Alonso-Ferrari, c'eravamo tanto amati
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Alonso-Ferrari, c'eravamo tanto amati

Pilota e scuderia sono ai ferri corti, presto potrebbe arrivare l'annuncio del divorzio. Vettel l'alternativa? L'opinione di Turrini

C'eravamo tanto amati. A Maranello va in onda la commedia all'italiana degli anni Settanta, tra colpi di tosse reiterati e fastidiosi e sbadigli al limite dell'imbarazzante. I fatti sono noti. Fernando Alonso, due volte campione del mondo della Formula 1 al volante della Renault e imperatore della Ferrari dal campionato 2010, un concentrato di talento e classe da chiamare all'applauso anche i pinguini dell'Antartide, non ne può più di una monoposto che insegue e non vince. In cinque anni, il pilota spagnolo ha raccolto tante delusioni e poche, pochissime certezze, al timone di una nave spesso e volentieri meno veloce delle concorrenti. Se fino a ieri a dettare le regole del gioco c'era la Red Bull stratosferica della coppia d'assi Sebastian Vettel-Adrian Newey, oggi è la Mercedes della premiata ditta Lewis Hamilton-Nico Rosberg a mettere tutti in fila, Ferrari compresa. Alonso, anni 33, vede in lontananza il traguardo della pensione e non ha più voglia di aspettare. O si vince, o si... cambia, ecco la probabilissima sintesi del suo pensiero dopo settimane di tira e molla per il rinnovo del contratto che lo lega a Maranello.

“Se resterò alla Ferrari anche il prossimo anno? Per il momento, sì”. La stilettata pre-Singapore del fuoriclasse di Oviedo che ha gelato il sangue dei seguaci del Cavallino e ha dato nuova linfa alla discussione. La risposta di Marco Mattiacci, numero 1 della Ges, non si è fatta attendere e suona come l'inizio di un braccio di ferro da dentro o fuori. “Se Alonso sarà alla guida della Ferrari anche nel 2015? Per il momento, sì”. Uno a uno e palla al centro. Tra nuvoloni che promettono pioggia e dispetti e dispettucci che segnano il passo, forse, in modo irrimediabile, di un amore che fu e che probabilmente non è più.

“Come si è capito benissimo a Singapore – spiega a panorama.it la prima firma del quotidiano Qn per la Formula 1, Leo Turrini - la relazione tra la Ferrari e Alonso è arrivata a un punto di svolta. Al di là del contratto che va fino al 2016, bisogna che le parti decidano se hanno ancora intenzione di stare insieme, oppure no. Se Alonso non si fida più della Ferrari, se non crede più che questa scuderia gli possa permettere di ottenere i risultati che legittimamente sogna, fa bene a trarre le conseguenze del caso e a uscire dal contratto che lo lega con Maranello. Se invece è consapevole che vincere con la Ferrari, per quanto sia lungo e faticoso, valga più che vincere altrove, be', allora come non detto, che si torni al lavoro con la voglia di fare bene. Lo spagnolo sa certamente che nella Formula 1 i titoli iridati si contano ma si pesano anche, come diceva Enrico Cuccia, ex direttore generale di Mediobanca. Se diventi campione del mondo con la Ferrari, raccogli un prestigio che non potresti raccogliere in altre scuderie. Negli ultimi 40 anni, quanti sono i piloti che possono dire di aver vinto il mondiale con la Ferrari? Quattro, eccoli: Niki Lauda, Jody Scheckter, Michael Schumacher e Kimi Raikkonen”. Come dire, oltre ai numeri, c'è la gloria.

'Quando parlerò del mio futuro a qualcuno non piacerà', ha dichiarato l'asturiano alla vigilia della gara di Marina Bay, lasciando intuire scenari tutt'altro che piacevoli per il domani che verrà. Ce l'avrà con la stampa, che lo osanna da sempre, pur non risparmiandosi di farsi piccola per strappare indiscrezioni sulle sue richieste a Maranello per il rinnovo (vedi i 100 milioni di contratto per tre anni), oppure con la Ferrari, che non gli avrebbe dato il supporto promesso in anni di saliscendi poco esaltanti? “Sono cinque anni che in Ferrari è il padrone di casa – dice Turrini - Gli hanno messo a disposizione tutto quello che avevano. La Ferrari per lui ha fatto cose che non ha fatto per nessun pilota. Tanto per dirne una, nel Gran premio del Texas del 2012, la scuderia del Cavallino ha sostituito il cambio in griglia a Felipe Massa per farlo partire dietro ad Alonso e permettere a quest'ultimo di lottare per il titolo. Ma è altrettanto vero che nei cinque anni di Alonso, la Ferrari non ha mai avuto la migliore monoposto del campionato. Se il pilota spagnolo dirà questo, che ha ottenuto dalla macchina più di quanto era possibile aspettarsi, dirà una verità assoluta, non gli si potrà obiettare alcunché. Ciò detto, caro Alonso, se non vuoi più stare a Maranello, dillo. Una stretta di mano e ognuno per la sua strada, ce ne faremo una ragione. La Ferrari è sopravvissuta senza Lauda e senza Schumacher, sopravviverà anche senza di te”.

Lui, lei e l'altro. Alonso avrebbe deciso di prendere tempo con la Ferrari per valutare con attenzione le eventuali proposte che gli sarebbero già arrivate o che gli potrebbero essere recapitate nelle prossime settimane. Al momento, l'alternativa per lui più “solida” sembrerebbe la McLaren motorizzata Honda che però, nel caso si muovesse in forze per tentare la sortita, dovrebbe però garantire a Maranello il denaro necessario a coprire la penale (30 milioni di euro) per la rescissione del contratto del pilota spagnolo. La casa giapponese vuole tornare nella Formula 1 per riportare la McLaren ai fasti di un tempo, pensa in grande e potrebbe dimostrarlo firmando un assegno a 8 cifre per il Cavallino. Ma se così non fosse per ragioni diverse, ecco che prenderebbe sempre più credito l'opzione numero 2, quella che porta al sedile di Sebastian Vettel, felice ma non felicissimo per una stagione da comprotagonista in Red Bull dopo quattro anni di stelle filanti e champagne. Alonso in giallorossoblù e Vettel in rosso, per uno scambio alla pari, emozionante e denso di significati.
Da sottoscrivere? Turrini dice sì.

“Se veramente Alonso deciderà di lasciare la Ferrari – spiega l'opinionista di Sky - tra i piloti che potrebbero essere disponibili per prendere il suo posto a Maranello, Sebastian Vettel non sarebbe certo l'ultima scelta. E' un quattro volte campione del mondo, non un pilota qualunque. Non vendono Cristiano Ronaldo per comprare, con tutto il rispetto per lui, Federico Piovaccari. In termini di immagine, credo che nessuno potrebbe dire che la Ferrari farebbe un salto nel buio. Anche se ormai avremmo dovuto aver capito tutti che nella Formula 1 non vinci se non ha il mezzo che te lo consente. Succede da sempre. E continuerà a succedere”. Alonso da rasserenare, monoposto da ripensare, Vettel da conquistare, tifosi da accontentare: Ferrari, se ci sei, batti un colpo.

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Dario Pelizzari