F1, Gp Cina: il pagellone
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F1, Gp Cina: il pagellone

Alonso e Raikkonen da applausi. Hamilton ha chiuso i conti con Schumacher e Vettel li ha riaperti con il compagno di squadra Webber. Massa, tutto da rifare - le immagini della gara - l'opinione di Turrini -

9 - Fernando Alonso. Semplicemente fe-no-me-na-le. Un missile, il vero e unico protagonista del weekend della F1 in terra cinese. Con lui, grazie a lui, la Ferrari ritorna in corsa per il titolo. Con lui, grazie a lui, a Maranello saranno probabilmente costretti agli straordinari per rispondere agli ordini che arriveranno a stretto giro di posta da Shangai e dintorni. Un trionfo, ecco cosa ha rappresentato la vittoria del fuoriclasse spagnolo al Gran premio della Cina, sportivo ed economico. L'immagine del successo aziendale, i sorrisi sul podio di Piero Ferrari, erede di una dinastia che ha convinto tutto il mondo. Tanti sorrisi e una certezza: quando Alonso parte nelle prime posizioni è praticamente imprendibile. Finalmente, una grande Ferrari guidata da un grande pilota.

8 - Kimi Raikkonen. E' vero, ha sbagliato la partenza, ma capita anche ai migliori. E certo, è incappato anche in uno scontro con Perez, che gli ha ridisegnato il profilo del musetto, ma è come se non fosse successo niente. Sì, perché il finlandese dagli occhi di ghiaccio ha firmato una prova super. Sempre tra i primi, fuori e dentro la pista, perché ora che le gare si decidono ai box è necessario sbagliare il meno possibile. Guidasse una Red Bull, altro che guai per Alonso e la Ferrari. Non è detto che prima o poi non capiti. Magari il prossimo anno?

7,5 - Lewis Hamilton. Secondo podio consecutivo per il sostituto di Michael Schumacher sulla Mercedes. D'accordo, non è la macchina dello scorso anno. Gli ingegneri della casa tedesca hanno consegnato al pilota inglese una monoposto più competitiva di quella che guidava l'ex stella della Ferrari. Tuttavia, che la Mercedes abbia fatto la scelta giusta lo si capisce dai risultati di Nico Rosberg, che sia in Australia sia in Cina si è dovuto ritirare per guai meccanici. Weekend senza dubbio positivo per Hamilton. Partiva dalla pole, è arrivato terzo perché altro non si poteva fare.

7 - Sebastian Vettel. La differenza tra un buon pilota e un fuoriclasse la si capisce quando le cose non vanno per il verso giusto. La Red Bull ha seri problemi con le gomme Pirelli. Non ha ancora capito come leggerle e interpretarle. Prova e spesso sbaglia. Come in Cina. Vettel non è nemmeno uscito dai box per la Q3. Il suo obiettivo era preservare un treno di gomme morbide per la gara. Detto, fatto. Partito dalla nona posizione, ha partecipato da co-protagonista a buona parte della corsa. Fino alla zampata finale. Che per poco non gli ha consentito di scalzare Hamilton dal podio. La Red Bull è oggi un passo indietro alla Ferrari, ma Vettel è al primo posto della classifica mondiale. Tutto chiaro. E le cose, per la banda di Horner e Newey, non possono che migliorare.

7 - Jenson Button. La McLaren è la brutta copia della macchina che fino a qualche anno fa dettava i tempi della Formula 1. Tuttavia, l'ex compagno di squadra di Hamilton conferma di non essere diventato campione del mondo per uno strano scherzo del destino. Sulla pista di Shangai si è battuto come un leone per non perdere il treno dei migliori, lasciando la polvere al collega di scuderia Sergio Perez, che sembrava più competitivo quando correva per la Sauber.

7 - Daniel Ricciardo. E chi ci credeva? Il 24enne di Perth ha centrato il miglior traguardo della sua carriera in Formula 1. Partiva settimo ed è riuscito a congelare la sua posizione alla bandiera a scacchi di fine gara. Guida una Toro Rosso, non una Red Bull. Applausi.

5 - Felipe Massa. Nelle prove libere del venerdì, un leone. In qualifica, un boa alle prese con una lenta digestione. In gara, un gatto con il pelo arruffato. Ogni cosa torna al suo posto. Non basta la scelta del box Ferrari di lasciarlo in pista più del necessario per spiegare una prova decisamente al di sotto delle aspettative della vigilia. Ora la macchina gira che è una meraviglia, vedi Alonso, eppure lui, l'eterno numero due non riesce ad approfittarne. Si diceva fosse pronto per lottare ad armi pari con il compagno di squadra. Meglio rimandare la sfida a data da destinarsi.

sv - Mark Webber. Delle due l'una: o l'australiano della Red Bull sta attraversando un periodo sfortunato che più sfortunato non si può, oppure la sua scuderia ha deciso di dargli il benservito prima del previsto. Prima i problemi con la benzina in qualifica, poi la ruota che vola via in gara. A voler essere maliziosi, si potrebbe pensare che Vettel e la Red Bull abbiano stretto un patto per costringerlo alle dimissioni. E dire che al termine del gran premio della Malesia tutti sembravano dalla sua parte per biasimare il colpo di testa di Vettel.

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Dario Pelizzari