Ferguson si ritira: caccia al successore
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Ferguson si ritira: caccia al successore

Mourinho, Klopp o Moyes allo United. Ecco come cambierà la geografia delle panchine in Europa

La notizia del ritiro a fine stagione di Alex Ferguson è un vero choc per il calcio inglese ed europeo. Un terremoto che rischia di rimettere in movimento il mercato allenatori che, anche per molte big, si stava lentamente componendo in attesa dell'ufficialità a fine stagione. "E' il momento migliore per lasciare anche se la mia scelta non è stata affatto semplice. Per me era importante lasciare il club al massimo della sua forza e credo di esserci riuscito" ha detto Ferguson annunciando l'addio alla panchina del Manchester United sulla quale è rimasto seduto per 26 stagioni conquistando 38 trofei, l'ultimo la Premier League che si sta per concludere.

E' stato il migliore e un esempio quasi unico di longevità. Battere il record di Guy Roux e i suoi 44 anni alla guida dell'Auxerre era impossibile, però Ferguson ha incarnato per oltre un quarto di secolo lo spirito dello United imponendo, oltre alle sue scelte tecniche, anche il suo stile. In pochi pensavano che si sarebbe pensionato quest'anno perché non c'erano state avvisaglie che potesse prendere questa decisione.

Ora, però, la panchina dei Red Devils è in cerca di un proprietario e non è un mistero che piaccia soprattutto a Jose Mourinho, in uscita dal Real Madrid e con in tasca già l'accordo con Abramovich per tornare al Chelsea. Non è un caso che l'attuale allenatore 'ad interim' Benitez abbia confermato la vicinanza del portoghese a Stamford Bridge.

Cambierà qualcosa adesso? La stampa inglese scrive che Abramovich si rifiuterebbe di pagare la clausola da 20 milioni di euro attraverso la quale Mou può liberarsi automaticamente dal Real Madrid. Un tentennamento che lascia margini allo United ora che Ferguson va in pensione. Altre soluzioni? C'è il nome di David Moyes, manager dell'Everton, e quello dell'artefice del Borussia Dortmund dei sogni Jurgen Klopp che potrebbe salutare la Germania con la Champions League consapevole anche che il gruppo giallonero verrà in parte smantellato con cessioni eccellenti.

A cascata potrebbero modificarsi anche altre scelte dei top club europei. Di sicuro c'è (quasi) solo Guardiola alla guida del Bayern Monaco oltre alla conferma di Vilanova a Barcellona problemi di salute permettendo perché l'autogestione causata dalla sua assenza è stato uno dei limiti dei blaugrana in questa stagione. Malgrado i depistaggi degli ultimi giorni Ancelotti pare destinato al Real Madrid, lasciando libera una panchina al Psg per la quale in corsa ci sono diversi candidati: Wenger (17 anni con l'Arsenal e il vantaggio di essere francese), Pellegrini autore di un miracolo col Malaga, Benitez rilanciato dal cammino europeo col Chelsea o, magari, Massimiliano Allegri.

Nomi spendibili anche per il Chelsea se Abramovich dovesse ricevere un rifiuto da Mourinho e in quel caso potrebbe tornare d'attualità anche Conte che nello scorso inverno era stato avvicinato ai blues e il cui confronto con Agnelli e Marotta avverrà tra 7-10 giorni. Non un problema di soldi ma di prospettive e investimenti per rendere la Juventus competitiva in Europa. Resta Roberto Mancini che è legato fino al 2017 al Manchester City e potrebbe vincere la FA Cup (finale contro il Wigan) regalando agli sceicchi il quarto trofeo in tre stagioni dopo un digiuno durato 35 anni. Ha mancato male Champions e Premier League, ma è pensabile un esonero?

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