Alonso alla McLaren, matrimonio tutto da verificare
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Alonso alla McLaren, matrimonio tutto da verificare

Dal divorzio con la Ferrari al sì alla Honda per il 2015. Per il pilota spagnolo, tanti i nodi da sciogliere e nessuna certezza di vincere subito

Fernando Alonso correrà per la McLaren-Honda nel 2015. Parola di Niki Lauda, che avrebbe confidato al Mundo Deportivo(clicca qui per leggere l'articolo) i tempi dell'operazione: “il contratto tra lo spagnolo e il team britannico è stato firmato giovedì”. Dunque, prima del Gran premio di Suzuka e dei suoi risvolti drammatici (clicca qui per leggere gli ultimi aggiornamenti su Jules Bianchi), ma soprattutto prima delle dichiarazioni di Ron Dennis e dello stesso pilota della Ferrari, che nel weekend della Formula 1 in terra giapponese avevano negato che il patto fosse già stato raggiunto.

Che il fuoriclasse di Oviedo avesse deciso di considerare seriamente le lusinghe della Honda era noto da tempo. Da quando nei mesi scorsi riprese a tuonare contro la Ferrari, colpevole di non avergli messo a disposizione per l'ennesima volta una monoposto capace di fare la differenza. Prima la Red Bull dei miracoli, poi la Mercedes bella e invincibile. Tutto vero. Nelle cinque stagioni a Maranello, Alonso è sceso in pista con la convinzione, certo poco gratificante, di dover inventare una prestazione da fenomeno per fare meglio dei piloti che guidavano una macchina decisamente migliore. E spesso ci è riuscito. Ma poi qualcosa si è rotto, come prevedibile. Perché per un campione del suo calibro il secondo posto è sempre un mezzo fallimento. E allora, ecco la riflessione che ha rivoluzionato le logiche dell'intesa: perché rinnovare un contratto con la Ferrari che continua a promettere e cambiare senza trovare mai il bandolo della matassa? Meglio guardarsi intorno per provare a vincere subito. A 35 anni, Alonso ha guardato l'orologio e ha capito che era meglio farsi da parte.

Le ipotesi Red Bull e Mercedes

Inizialmente, erano tre le strade praticabili: Red Bull, Mercedes e, appunto, McLaren, che dal 2015 tornerà a fare coppia con la Honda per rilanciare le ambizioni comuni sul palcoscenico più luminoso dell'automobilismo. Con il team della lattina è stato messo sul piatto uno scambio da copertina che avrebbe potuto accontentare tutti: Alonso alla Red Bull e Sebastian Vettel alla Ferrari. Pare però che il progetto non sia nemmeno arrivato alle fasi calde su ordine di Helmut Marko, il grande capo della Red Bull, che avrebbe preferito puntare fin da subito sul talento del giovane russo Daniil Kvjat per ragioni di prospettiva ma pure di bilancio (per il team manager Christian Horner, la Honda avrebbe fatto al pilota spagnolo “un'offerta irrinunciabile). L'idea Mercedes è stata nell'aria il tempo di uno sbadiglio, poi è volata via. La spiegazione l'ha fornita dal Salone di Parigi il presidente del gruppo Damler, Dieter Zetsche, che alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato: “Ho avuto a che fare con Alonso ai tempi in cui, era il 2007, ha corso con la McLaren alla quale fornivamo il motore Mercedes. Ho constatato che Alonso è sia un grande campione sia una persona molto, molto, difficile”. Insomma, niente da fare, Hamilton e Rosberg possono concentrarsi sul mondiale senza pensare al domani.

Infine, la McLaren. Meglio, la Honda

La casa automobilistica giapponese vuole rientrare nella Formula 1, dalla quale manca dal 2008, dalla porta principale. Ha il denaro per fare sul serio e le conoscenze tecniche per non fare un buco nell'acqua. Ha deciso però di non ritentare l'esperienza tutt'altro che esaltante del triennio 2006-08 – durante il quale si è presentata con una monoposto tutta sua – scegliendo di stringere un patto con la McLaren (che lascerà la Mercedes dopo 20 anni di collaborazione) per affidare alla scuderia britannica motori e competenze di altissimo profilo. Non è una prima volta. Le due aziende avevano già lavorato fianco a fianco dal 1988 al 1992 con risultati straordinari, vincendo 3 mondiali piloti con Ayrton Senna e 4 titoli costruttori. Come dire, tanta gloria e tanta gioia. La Honda punta in alto e non vuole perdere tempo. Per questo, ha strizzato l'occhio ad Alonso, il grande campione in cerca di riscatto dopo anni di delusioni. E la McLaren non ha potuto fare altro che accettare la scelta per il bene comune. Anche se Ron Dennis avrà sicuramente arricciato il naso per il tormento.

Sì, perché tra il numero 1 della McLaren e il pilota spagnolo non è mai stato amore vero, anzi. Lo dice la storia e l'ha confermato da Parigi il presidente del gruppo Damler. Nel campionato 2007, tra Dennis e Alonso volarono gli stracci, fuori e dentro le aule di giustizia della Fia. Colpa della spy story che interessò da vicino la casa inglese e i suoi due piloti, Alonso e Lewis Hamilton, “colpevoli” secondo Dennis di aver fornito alla Federazione internazionali le prove della tresca orchestrata dalla McLaren per conoscere i segreti delle squadre rivali. E se Hamilton riuscì a ricucire nel tempo lo strappo, per Alonso fu guerra aperta fino alla fine della stagione, quando decise di cambiare aria e tornare alla Renault. Si dice che l'ormai ex guida della Ferrari abbia chiesto espressamente alla Honda di non trovare più Dennis al suo rientro in McLaren. Sarà accontentato?

Ma c'è di più. Alonso ha lasciato la Ferrari perché cercava una macchina in grado di metterlo di condizione di vincere subito. Bene, stando alle parole di Yasuhisa Arai, responsabile Motorsport della Honda, le cose non gli sono andate benissimo. “Tutta la squadra è concentrata su questo sviluppo, per riuscire ad avere tutto pronto prima di iniziare la nuova stagione tra sei mesi”, ha detto prima di Suzuka il tecnico della casa del Sol Levante. Parole che certificano che la power unit non è ancora pronta e che non ci sono al momento alcune garanzie in merito alla sua efficienza in pista. Insomma, Alonso potrebbe tirato le orecchie alla Ferrari fino al divorzio per approdare a una scuderia che in passato gli ha creato non pochi problemi e che in un futuro prossimo, parliamo del 2015, potrebbe non essere così veloce come lo stesso spagnolo si augurava. Quando si dice, il destino.

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Dario Pelizzari