F1, Gp del Giappone: le pagelle
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F1, Gp del Giappone: le pagelle

Vettel sogna e fa sognare, Alonso fuori senza colpe, Raikkonen il killer del weekend, Massa over the top

8 - Sebastian Vettel. Adrian Newey semina, e lui, il terribile ragazzino tedesco dal talento grande così, raccoglie. Alla fine della giornata, porta a casa vittoria, giro più veloce e pole. Un triplete da far festa tutta la notte. In più, e non è poco, c'è quel meno 4 in classifica da Alonso che promette scintille da qui alla fine della stagione. Semplicemente, fantastico. Super Vettel.

7,5 - Felipe Massa. Facile dargli contro quando non gliene andava bene una. Per compagno di squadra ha un fenomeno che sarebbe in grado di far volare su una pista anche una vasca da bagno. Il pilota brasiliano è quasi certo di perdere il posto in Ferrari a fine anno, eppure a Suzuka sfodera una prova da grandissimo, che per lo meno lo mette in pari al cospetto della malasorte. Chiude la gara al secondo posto dopo aver recuperato 8 posizioni rispetto alla griglia di partenza. Non è una giornata indimenticabile, ma da qualche parte bisognava pur (ri)partire.

7,5 - Kamui Kobayashi. Erano 22 anni che un pilota giapponese non saliva sul podio in una gara di Formula 1. Perché non provarci sulla pista di casa, a due passi dal proprio pubblico e con l'opportunità di diventare una gloria da ricordare per l'eternità e pure oltre? Detto, fatto. Altro che prestazione da samurai. Kobayashi tira fuori dal cilindro della Sauber una corsa da veterano, resistendo con le unghie e con i denti all'assalto nel finale della McLaren di Button. E' nata una stella? Probabilmente, no. Ma che gioia per il popolo dagli occhi a mandorla.

7 - Jenson Button. Si poteva fare meglio? Evidentemente, sì. Ma quando gira male, non ce n'è per nessuno, nemmeno per un pilota che fino a qualche settimana fa pareva ancora tra coloro che potevano contendere il titolo iridato ad Alonso. Male in qualifica, decisamente meglio in gara, ma che fatica. Tutto qui?

7 - Nico Hulkenberg. Lo diciamo ormai da settimane. Ecco un 25enne che con una macchina al limite del presentabile riesce a fare colpi da primo della classe. Un altro risultato da sbandierare ai quattro venti con l'orgoglio di chi può diventare grandissimo. Partiva 15°, un mezzo miracolo. L'ennesimo.

6 - Lewis Hamilton. Come si diceva, le McLaren viste a Suzuka sono poca cosa rispetto a quello che ci si poteva attendere. Hamilton sceglie l'assetto e la scuderia inglese dirama un comunicato stampa in cui scrive che le scelte di gara sono soltanto opera del pilota che il prossimo anno passerà ai cugini della Mercedes. Quando si dice, fare spogliatoio. Quinto posto che non stravolge le logiche della classifica.

5  - Kimi Raikkonen. La doppietta del finlandese che non deve chiedere mai. Non gli era bastato fare danni nelle qualifiche, andando fuori pista e rovinando il giro di Alonso e di altri colleghi. Pronti e via ed è subito sera. Sbatte proprio sulla Ferrari del numero 1 della classifica piloti e causa un guaio che potrebbe essere decisivo per il mondiale. Per carità, soltanto sfortuna. Ma diamine...

4 - Romain Grosjean. Vero, se venisse lanciato ai 300 km/h sulla pista di Indianapolis potrebbe diventare uno dei protagonisti della gara più importante e popolare al mondo. Peccato che il francese della Lotus abbia deciso di mettere le proprie qualità al servizio della F1 e allora qualcosa non torna. Il copione non cambia. Semaforo verde e incidente. Lui colpisce e gli altri, i colpiti, lo maledicono con un'enfasi da borgata. A Suzuka fa fuori Rosberg e mette in crisi nera Webber. Fermatelo.

Ng - Fernando Alonso. Peggio di così non poteva andare. Weekend così così, ma grandissima attesa per la gara, dove il fenomeno spagnolo scala, meglio, scalerebbe le posizioni con una facilità disarmante. E sì, perché il tempo di fare poche centinaia di metri dal via e Raikkonen lo tampona da dietro. Ruota bucata, macchina che va per campi e fine della gara. Un mezzo disastro, forse di più. Ora il margine da Vettel è quasi inesistente. Un altro guaio così e finiscono i sogni di gloria del popolo di Maranello.

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Dario Pelizzari