Capelli: “Per la Ferrari Vettel meglio di Alonso”
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Capelli: “Per la Ferrari Vettel meglio di Alonso”

L'ex pilota del Cavallino promuove la scelta: il 4 volte campione del mondo è la soluzione giusta per tornare presto a vincere

Un segreto tenuto nascosto per settimane, poi l'annuncio, per il momento girato alla stampa sottovoce per non rovinare la cerimonia di insediamento di Sergio Marchionne, prevista per il prossimo 13 ottobre. Sebastian Vettel e la Ferrari si sono presi per mano e hanno detto sì, firmando davanti al popolo degli appassionati della Formula 1 un accordo che li legherà per almeno tre anni, con un'opzione per altri due. Costo dell'operazione per Maranello: 25 milioni di euro da versare ogni 12 mesi sul conto del pilota tedesco. Una cifra molto vicina allo stipendio riconosciuto dal Cavallino negli ultimi anni a Fernando Alonso. Per Ivan Capelli, ex pilota della Rossa e nuovo responsabile del circuito di Monza da fine luglio, Vettel è l'uomo giusto per la Ferrari, anche se...

“Vettel ha preso questa decisione col cuore e per il momento ha i numeri dalla sua parte. E' un quattro volte del mondo ed è ancora relativamente giovane perché ha soltanto 27 anni, la parte migliore dell'atleta-pilota potrebbe esprimerla proprio in Ferrari. Quello che stona in questa operazione è che c'era già un progetto per far arrivare Vettel a Maranello, un progetto coordinato da Stefano Domenicali e che prevedeva, da quanto ne so, l'arrivo in contemporanea di Adrian Newey. Se così fosse stato, sarebbe stato probabilmente molto più logico. Oggi il disegno è stato possibile per la volontà del pilota di correre per la squadra più importante del mondo”.

Lo dicono in tanti: Vettel è il pilota che tutte le scuderie vorrebbero avere perché parla poco e sorride tanto.
“E' un pilota molto determinato, senza dubbio. Quest'anno ha vissuto per la prima volta nella sua carriera un anno molto difficile, perché ha trovato sulla sua strada Daniel Ricciardo, un compagno di squadra che l'ha messo in riga. Grazie a questo, Vettel ha capito qual è il rovescio della medaglia, ha provato sulla sua pelle cosa significhi non essere più supportati più al 100% dal team. Un'esperienza della quale aveva bisogno prima di arrivare in Ferrari. Sono convinto che sia un grande professionista. Se trova la macchina giusta, può vincere”.

Quali le principali differenze tra lui e Alonso fuori e dentro la pista?
“Alonso ha sicuramente un carattere molto forte, sa quello che vuole. Ha tenuto in piedi la Ferrari grazie alle sue innate qualità, ma ha capito che ha perso i cinque anni più importanti della sua carriera, perché non ha raccolto nulla. Tutto questo ha portato a un disagio che ha prodotto poca comunicazione e a qualche attacco nei confronti della scuderia, ma umanamente credo che ci stia. Vettel ha un approccio più cordiale con la gente che popola il paddock. Al contrario di Alonso, che per difendersi cerca di isolarsi. In pista? Tutte e due sono animali da corsa, sono entrambi pilota che quando abbassano la visiera non vedono altro che il risultato finale e sono bravissimi a raggiungerlo. Tuttavia, Vettel ha una qualità in più: riesce a sentire i momenti critici nelle qualifiche, ottenendo il massimo dalla sua monoposto. Per dire il vero, ad Alonso questo è un po' mancato”.

Alonso alla McLaren, matrimonio tutto da verificare


“Girare in tondo e fare soldi non è quello che cerco, io voglio vincere”, ha detto il pilota tedesco per motivare la sua decisione. Sarà capace di aspettare? E quanto?

“Bel dilemma. Già quest'anno ha subìto talmente tanto l'irruenza di Ricciardo che ha deciso di cambiare squadra. Per carità, arriva alla Ferrari e probabilmente sarà più che disponibile ad aspettare un anno. Credo però che non andrà molto oltre. Il 2016 dovrà essere l'anno della riscossa per lui e per la Ferrari. Altrimenti, potrebbe cominciare a incrinarsi il rapporto”.

Crede che la presenza in squadra di Kimi Raikkonen possa creargli qualche problema?
“No, perché Raikkonen non ha mai badato molto al compagno di squadra. Vero, Vettel ha avuto in passato momenti di attrito con Webber, perché voleva tutte le attenzioni sulla propria persona, ma sono piloti abituati a badare poco agli altri, anche all'interno della scuderia”.

Ieri Niki Lauda ha fatto sapere alla stampa che Alonso avrebbe già firmato per la McLaren-Honda. Scelta giusta?
“Più che giusta, credo che fosse l'unica scelta a sua disposizione. Da quello che è stato detto in questi giorni, la Mercedes non ha alcuna intenzione di privarsi di Hamilton e Rosberg e sulla piazza non era rimasto un granché. Soltanto il binomio ricreato tra McLaren e Honda poteva solleticare l'interesse di Fernando, anche sotto il profilo economico. La casa giapponese voleva ricominciare con un pilota di grido, capace di far sognare la gente e, come dire, si sono trovati”.

Sempre che Ron Dennis non faccia più rumore del necessario.
“Devo dire che mi piacerebbe molto assistere al chiarimento tra i due. Se ne sono dette di tutti i colori in passato. Ora si ritrovano dopo anni, chissà come andrà? In virtù dei contratti firmati e dei soldi distribuiti, si potrebbero pure ridiscutere vecchie ruggini nascoste nell'animo. Ciò detto, Alonso è supportato dalla Honda e arriverà in McLaren con l'atteggiamento del padrone. Dennis sarà una pedina a sua disposizione”.

Jules Bianchi sta ancora lottando tra la vita e la morte dopo il drammatico incidente di domenica scorsa a Suzuka (leggi qui la dinamica dello scontro). Che idea si è fatto su quanto è successo?
“Tutto quello che di sbagliato poteva accadere prima, durante e dopo il gran premio, purtroppo è accaduto. Hanno sbagliato a far iniziare la gara all'orario stabilito dai programmi, sapendo che sarebbe arrivata una perturbazione di quel genere. Ha sbagliato Charlie Whiting a non fare entrare subito la safety-car quando la gru è entrata in una via di fuga. E poi, si dovrà discutere anche sulla velocità che tengono i piloti anche quando vedono un pericolo, non seguendo perfettamente il regolamento. Tutte queste condizioni messe insieme hanno portato al disastro. Forse bastava che una di queste non si verificasse per scongiurare la tragedia”.

E i commissari di pista di Suzuka? Hanno sbagliato anche loro?
“Credo che i commissari di Suzuka possano essere paragonati a quelli di Monza per esperienza e capacità. Il problema è un altro. Si fa sempre più fatica a trovare persone che abbiano la passione e la voglia di partecipare a eventi del motorsport pur non incassando un euro di più oltre il rimborso spese. Irrisorio rispetto all'impegno loro richiesto”.

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Dario Pelizzari