Regole 2015, si cambia. Ma i motori restano “congelati”
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Regole 2015, si cambia. Ma i motori restano “congelati”

Via il doppio punteggio nell'ultima gara, il limite nelle comunicazioni box-pilota, la partenza da fermo con safety car. Mentre l'unica novità utile...

Nessuna rivoluzione

Nessuna rivoluzione, bensì tre piccole sommosse che influiranno poco, forse pochissimo, sul campionato della Formula 1 2015. Alla riunione generale di fine stagione degli uomini forti del Circus (storia di martedì scorso a Ginevra), appuntamento al quale ha preso parte per la prima volta la nuova coppia in rosso Marchionne-Arrivabene, si è deciso di fare marcia indietro su alcuni aspetti del regolamento che non hanno convinto le scuderie. Il primo passo verso il cambiamento. Le decisioni della Commissione F1 saranno infatti presentate per l'approvazione finale e decisiva al Consiglio mondiale dellaFia, in calendario il prossimo 3 dicembre a Doha, in Qatar. Si diceva, nessuna rivoluzione. Perché Ferrari e Red Bull non sono riuscite a persuadere la Mercedes a rivedere e correggere la regola sul “congelamento” dello sviluppo dei motori, che anche nel 2015 obbligherà i team a presentare al via della stagione una power unit che non potrà essere aggiornata in modo sostanziale nel corso del campionato. Chi vince, come si dice, ha sempre ragione.

DOPPIO PUNTEGGIO

Nell'ultima gara del campionato non verrà più attribuito il doppio punteggio. Promossa e sostenuta con grande enfasi da Bernie Ecclestone, la regola che sulla carta avrebbe dovuto mettere pepe sul finale della stagione ha in realtà fatto storcere il naso un po' a tutti, fuori e dentro la pista. Dunque, fine della storia dopo appena un anno. Per la gioia degli appassionati della prima ora che proprio non riuscivano a capire come una simile idea avesse trovato il sostegno pure se indiretto dei protagonisti della F1. Tutto come prima. Lo spettacolo non è sempre e solo questione di fuochi d'artificio. 

COMUNICAZIONI BOX-PILOTA

Un altro dietrofront. Per mettere nel cassetto un'altra modifica che era stata fatta in corso d'opera nell'edizione 2014. Prima del Gran premio di Singapore, a sei gare dalla conclusione della stagione, la Fia sale in cattedra e fa sapere alle scuderie che non saranno più tollerate durante la gara le comunicazioni “furbette” tra box e pilota, per scoprire le carte dei piloti avversari e per aiutare oltremodo chi gira in pista suggerendogli cosa fare e cosa non fare per migliorare le prestazioni della propria monoposto. L'obiettivo, tornare alla favola degli anni Settanta, quando i piloti gareggiavano senza alcun aiuto da parte della scuderia. Anche qui, capitolo chiuso dopo il primo tentativo. Non funzionava. Non poteva funzionare: lo dice la logica. Impossibile stabilire un confine netto e preciso tra una parole e l'altra. Improbabile pensare che gli ingegneri ai box non avessero già adottato un codice per interagire con il pilota senza incappare nel proibito.

SAFETY CAR

E' una regola che sarebbe dovuta entrare in vigore nella stagione 2015: la partenza da fermo dopo l'ingresso della Safety car. Si diceva, lo spettacolo ne trarrà un gran beneficio se all'uscita del mezzo Fia il gran premio ricomincia dalla griglia di partenza e non con le monoposto in movimento. Sulla carta, tutto vero. Peccato che il via della gara sia spesso il momento più rischioso e pericoloso di tutto il gran premio, con guizzi e mosse che promettono contatti più o meno decisivi, più o meno ingombranti. E allora, fermi tutti. Si continua sulla stessa strada per evitare di aggiungere pepe a un piatto già saporito. Lo spettacolo? E' chiuso nelle stanze della Fia, ostaggio di convinzioni che fanno spallucce alla logica del tempo che viviamo. Vogliamo davvero restituire agli appassionati delle corse l'entusiasmo dei giorni che furono? Una soluzione, una delle tante: liberare la F1 dai lacci e lacciuoli che la tengono imprigionata da tempo dietro (e dentro) gallerie del vento e simulatori che sanno tanto di consolle e poco di cemento, consentendo i test in pista aperti al pubblico durante il campionato. La passione, scriveva il poeta, nasce dagli occhi. 

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Dario Pelizzari