F1, Gp Corea. Alonso vs Vettel, vietato sbagliare
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F1, Gp Corea. Alonso vs Vettel, vietato sbagliare

Meno cinque gare alla fine della stagione. Il divario tra i due piloti è di appena 5 punti. Chi sbaglia domenica è nei guai

Fernando Alonso contro Sebastian Vettel. Nel mini-mondiale di 5 gare che comincia domenica (il via alla corsa alle ore 8 italiane) sulla pista di Yeongam, in Corea del Sud, è sfida a due tra il pilota della Ferrari e quello della Red Bull, separati in classifica soltanto da 4 punti. Sono le migliori guide del Circus, lo riconoscono i loro colleghi e lo testimoniano i risultati raccolti nelle ultime stagioni.

Alonso è stato protagonista di una stagione favolosa per continuità e determinazione. Ha portato la Ferrari più in alto di quanto era lecito aspettarsi. Vale la pena ricordare che con la stessa macchina Massa è riuscito a fare molto meno, e non è un dettaglio di poco conto. Chiaro, altra classe, altro talento, altre prospettive.

Vettel ha invece dimostrato di essere campione vero. Lo aspettavamo al varco dopo le prime difficoltà della Red Bull, che certo non è più il missile che ha vinto a mani basse nel 2011. E lui ha risposto alla grande, facendo bene, anzi, benissimo anche partendo lontano dalla prima fila. A 25 anni il tedesco è pronto a raccogliere l’eredità del connazionale Michael Schumacher, un monumento della F1 che a fine anno si farà da parte per scelta della Mercedes.

E proprio Schumacher ha scelto ieri il suo favorito per il titolo mondiale. “Con la macchina che si ritrova – ha detto il 7 volte campione del mondo - Seb può spingere ancora di più e portare il titolo a casa”. Fino alla settimana scorsa non era della stessa opinione. “Prima della gara in Giappone ero convinto che, con il vantaggio che aveva, sarebbe stata ormai una passeggiata per Fernando. Invece le cose possono cambiare così in fretta”. Suzuka docet.

E sì, Suzuka non ha certo portato bene al pilota spagnolo, fuori alla prima curva per gentile concessione di Raikkonen. Vettel ha dominato il gran premio in lungo e in largo, portando a casa 25 punti che hanno ridimensionato le logiche e le strategie delle prossime gare in programma. Ora vale tutto, anzi, nulla. Perché sbagliare non è più consentito. Conta vincere, ma soprattutto arrivare sempre fino in fondo, meglio se tra i primi tre. Alonso deve difendere con le unghie e con i denti un vantaggio che c’è ma è come se non ci fosse. Basta un errore e va tutto a monte. Un’altra volta.

“Fino a questo momento per noi è stato un Mondiale quasi perfetto. La Ferrari è abituata a lottare per il titolo, la Red Bull no e questo potrebbe costarle il campionato. Abbiamo avuto un po’ sfortuna nelle ultime gare, ma se torneremo ad avere cose ‘normali’, il Mondiale lo vinco io”. Alonso alza i toni dello scontro, ormai è battaglia aperta. Il pilota di Maranello è sicuro di sé e prova a mettere in crisi i nervi del rivale, che però sembra reggere il colpo con un piglio da veterano. “Cercheremo di sfruttare e prolungare questo momento favorevole per poter centrare ancora un risultato molto importante – il Vettel pensiero -. Il circuito dovrebbe adattarsi a noi, qui siamo sempre stati competitivi, quindi ci riproveremo senz’altro”.

Il punto debole della Ferrari, non è un mistero, è la velocità nelle qualifiche. La macchina non è all’altezza della Red Bull nei giri che decidono la griglia di partenza e questo è un limite che potrebbe costare caro ad Alonso, che non può fare i miracoli ogni gara. La seconda sessione di prove libere del venerdì coreano conferma che il problema esiste e va risolto a stretto giro di posta per evitare guai grossi come una casa. Primo posto per Vettel, secondo per Webber sull’altra Red Bull, terzo per Alonso, che ha chiuso a 3 decimi del tedesco. Domani è già tempo di qualifiche, i margini di errore sono ridotti al minimo. A Yeongam, Vettel ha vinto nel 2011 ed è stato costretto al ritiro nel 2010, quando era al comando davanti ad Alonso, che dovrà fare del suo meglio e pure di più per arrivare al Gran premio dell’India del 30 ottobre ancora come leader del Mondiale.

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Dario Pelizzari