F1, Gp Emirati Arabi. Vettel stellare, Alonso si inchina
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F1, Gp Emirati Arabi. Vettel stellare, Alonso si inchina

Sulla pista di Abu Dhabi vince Raikkonen. Il ferrarista si piazza secondo davanti al rivale tedesco, protagonista di una rimonta da leggenda. La pagella dei due protagonisti

Sebastian Vettel, voto 10. Uno spettacolo nello spettacolo. Ieri alle 23,30 la notizia della retrocessione in ultima posizione sulla griglia di partenza a causa dell'errata gestione del carburante da parte del team. Tutto da rifare, serviva l'impresa per non perdere di vista il titolo iridato che dopo il weekend indiano sembrava a portata di mano del pilota tedesco. Si parte e comincia lo show. Vettel passa un avversario dopo l'altro con un carico di entusiasmo da far paura anche al proprio team. Nel corso di uno dei tanti sorpassi, il primo guaio all'allettone anteriore. Si fermerà, pensano alla Ferrari. Invece, no. Vettel continua.

E dal cielo arriva il primo segnale, assolutamente positivo. Rosberg finisce contro le protezioni esterne (tanta paura, ma zero conseguenze per il compagno di squadra di Schumacher in Mercedes), lasciando una montagna di detriti sulla pista. I commissari di gara sono costretti a fare entrare in pista la safety car, che congela di fatto il gran premio. E quanti sorrisi dalle parti del box della lattina energetica. Il numero 1 della Red Bull annulla il distacco dalla testa della corsa. Dopo 14 giri è già 11°, roba da non credere. Ma non è finita. Perché Ricciardo, che scalda le gomme davanti a lui frena di colpo e costringe Vettel a infilare un tabellone di polistirolo a bordo pista.

Fine della festa. Il campione del mondo in carica torna ai box per cambiare allettone e gomme. Ripartirà dal fondo, un'altra volta. Era 11° e in un amen si ritrova 21°. Colpo del ko? Certo che no. Vettel ricomincia a fare il fenomeno e grazie a una serie di ritiri riesce in pochissimi giri a piazzarsi al secondo posto dietro a Raikkonen. Sì, perché mentre gli avversari sono costretti a fare la sosta per il cambio gomme, lui non ne ha bisogno, già fatto. Epperò, mancano ancora 42 giri alla fine della gara, possibile che arrivi in fondo con le stesse gomme? La Red Bull non vuole rischiare e richiama Vettel al giro numero 38. Il tedesco torna in pista in quarta posizione, dietro a Raikkonen, Alonso e Button. Gli va benissimo. Perché qualche curva dopo si registra un nuovo incidente, che questa volta coinvolge Perez, Grosjean (ti pareva) e la Red Bull di Webber. Fermi tutti, non si può proseguire. Ancora in pista la safety car, la gara si blocca di nuovo. Con Vettel che si sfrega le mani perché può contare su gomme meno usurate.

Al giro numero 52, a meno tre dalla bandiera a scacchi, il colpo che può decidere la stagione. Vettel sorpassa Button con una manovra da maestro e chiude il match sul podio, al terzo posto. Applausi a scena aperta, semplicemente straordinario. Partiva dal fondo e ha raggiunto la terza piazza dopo aver scalato 21 posizioni. Ora guida il Mondiale con 10 punti di vantaggio su Alonso, che a fine gara quasi non credeva di vedere il rivale a due passi da lui a bere champagne.

Fernando Alonso, voto 9. Il suo compito era chiaro, anzi, chiarissimo. Il pilota della Ferrari doveva assolutamente approfittare del regalo che gli era stato concesso dalla sorte per riprendere la testa del Mondiale. Sulla griglia di partenza, Alonso 6°, Vettel 24°, ad aspettare che il semaforo della pit lane diventi verde. Miracoli a parte, non poteva che andare benissimo. Alonso era chiamato ad andare forte per guadagnare il podio, nulla di impossibile per un pilota che ha già firmato imprese ben più difficili, quasi una passeggiata.

E infatti, le cose vanno bene fin dal primo giro, perché lo spagnolo riesce a superare Button e Webber, che sbaglia ancora una volta il pronti e via. Al 20° giro, Hamilton parcheggia a bordo pista a causa di un problema al motore, gara finita. Era primo, che dannazione. Alonso passa terzo. Davanti ci sono Raikkonen e un sorprendente Maldonado, che si diverte come un matto a lasciare dietro il ferrarista. L'allegria in salsa venezuelana dura però molto poco. Perché tempo qualche minuto e Alonso infila Maldonado, che cede di schianto anche all'assalto di Button, che diventa terzo. Tanti incidenti, tantissime emozioni (una delle gare più emozionanti della stagione, davvero bellissima), due ingressi in pista della safety car e quella radio che spiega e racconta dai box l'impresa di Vettel, che scala posizioni su posizioni e si ritrova al terzo posto a uno sbuffo dal traguardo.

Sul podio, Alonso fa fatica a trattenere la rabbia e la delusione. Lui sguardo basso, l'altro, Vettel, a sorridere come un matto con Raikkonen, che è al settimo cielo per il primo successo stagione. Poteva essere un set point da registrare alla voce "finalmente, il destino sorride anche a noi" e invece è stato quasi un salto a vuoto. Erano 13 i punti di distacco prima del Gp degli Emirati Arabi, ora sono 10. Altro che set point, una mezza disfatta. Mancano due gare alla fine del campionato mondiale e ci sono 50 punti in ballo. La Ferrari ci crede, Alonso ci crede, Domenicali stesso ci crede, ma con un Vettel in questa condizione centrare il titolo è poco meno che un miraggio.

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Dario Pelizzari