter) visitava spesso gli arbitri prima delle partite a San Siro, a volte arrivando anche ad intimorirli per aiutare l'Inter. Si scoprono fitti legami tra l'Inter e i designatori e tra il Milan e i designatori ma i termini di prescrizione sono scaduti e l'Inter non può essere condannata.

L'ultimo scandalo in ordine di tempo è quello legato al Calcioscommesse che dal 2011 ha visto coinvolti calciatori, dirigenti, società di serie A, B, Lega Pro e dilettanti con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Il processo parte dalle procure di Cremona e Bari basandosi sulle testimonianze di diversi collaboratori tra cui ex giocatori che ammettono di aver truccato partite per incassare soldi dalle puntate. Settimana dopo settimana l'inchiesta si allarga a macchia d'olio coinvolgendo volti noti della serie A, da Cristiano Doni a Giuseppe Signori si scopre un universo di atleti pronti a vendere lo sport e a comprare combine con l'aiuto di organizzazioni criminali. E' l'ennesimo terremoto per il campionato italiano, ultimo colpo inferto ad un circo che non può più arrogarsi il diritto di chiamarsi semplicemente "gioco".

 

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Matteo Politanò