Fiorentina - Juventus: io c'ero
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Fiorentina - Juventus: io c'ero

Il racconto del nostro inviato (tifoso) per quella che a Firenze è la partita dell'anno - La partita (foto) - gli striscioni -

Fiorentina - Juventus non è una partita normale. Una di quelle partite per la quale vai allo stadio e ti accomodi serenamente in tribuna, facendo il tifo per una delle due squadre in attesa di un gol, di una bella giocata, di vedere anche da lontano uno dei tuoi idoli. A Firenze, è la “partita” per eccellenza. Quella che vale una stagione, quella che non ti fa dormire la notte, quella che  potresti anche “vincerla e poi andare in serie B”, come racconta la tassista che ci porta all'Artemio Franchi. Esaurito fino all'inverosimile, traboccante di tifo, con bandierine viola ovunque ti giri.

Che non sia una partita normale lo notiamo all'arrivo dall'autostrada. Al casello di Firenze Sud ogni varco è presidiato da poliziotti e blindati. Chiedono ad ogni macchina dove è diretta. Sono le 17.30, ma la città è già blindata da tempo.
Una città pulsante. “Se vuoi trovare un posto, devi parcheggiare sul Lungarno Cristoforo Colombo, altrimenti no ce la si fa stasera”, mi dice un vigile urbano con un chiaro accento fiorentino appena entrato in città. In pratica, oltre due chilometri dallo stadio. Uno sciame inarrestabile di tifosi ci scorta, una città pulsante in ogni angolo. Come al bar “Il gobbo”, rigorosamente per tifosi della “Viola”. “Se si è gobbo non si entra e te tu mi sembri avere la faccia da gobbo”, mi saluta tra il serio e il faceto il proprietario del locale. Lascio cadere la provocazione e chiedo la strada del “Franchi”. “E come ti sbagli, segui il flusso”, risposta secca. Preferisco un taxi. Stereo acceso su “Radio Blu”, la radio ufficiale della Fiorentina che trasmette in diretta già ore prima dallo stadio, e subito la chiacchiera va sulla partita. “Per me è una faida familiare – dice la signora – ho una figlia venticinquenne che non dorme da due giorni per questa partita ed è in curva con i capi ultras da due ore, mentre i miei nipoti sono juventini. Se li immagina due ragazzi nati a Firenze, tifare Juve? Non le dico quando la famiglia è riunita: nessuno può parlare di calcio”.
Finalmente lo stadio. “Uccidiamoli” è il grido di battaglia all'ingresso delle squadre in campo. Forse non troppo elegante, ma l'idea è ben chiara: per la Juve, e gli juventini, sarà una serata in trincea. E, a conferma del concetto, tutto lo stadio è in piedi a saltellare contro l'odiato nemico al fischio iniziale. La partita è equilibrata per i primi venticinque minuti. Un intervento molto dubbio su Jovetic in area juventina scatena gli spalti. Sale altissimo il coro “solo rubare, sapete solo rubare”. Oltre a insulti vari a Chiellini, reo anche di essere livornese. “Sudicio” e “infame” sono le uniche espressioni riportabili dal cronista. Bordate di fischi al trentacinquesimo quando Giaccherini offre un retropassaggio a Buffon da almeno settanta metri. “Ci hai paura, becco!”, gli gridano dalla tribuna. Ljajic sbaglia un gol fatto davanti a Buffon. Fischi anche per lui. Perchè a Firenze non si risparmia nulla a nessuno.
Intervallo ricco di sfottò e striscioni. “La vecchia signora si inchina alla repubblica fiorentina” campeggia dalla curva Fiesole, seguito poco dopo dall'esilarante  “Conte, la tua postazione stasera è assegnata. A Sollicciano dietro a un'inferriata”. Giusto il tempo di apprendere che al mio fianco c'è la sorella di Jovetic e la moglie di Roncaglia, diventato l'idolo di casa, che si riparte.

La Fiorentina cresce, sfiora il gol con Jovetic, lo stadio diventa una polveriera. L'incitamento è senza sosta. Si sentono, timidi, anche i tifosi juventini, subito zittiti da una valanga di fischi. Non è serata, come la Juve che sul campo sbatte contro il muro imposto da Montella. “Si gioca bene quest'anno”, dicono in tribuna. E la conferma arriva da due super occasioni: Quadrado e Pasqual fanno gridare al gol. C'è spazio per Luca Toni a cinque minuti dalla fine. Applausi per lui. Applausi a scena aperta per la Fiorentina. Che alla fine porta a casa un pareggio che le sta stretto. La “Viola” non vince al Franchi con la Juventus dal 13 dicembre del 1998. Allora, segnò Batistuta. Oggi è mancato soltanto il gol. Ma la Fiorentina, e i fiorentini, escono a testa altissima e tornano a casa fieri di “aver fermato i gobbi maledetti”.

All'uscita è vociare costante, un pullulare di commenti, un assalto al “Viola Point” per fare l'ultimo acquisto. I viali sono pieni di tifosi, degli juventini non c'è traccia, ma almeno non c'è stato nessun contatto tra le due tifoserie. A tarda notte, a piazza del Duomo si parla ancora della partita. Domani, anzi ormai stamattina, si ricomincia. Perchè la “Viola” è amore, la Juve rimane l'odiata “Vecchia Signora”.

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Marino Petrelli

Ho studiato comunicazione all'Università La Sapienza a Roma e mi sono specializzato in nuovi media e tecnologie digitali. Scrivo principalmente di scienze, temi green e farmaci, ma mi occupo anche di comunicazione politico istituzionale e di organizzazione di campagne elettorali. Ho una grande passione per il basket e sono il responsabile di Supporter's Magazine, rivista ufficiale legata alla New Basket Brindisi.

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