Turrini: “Abbasso la nuova Formula sbadiglio”
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Turrini: “Abbasso la nuova Formula sbadiglio”

Per il noto giornalista sportivo, il Gp d'Australia ha dimostrato che la F.1 ha fatto un passo indietro in tema di spettacolo. La Ferrari? “Speriamo non si tratti di un fallimento progettuale”

Lo spettacolo, dopo di tutto. A Melbourne, sede della prima gara della nuova Formula 1, hanno vinto, nell'ordine, Nico Rosberg, la Mercedes e gli sbadigli. Spiega a panorama.it Leo Turrini, decano dei cronisti sportivi e fresco vincitore, insieme con il c.t. della Nazionale, Cesare Prandelli, del premio giornalistico Beppe Viola: “Chi governa l'automobilismo, e in particolare la F.1, dovrebbe mettere al primo posto sempre e comunque l'interesse dello spettatore, che sia a due passi dall'autodromo o davanti alla tv nel salotto di casa. E invece ho l'impressione che su questo ci sia un ritardo storico che continua a non essere colmato”. Punto e a capo. 

Per Jacques Villeneuve è una Formula tassisti, per Flavio Briatore è una Formula ragionieri. La nuova F.1 non convince e non appassiona. Di più, annoia.

“E' stata varata una rivoluzione tecnologica, progettata per anni, che da quello che abbiamo visto al primo impatto certo non ci fa stare sereni. In Australia, abbiamo potuto ascoltare comunicazioni tra le scuderie e i piloti al limite dell'imbarazzante. Dopo nemmeno 2 km di corsa, Hamilton si è sentito dire dalla Mercedes di ritirarsi per salvare il motore. Altri piloti che per tutta la gara sono stati costretti a fare i conti con i flussi della benzina e la gestione della potenza. In più, come se non bastasse, nell'assurdità delle norme della F.1, le scuderie hanno potuto provare pochissimo. Detto questo, per non cadere troppo nella disperazione, possiamo intendere il primo gran premio dell'anno come una sorta di prova generale. Può darsi che dalla prossima gara le cose possano cambiare. Sicuramente, il primo impatto è stato deprimente. Al di là del fatto che la corsa ha preso il via in Italia alle 7 di mattina, non credo che siano riusciti in tanti a reprimere gli sbadigli”.

Rispetto alle tante novità introdotte quest'anno, cosa ha funzionato e cosa è invece da rivedere?

“Intanto, diciamo che fino alla vigilia della gara di ieri abbiamo registrato un profluvio di dichiarazioni, da Montezemolo in giù, di persone che sostenevano che sarebbero state in poche le macchine a concludere la gara a causa della limitazione del carburante. Abbiamo visto come è andata la gara. Senza benzina, non ci è rimasto nessuno. Chi non è arrivato alla bandiera a scacchi è perché ha avuto problemi di altro genere. E' vero che abbiamo avuto un frangente di gara neanche breve in cui c'è stata in pista la safety car, che ha portato le monoposto a fare consumi limitati perché costrette ad andare più piano, ma in ogni caso dobbiamo registrare che quello che sembrava lo spauracchio un po' di tutti è stato per il momento accantonato. Tuttavia, è il contesto generale che non funziona. La sensazione che abbiamo avuto un po' tutti noi addetti ai lavori è che i piloti debbono, per assurdo, andare più piano invece che andare più veloci. Significativa la dichiarazione di Alonso a fine gara. Gli hanno chiesto se questa nuova F.1 gli piacesse e lui ha risposto con una smorfia. Ecco, ho la sensazione che anche chi è protagonista in pista non sia entusiasta per niente di questa rivoluzione tecnologica”.

Red Bull, sorpresa in positivo o grande bluff?

“Se noi prendiamo l'ordine di arrivo, la cosa assolutamente stupefacente rispetto a quanto abbiamo intravisto durante i test invernali è che la Red Bull di Ricciardo è stata la meno lontana dalla Mercedes di Rosberg. Però alla fine ci hanno detto che i bibitari hanno barato su un elemento fondamentale del nuovo regolamento, la questione del flusso del carburante durante la gara, e questo cambia le cose e non di poco. C'è un ricorso, loro dicono che il sensore messo a disposizione dalla Fia non ha funzionato a dovere e non c'era verso di fare diversamente. Ma in attesa dell'appello siamo in presenza di un sospetto di una gravità inaudita. Perché nelle tre pagine con cui la Fia ha certificato l'esclusione di Ricciardo si dice chiaramente che hanno deliberatamente imbrogliato. Un fatto gravissimo. E antipatico, perché stiamo parlando di una scuderia che ha vinto 4 campionati del mondo consecutivi. Dico di più. Cosa sarebbe successo se un'accusa del genere fosse stata mossa alla Ferrari? Cosa avrebbero detto se a Maranello avessero superato di botto una crisi tecnologica pesante con una soluzione che i commissari di gara hanno certificato fosse illegale? Per il momento, il giudizio sulla Red Bull non può che essere sospeso. Perché se il risultato di Ricciardo è figlio di una frode sportiva è un conto, altrimenti è tutt'altra cosa e tanti applausi a Newey e Horner che sono riusciti a colmare un gap che fino a qualche settimana fa pareva inarrivabile”.

Pronti e via e Mercedes batte Ferrari 1-0. Anzi, 35 secondi a 0. E fortuna che è intervenuta la safety car, altrimenti il divario tra Rosberg e Alonso sarebbe stato probabilmente maggiore.

“E' evidente che al Cavallino mancano i cavalli. Il mantra della Ferrari da quando è stata annunciata questa rivoluzione tecnologica è sempre stato: sarà decisiva l'affidabilità. Lavoriamo, dicevano, per rendere la nuova power unit solidissima. L'ha detto una settimana fa anche il presidente Montezemolo. Io ho sempre obiettato che oltre l'affidabilità c'è di più. La velocità in pista, tanto per intendersi. In Australia, è arrivata la conferma. La Ferrari ha almeno 50 cavalli in meno rispetto alla Mercedes. La spiegazione? Finora a Maranello non sono stati capaci a integrare il motore elettrico con il motore endotermico. L'Ers e il Kers, per fare i nomi. Ieri è stato uno strazio imbarazzante. Chi ha seguito la corsa, ha visto che due grandi piloti come Alonso e Raikkonen hanno fatto una fatica del diavolo a stare al passo delle monoposto con le power unit Mercedes. Se è un problema di software, tutti felici. Alla prossima, andrà benissimo. Ma se invece così non sarà, perché il problema è strutturale, saranno guai”.

Stefano Domenicali, team principal Ferrari, ha detto che non bisogna farsi prendere dal panico. Che presto o tardi, tutto sarà sistemato. A Maranello, hanno già cominciato a rincorrere?

“Non sono un appassionato della caccia al colpevole. E' chiaro però che se la Ferrari non dovesse riuscire a risolvere il problema di potenza della sua power unit allora saremmo di fronte a un fallimento progettuale. Che sarebbe doppiamente sgradevole. Perché storicamente la Ferrari è sempre stata un'azienda di motori. E il nuovo regolamento ha ridotto l'importanza dell'aerodinamica nel risultato finale, rimettendo il motore al centro di tutto. Se le cose non cambieranno nel corso del campionato e dovesse venire confermata la difficoltà delle monoposto del Cavallino, sarebbe un fallimento della logica Ferrari che non risparmierebbe nessuno. Io preferisco sperare che ne vengano fuori. Come cantava Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo”.

Lotus, dalle stelle alle stalle in pochi mesi.

“Torniamo inevitabilmente al discorso precedente. La Lotus ha il motore della Red Bull, il Renault. E com'è che Grosjean e Maldonado hanno dimostrato di avere guai grandi come una casa e la Red Bull ha raggiunto il secondo posto con Ricciardo? Non voglio essere colpevolista, ma la cosa non si spiega. Se lasciamo da parte i sussurri e le grida, va aggiunto che la Lotus è in una situazione molto complessa, perché ha perso in meno di un anno il responsabile del team, Eric Bouillier, che è andato alla McLaren, il responsabile del progetto tecnico, James Allison, che è andato alla Ferrari, e il suo pilota di punta, Kimi Raikkonen, anche lui ora a Maranello. Se si sommano tutte queste cose alla cronica crisi finanziaria della scuderia si fa presto a capire che molto meglio non poteva andare. Lo dico con il tono della battuta, ma fino a un certo punto: hanno fatto un altro grande errore, si sono fatti scappare Davide Valsecchi”.

McLaren, bentornata in paradiso.

“Qualcosa è cambiato. A cominciare dal risultato. L'anno scorso, la McLaren non ha mai raggiunto il podio. E a Melbourne, pronti e via, anche per la squalifica di Ricciardo, ha piazzato Magnussen al secondo posto e Button al terzo. E poi, sarà un caso, ma questa rinascita prende forma dopo il ritorno di Ron Dennis nel team. E' un dato di fatto. Terza valutazione, la più preoccupante per la Ferrari. Qualche mese fa, abbiamo detto che la McLaren ha già firmato con la Honda per la fornitura dei motori dal 2015. Per questo, si è detto, proprio perché ormai tutto è stato messo nero su bianco, che la Mercedes non avrebbe dato il meglio del suo prodotto a una scuderia che ha già deciso di cambiare strada. Ecco, non so se sia vero, ma se così è andata, se cioè la Mercedes non ha dato il suo motore migliore alla McLaren e ciò nonostante quest'ultima è riuscita a raggiungere a fare subito secondo e terzo allora significa che il vantaggio del motore Mercedes sulla Ferrari e sulla Renault è clamoroso. E per chi tifa Alonso e Raikkonen non è proprio una grande notizia”.

Twitter: @dario_pelizzari

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Dario Pelizzari