Milano troppo piccola per l'Eurolega
Savino Paolella / www.sportbestphoto.com
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Milano troppo piccola per l'Eurolega

La sconfitta contro il Fenerbahce Ulker Istanbul denuncia un problema di fondo: difficile emergere in Europa con il solo Samuels a lottare in mezzo all'area

No centimetri, no Eurolega. Parafransando un famoso slogan pubblicitario, è questo il messaggio ripetutamente lanciato dal Fenerbahce Ulker Instanbul all'EA7 Milano nella seconda sfida diretta del girone, ancora una volta vinta dai turchi per 80-74. La supremazia nell'area colorata, oltre a scavare quel solco che la rimonta finale dell'Olimpia (con un Brooks da 17 punti dopo il forfait per mal di schiena di Gentile durante l'intervallo) non è riuscita a colmare, è infatti stato il vero indicatore della differenza attuale tra la squadra di Armani e l'ambizioso Ulker di coach Obradovic, con Erden (12 punti, 7 rimbalzi) e Vesely (9 punti e 6 rimbalzi, inclusa la schiacciata da antologia che vedete nel video sotto) a dominare lo spazio aereo insieme a un Bjelica che esce vittorioso a punti (11 a 9) e soprattutto a rimbalzi (8 a 2) dal duello con Melli.

La schiacciata della serata


Emblematiche anche e soprattutto le statistiche alla seconda sirena: dei 44 punti dell'Ulker ben 18 (frutto di un positivo 9/13) arrivavano dal pitturato contro i 2/7 di Milano, destinati poi a diventare un altrettanto insufficiente 8/20 a fine partita. E se è vero che peggioravano nel frattempo anche quelle del Fenerbahce (13/25), che smetteva di attaccare il canestro con la determinazione iniziale ridando proprio per questo ossigeno all'EA7, è anche vero che la vittoria è stata costruita vicino all'anello ben prima dell'ultima frazione in cui la mano di Hickman (14 punti, con due triple nel caldissimo finale) riusciva a rintuzzare il ritorno di Milano con i suoi esterni.

Al di là della partita di Desio, il gap rimane comunque da tenere presente anche in chiave futura: Samardo Samuels (32' sul parquet, con 13 punti e 7 rimbalzi) non può ritrovarsi a ricoprire da solo il ruolo di centro come accaduto a Desio per l'evanescenza dell'ex-Maccabi Shawn James, impiegato per soli 4 minuti sul parquet da coach Banchi, che continua peraltro a tenere seduti in panchina i 209 cm di Angelone Gigli...

L'indicazione è insomma chiara: se Milano - la cui qualificazione alla Top 16 rimane aperta grazie alle contemporanee sconfitte di Bayern e Turow - vuole davvero competere nell'élite europea, ha bisogno di altre prestazioni (o magari altri nomi) sotto gli anelli oltre a quello del generosissimo Samuels. Perché se può anche permettersi di pagare dazio in regia, con Joe Ragland spesso sovrastato per dimensioni dal play avversario, lo stesso non può avvenire in quell'altro ruolo che la stragrande maggioranza dei coach vincenti ritiene determinante per le fortune di una squadra.

EA7 Milano-Fenerbahce Instanbul 74-80, gli highlights

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Paolo Corio