Galliani tentato dall'addio. Milan, esiste il piano B?
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Galliani tentato dall'addio. Milan, esiste il piano B?

Strappo insanabile tra l'ad e Barbara Berlusconi, ma l'addio adesso sarebbe dannoso per la squadra. Quel colloquio che Adriano non voleva... - Le immagini della contestazione - Balotelli, giallo tweet

La prima notizia: a Glasgow con la squadra che si gioca una fetta importante della stagione europea (vietato perdere contro i Celtic) ci sarà Adriano Galliani e non Barbara Berlusconi, che rimarrà in Italia al fianco del padre Silvio in un passaggio delicato della sua storia politica e personale. Apparentemente nulla di diverso di quanto accaduto negli ultimi 27 anni, durante i quali Galliani non ha mai lasciato sola la sua creatura, rappresentando in prima persona ben più della figura di un dirigente. La realtà dice, però, che il viaggio a Glasgow potrebbe essere l'ultimo europeo dell'attuale amministratore delegato che è in uscita a fine stagione, ma che potrebbe anche chiudere prima il suo rapporto con il Milan.

Nelle ore successive al pareggio contro il Genoa con dura contestazione della curva a società, dirigenti, allenatore e giocatori, in casa-Milan è tornata alta anche la tensione a livello societario. Indiscrezioni raccolte nella notte più lunga e difficile della storia recente del club e che raccontano di un Galliani ormai in fase di distacco dal Milan e che vorrebbe essere lasciato libero non appena raggiunto l'accordo sulla buonuscita che è complesso da scrivere, viste le cifre in gioco, ma che non sarà un problema, considerati i rapporti tra Galliani e Silvio Berlusconi. 

Difficile, però, che gli venga concesso il via libera perché in questo momento il Milan non ha un piano B e non ha figure da inserire immediatamente nell'organico e che siano in grado di condurre in porto una stagione che si è fatta difficilissima per i pessimi risultati della squadra di Allegri. Decidere se il tecnico deve rimanere o no in panchina è l'ultimo dei problemi in questo momento; la trasferta a Glasgow è decisiva come nelle ultime settimane lo sono state tutte le partite del Milan anche se ogni volta, anche in assenza di scossa e risultati, puntualmente è arrivata una conferma sempre meno convinta.

Se venisse a mancare Galliani, la nuova dirigenza e Barbara Berlusconi si troverebbero nelle condizioni di dover trovare figure-chiave immediatamente spendibili a Milanello, in Lega Calcio e, soprattutto, sul mercato di gennaio già delineato da Galliani con gli arrivi a parametro zero di Honda e Rami, ma che porterà le voci su Balotelli in uscita e altri ritocchi da fare per correggere le mancanze di un gruppo che sta crollando sia dal punto di vista psicologico che tattico.

C'è poi il problema di gestire i rapporti all'interno dello spogliatoio. Le bizze di Balotelli, il colloquio con i tifosi (non voluto da Galliani che ne avrebbe fatto volentieri a meno), i ritardi agli allenamenti e le accuse di dolcevita e di comportamenti non in linea con lo stile-Milan anche sul piano della comunicazione, stanno minando alle radici l'ambiente. Serve un uomo forte che faccia da sponda ad Allegri o a chi ci sarà dopo di lui e che riesce a imporre regole basilari di comportamento per il gruppo, privato di qualsiasi punto di riferimento che non sia Kakà, non a caso il giocatore finito a parlare con i tifosi inferociti fuori San Siro. Chi può essere l'uomo forte? Solo Galliani, forse, a patto che gli venga riconsegnata piena titolarità nella guida del Milan in attesa dell'addio a fine stagione. La sensazione è che l'uscita di Barbara Berlusconi dopo la gara contro la Fiorentina abbia prodotto più danni che benefici. Lady B ha vinto la sua partita con Galliani, ma deve convincere il resto della famiglia e dimostrare di essere in grado di mettere in piedi una struttura nuova ed efficiente. Ha bisogno di tempo e solo Galliani può darglielo. Anche per questo è difficile che gli sia concesso subito il pensionamento.

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Giovanni Capuano