vettel
ANDREJ ISAKOVIC/AFP
Lifestyle

Gp Ungheria: meraviglia Ferrari con Vettel. Disastro Mercedes

Sulla pista dell'Hungaroring, il pilota tedesco comanda la gara dal primo all'ultimo giro. Hamilton sbaglia tantissimo

Sulla pista ungherese, straordinaria vittoria Ferrari con Sebastian Vettel, al primo acuto della carriera sul circuito dell'Hungaroring. Secondo posto e primo podioin Formula 1 per Daniil Kvyat sulla Red Bull, terzo per il suo compagno di squadra Daniel Ricciardo. Mercedes disastro. Brutta gara per Lewis Hamilton, soltanto XXX. Nico Rosberg è costretto a sostituire la posteriore sinistra a causa del contatto con Ricciardo a pochi giri dalla fine. Sfortunato ancora una volta Kimi Raikkonen, costretto al ritiro per un problema al motore. Williams inesistenti. 

Il mondo capovolto. A Budapest succede di tutto e di più. Doveva e poteva essere l'ennesima gara conquistata a mani basse da una Mercedes straripante e incontenibile, al via dalle prime due caselle della griglia di partenza, come da consuetudine, come da tradizione nelle prime nove prove della stagione. E' stata invece una meraviglia a tinte rosse, con la Ferrari che mette il silenziatore alle due Frecce d'argento allo spegnimento dei semafori e sogna in grande. Primo Sebastian Vettel, secondo Kimi Raikkonen. Un doppio sorpasso capolavoro, bellissimo ed emozionante. Per 40 giri o poco più il Cavallino si fa impetuoso e a Maranello mettono in ghiacciaia lo champagne. La doppietta Ferrari non capita dal Gran premio della Germania 2010, impresa possibile? Sì, a giudicare dagli scivoloni a ripetizione della Mercedes.

Sul circuito dell'Hungaroring va in scena la peggiore corsa dell'anno di Lewis Hamilton, responsabile diretto di una serie lunghissima di errori che ne mettono in discussione il primo posto in classifica generale. Alla partenza, il pilota britannico, reduce dalla vittoria di Silverstone, si fa infilare dalle due Ferrari, sorprendenti e inattese per piglio e determinazione. Bravissimo Vettel, bravissimo Raikkonen. Poco dopo, Hamilton sbaglia di nuovo, uscendo fuori pista a causa di un presunto contatto con Rosberg. La rabbia corre sul canale radio. Le immagini però non gli danno ragione: il contatto non c'è. Al giro 49, al termine di una rincorsa che gli aveva permesso di tornare nelle prime posizioni, il guaio numero 3, la resa. Hamilton prova a superare Ricciardo, ma il tentativo gli costa un problema all'ala anteriore, che lo costringe a tornare ai box per sostituirla. Chiuderà al sesto posto, davanti allo sfortunatissimo Rosberg, che buca la gomma per un contatto con lo stesso Ricciardo ed è costretto al passaggio in pit-lane quando si trovava in seconda posizione. Mercedes colpita e affondata sul circuito ungherese. 

Si diceva, la Ferrari. Mentre la Mercedes fa harakiri, la rossa vola. E per 40 giri strappa un sorriso grande così a tutti i suoi sostenitori, che venerdì avevano assistitito a uno dei peggiori turni di libere del campionato. Vettel guida, Raikkonen lo assiste a breve distanza. Poi, cominciano i guai. Il pilota finlandese fa sapere ai box di aver perso potenza. La power-unit fa i capricci e la sua monoposto perde cavallli a vista d'occhio. Nemmeno il tempo di preparare le contromisure ed arriva lo schianto di Nico Hulkenberg, che finisce sulle barriere di protezione dopo aver assistito suo malgrado al cedimento strutturale dell'ala anteriore della sua Force India. Per il team indiano, un weekend da dimenticare se si considera il pauroso k.o. di Perez nelle libere. La direzione gara chiama prima la virtual safety car, che pochi istanti dopo viene sostituita dalla safety car di antica memoria. Troppi i detriti in pista per fare diversamente. Le distanze si annullano. Per la Ferrari, tutto da rifare.

Gli ultimi 19 giri sono da brivido, con Vettel che fa il diavolo a quattro per tenere a distanza Rosberg e lo scoppiettante Ricciardo, stuzzicato dall'idea di ripetere il primo posto del 2014. L'australiano ci prova. E mette nel mirino il tedesco della Mercedes. Questione di attimi. Ricciardo va lungo nel tentativo di sorpassare Rosberg, che riprende la sua posizione ma non vede il ritorno dell'avversario: è contatto. Che procura danni a entrambi, ma soprattutto al pilota Mercedes, costretto a passare ai box per sistemare la monoposto. Dell'incrocio tra i due ne approfitta Daniil Kvyat, che taglia il traguardo al secondo posto e toglie lo zero dalla casella dei podi nella Formula 1. Terzo il suo compagno di scuderia, Ricciardo. Quarto il giovanissimo Max Verstappen su Toro Rosso, quinto un ringalluzzito Fernando Alonso su McLaren. Le Williams? Inesistenti. Lontanissime sin dai primi giri, riescono a chiudere la gara con un distacco abissale da Vettel (74 secondi Massa, 80 Bottas). Quando si dice, la pista. A proposito di Vettel. Il quattro volte campione del mondo vince la sua prima gara a Budapest, pareggia i conti con Ayrton Senna per numero di vittorie (41, ennesima meraviglia) e incanta tutti quando a fine gara dedica il trionfo allo scomparso Jules Bianchi ("Jules, questa vittoria è per te. Sarai sempre nei nostri cuori"). Un fuoriclasse, Seb, fuori e dentro la pista.

La classifica finale del Gran premio d'Ungheria
1. Vettel (Ferrari), 2. Kvyat (Red Bull), 3. Ricciardo (Red Bull), 4. Verstappen (Toro Rosso), 5. Alonso (McLaren), 6. Hamilton (Mercedes), 7. Grosjean (Lotus), 8. Rosberg (Mercedes), 9. Button (McLaren), 10. Ericsson (Sauber), 11. Nasr (Sauber), 12. Massa (Williams), 13. Bottas (Williams), 14. Maldonado (Lotus), 15. Merhi (Manor).

La classifica piloti dopo 10 gare
(prime dieci posizioni)
1. Hamilton, 202 punti; 2. Rosberg, 181; 3. Vettel, 160; 4. Bottas, 77; 5. Raikkonen, 76; 6. Massa, 74; 7. Ricciardo, 51; 8. Kvyat, 45; 9. Hulkenberg, 24, 10. Grosjean, 23.

La classifica costruttori dopo 10 gare
(prime cinque posizioni)
1. Mercedes, 383 punti; 2. Ferrari, 236; 3. Williams, 151; 4. Red Bull, 96; 5. Force India, 39.

Prossima gara: Gran premio del Belgio, Spa, 23 agosto.

gp-ungheria-2015
Mark Thompson/Getty Images Sport
Il podio del Gp d'Ungheria 2015. Primo Vettel, secondo Kvyat, terzo Ricciardo

I più letti

avatar-icon

Dario Pelizzari