Raikkonen c'è: le ragioni del rilancio in Ferrari
Clive Mason/Getty Images Sport
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Raikkonen c'è: le ragioni del rilancio in Ferrari

Il pilota finlandese è salito sul podio dopo 22 gare di sbadigli. Merito anche del rapporto con Vettel, che l'ha già capito più e meglio di Alonso

C'è stato un giorno in cui, storia di qualche mese fa, dicevi Kimi Raikkonen e venivi assalito da un numero impreciso di dubbi circa la sua voglia di tornare a correre per vincere. Nell'annus horribilis della Ferrari alle prese con la crisi tecnica più profonda degli ultimi sette anni, il pilota finlandese, spigoloso come i tratti visionari di Pablo Picasso, annaspava in uno sconforto che pareva non avesse fine. E mentre Fernando Alonso, pur con tutti i suoi sbuffi, lottava da fuoriclasse per tenere a galla un Cavallino trafitto a ripetizione dalle Frecce d'argento, lui, Kimi l'impenetrabile, incassava e soccombeva, pallida ombra della pantera che negli anni precedenti aveva dimostrato le unghie a tutti gli avversari. Il bilancio della stagione 2013-14 è da libro Cuore. Undicesimo in classifica generale a braccetto con Kevin Magnussen a 329 punti di distanza dal campione del mondo Lewis Hamilton, ma soprattutto, e qui arriva il dolore più forte, a meno 106 dal compagno di scuderia spagnolo, che l'ha letteralmente sovrastato in 16 gare su 19. A fine stagione, Raikkonen veniva dichiarato "bollito" anche da alcuni sostenitori della prima ora, che quasi spingevano perché dalla rivoluzione d'autunno a Maranello spuntasse l'idea per un nome nuovo da affiancare a quello, godibilissimo, di Sebastian Vettel. E invece, no. Raikkonen il finlandese rimane al suo posto: da Sergio Marchionne a Maurizio Arrivabene, un'unica linea di pensiero. Kimi ringrazia e saluta. Alonso, che lascia e dice addio. Tra loro, le cose non hanno mai funzionato un granché. Chi dice per problemi di carattere. Chi per ragioni di gelosia. Vai a capirli i piloti della Formula 1

Al giro 39 del Gran premio del Bahrain, la conferma di una coppia mai sbocciata: Alonso al volante di una McLaren piena di cerotti si sdoppia da Raikkonen, che non gradisce affatto. La probabile rivincita di mesi difficili vissuti spalla a spalla nel box Ferrari. Sulla pista di Sakhir, è un altro Kimi. Più aggressivo, più determinante, più carico. Lo si è visto sin dalle libere del venerdì. Ne aveva di più di Vettel e in gara l'ha fatto vedere a colpi di giri veloci. La sua proverbiale bravura ad amministrare l'usura delle gomme ha fatto finalmente la differenza, agevolando, meglio, amplificando l'azzeccatissima strategia studiata a tavolino dal team. Raikkonen vola e balza sulle spalle di Nico Rosberg che, colpito da tanta irruenza, crolla a pochi giri dal termine consegnando al rivale il secondo posto e un carico di applausi grande così da parte di tutti i tifosi della Rossa. Non succedeva dal 6 ottobre 2013. Arrivabene lo esalta: "Ha dimostrato di essere un campione". Lui, Iceman, abbassa lo sguardo e non fa scappare nemmeno un sorriso. Kimi, che abitudine. "Bello essere tornati sul podio, ma se ti accontenti del secondo posto è finita", la lezione che fa il giro del mondo e fa venire il mal di pancia alla Mercedes. Nell'aria si respira profumo di rinnovo. E c'è già chi scommette che tra Raikkonen e la Ferrari la stretta di mano su carta arriverà prima del Gran premio di Monaco, ovvero tra meno di 30 giorni. 

Quarto in Malesia, quarto in Cina, secondo in Bahrain. Raikkonen fa sul serio. Merito di una macchina che accompagna gentilmente il suo modo di guidare. Merito di una scuderia che è profondamente cambiata e pare accoglierlo e coccolarlo meglio e più di prima. Merito di Maurizio Arrivabene, il manager-allenatore che striglia i suoi quando è necessario e però distribuisce carezze appena se ne presenta l'occasione. Merito probabilmente anche del nuovo rapporto di collaborazione che il pilota finlandese è riuscito a instaurare con il suo collega di scrivania, quel Sebastian Vettel che regala sorrisi a destra e a manca e che finora ha dimostrato di avere la voglia di comprendere e talvolta anche di assecondare le movenze placide eppure rumorosissime del Kimi di sempre. L'unione fa la forza e produce serotonina. Fuori e dentro la pista. Arrivabene gongola: "Finalmente abbiamo due piloti forti su cui contare". Il popolo ferrarista prende atto e riconosce il misfatto: pensava di aver fatto tombola con l'arrivo di Vettel e invece ha mandato fuorigiri la slot-machine di Maranello. Sì, ora si può dire senza tema di smentita: il Raikkonen di Sakhir ha i numeri per sostenere Vettel nella battaglia al limite del possibile con la Mercedes. E quest'ultima, che esulta per le prodezze di Hamilton ma sgrana gli occhi per gli scivoloni di Rosberg, ha capito che non basterà badare all'ex campione della Red Bull per dormire sonni tranquilli da qui alla fine della stagione. Kimi is back. Tutti in piazza a festeggiare. 

Clive Mason/Getty Images Sport
Il podio di Sakhir. Da sinistra, Rosberg, Raikkonen ed Hamilton

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Dario Pelizzari