Massa, l’ultimo giro di giostra in Ferrari
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Massa, l’ultimo giro di giostra in Ferrari

E’ giunta al capolinea l’avventura del pilota brasiliano con la scuderia di Maranello. Al suo posto, quasi sicuramente ci sarà Raikkonen - tutto sul Gp di Monza

Felipe Massa ormai l’ha capito. Ha capito che la sua avventura con la Ferrari è giunta alla conclusione. Colpa dei numeri.

Il suo contributo alla causa della scuderia di Maranello è stato anche quest’anno tutt’altro che soddisfacente e comunque ben lontano, complessivamente, dalle aspettative di inizio stagione. In undici gare, il pilota brasiliano è riuscito a raggiungere il podio soltanto in Spagna. Terzo, dietro ad Alonso e Raikkonen. Per il resto, un paio di ritiri causa incidente e tanti arrivi poco entusiasmanti. Con il compagno di squadra sempre distante una manciata di secondi. E se nel 2012 è riuscito a evitare il taglio grazie a un finale esaltante (e pure, per la verità, alla mancanza di un sostituto di sicuro affidamento), è sempre più difficile che nel 2014 possa ancora dire la sua sulla monoposto del Cavallino.

Sullo sfondo, le voci, sempre più rumorose, del sempre più probabile arrivo in Ferrari del finlandese di ghiaccio Kimi Raikkonen, alla Lotus dal 2012 e protagonista della stagione in corso.

Raikkonen ha deciso di cambiare aria dalla scorsa estate, ma non è ancora riuscito a trovare il sì decisivo per prendere le redini di una macchina di prima fascia. Dopo averlo corteggiato per settimane, la Red Bull ha scelto infatti di dare fiducia a Daniel Ricciardo della Toro Rosso, uno dei tanti giovani prodotti dalla filiera della lattina.

La Ferrari invece non ha ancora sciolto le riserve sul domani che verrà. Per ragioni di opportunità legate alla lotta per il mondiale – perché Alonso ha sempre parlato benissimo di Massa e a Maranello non vogliono forzare i rapporti con lo spagnolo dopo il caos di qualche settimana fa – ma pure perché Raikkonen è un personaggio ingombrante, difficile da amministrare e complicatissimo da interpretare. Amico di Alonso, questo sì, ma non tanto da scommettere a occhi chiusi sulla felicità della coppia.

Raikkonen è l’ultimo pilota Ferrari ad aver vinto il Mondiale. Anno di gloria 2007, buona la prima. Kimi arriva a Maranello e affianca Massa nella lotta per la conquista del titolo. La stagione inizia bene, con la vittoria del finlandese in Australia, e finisce benissimo, con il primo posto in Brasile che mette il sigillo ad un anno indimenticabile per chi tifa rosso. Sembrava che fosse amore invece era poco meno di un uragano. Sì, perché nei due anni successivi il rapporto tra Raikkonen e la Ferrari si trasforma in un piccolo grande dramma. Con tanto di dichiarazioni al vetriolo a mezzo stampa e sguardi sinistri nei box. Fino alla separazione più o meno consensuale. Raikkonen saluta Maranello e si dedica al rally, mentre la Ferrari sposa il progetto Alonso.  

Nei prossimi giorni, che potrebbero diventare settimane se il presidente Montezemolo decidesse di fare chiarezza sull’argomento soltanto a mondiale assegnato, un nuovo giro di giostra. Fuori Massa e dentro Raikkonen al fianco di Alonso. Per mettere fine una volta per tutte al dominio di Vettel e della Red Bull. Per chiudere definitivamente le porte al pilota brasiliano, che pare ormai aver finito il bonus che gli aveva concesso il numero uno della Ferrari lo scorso autunno. Non fosse Raikkonen, potrebbe essere Hulkenberg della Sauber, oppure Di Resta della Force India, o magari Button della McLaren, l’usato sicuro che piace perché offre garanzie importanti. In ogni caso, qualunque sia la scelta di Maranello, una cosa sembra certa: Massa non correrà un altro Gran premio d’Italia al volante di una Ferrari.

Eppure, l’inizio era stato decisamente convincente. Massa è arrivato in Ferrari nel 2006 per fare il secondo di Michael Schumacher al posto di Rubens Barrichello. Un brasiliano tira l’altro. Il bilancio della prima stagione, da nove in pagella. Massa vince due gare (Turchia e Brasile) e sale sul podio in altre cinque occasioni. Schumacher perde il titolo negli ultimi due gran premi lasciando gli allori ad Alonso (Renault) e Massa si classifica terzo. Nel 2007, la svolta. Il tedesco saluta e se ne va e il brasiliano diventa il primo pilota con Raikkonen che trova casa a Maranello. E’ l’anno straordinario del finlandese, che vince il titolo con un punto di vantaggio sulla coppia di fenomeni Alonso-Hamilton. Massa chiude subito dopo, al quarto posto. Massa vince tre gare (Bahrein, Spagna e Turchia). C’è e si sente.

Il 2008 potrebbe essere per il pilota di San Paolo l’anno della definitiva consacrazione. Dopo un avvio di stagione disastroso (due ritiri nei primi due gp), il brasiliano mette il turbo e si candida per la vittoria finale. In Brasile, davanti al pubblico di casa, al suo pubblico, arriva la delusione più grande della sua carriera. A poche curve dalla conclusione della gara, si vede strappare il titolo da Hamilton, che taglia il traguardo al quinto posto e lo supera in classifica di un punto. Massa eroe sfortunato di una Ferrari bella e possibile. Si dirà, il confronto con il destino è soltanto rimandato. Tempo qualche mese e l’ex numero due di Schumacher tornerà a lottare per un posto nella storia della Formula 1.

Invece, è la fine di un sogno. Il 25 luglio del 2009, sul circuito dell’Hungaroring a Budapest, si compie il dramma. Nel corso della seconda sessione di qualifica, Massa viene colpito sul casco da una molla pesante poco meno di un chilo che si era staccata, guarda un po’ la sorte, dalla Brawn di Rubens Barrichello. Tutti fermi, si parla già di tragedia. Che viene evitata sul filo di lana grazie all’intervento dei medici, che riescono a stabilizzare per tempo le condizioni del pilota. Massa rimarrà fuori dalle gare fino all’anno successivo. Confermato dalla Ferrari, aveva la possibilità di riprendere il discorso interrotto quasi otto mesi prima. Ma le cose non vanno per il verso giusto.

Da allora a oggi, è un lungo filotto di delusioni che non trovano spiegazioni. Con la stessa macchina, Alonso sgomita e scalcia gara dopo gara alla caccia di un traguardo decisivo e determinante, mentre il brasiliano c’è ma spesso è come se non ci fosse. Nel 2010 chiude il campionato al sesto posto. Così come nel 2011. L’anno scorso, raggiunge il settimo posto finale grazie ai buoni piazzamenti delle ultime gare, altrimenti sarebbe andata pure peggio. Da qui, l’idea sempre più condivisa, sempre più ingombrante, che quella maledetta molla dell’Hungaroring abbia cambiato qualcosa nel complesso ingranaggio di Massa. Forse, senza prova di appello. C’era una volta il pilota brasiliano che correva come un missile e metteva nei guai anche i migliori protagonisti della F1. C’era e probabilmente non c’è più. Anche se a Monza diventerà il terzo pilota di sempre per gran premi disputati con la stessa scuderia (132). Il passato, quello no, non si dimentica.

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Dario Pelizzari