Eccessi di moralismo, apologia del qualunquismo

Eccessi di moralismo, apologia del qualunquismo

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Premesse:

- Delio Rossi ha sbagliato a lasciarsi andare
- Delio Rossi ha sbagliato a negare di aver fatto il dito medio a Burdisso
- Delio Rossi ha sbagliato a stuzzicare ulteriormente il pubblico dopo l’espulsione
- Delio Rossi non ha dato un bell’esempio
- Delio Rossi è andato in conflitto con lo stile Sampdoria

Detto questo Delio Rossi è un grande, e vi spiego perché. Innanzitutto è importante riportare le parole del tecnico dopo la multa che gli è stata comminata dalla Sampdoria: “Sono rammaricato per il gesto nel finale della partita di ieri, perché l’ho detto e lo ripeto: ho sempre dato rispetto e pretendo rispetto. Non tollero gli insulti senza motivo. Per il ruolo che ricopro, accetto di buon grado la multa comminata dalla società, che insieme abbiamo deciso di devolvere in beneficenza all’Ospedale Pediatrico Giannina Gaslini”.

Il senso del suo intervento si può riassumere in un concetto:

Rispetto per chi rispetta, ignoranza per gli ignoranti.

Nel dopo partita di Sampdoria – Roma, dai salotti del giornalismo in tv fino alle trasmissioni di approfondimento in tarda serata è andato in scena il sofismo del calcio. Pareri sdegnati, utilizzo di parole quali “recidivo” e “imbarazzante” nei confronti del tecnico di Rimini. L’Italia got’s talent del qualunquismo va in scena con la richiesta di “giustizia”, “provvedimenti”, “prese di posizione”. Adorabile l’uso e l’abuso della parola “giustizia” nel nostro paese, viene ciclicamente riproposta dalle persone che dovrebbero impararla. Condannare il gesto di Delio Rossi è legittimo, valutarlo come fuori luogo anche. Sarebbe stato interessante però anche dedicare attenzione sulla dinamica dell’accaduto cercando di capire anche che cosa potesse aver scatenato una reazione del genere. Invece nessuno si è chiesto cosa possa aver detto Burdisso. Le parole di Rossi: “Totti e De Rossi sanno che cosa mi ha detto Burdisso, quando vengo provocato rispondo” lasciano pensare che la fame di morale dei salotti del calcio non abbia tenuto in considerazione tutti i fattori. Ecco così alti prelati dell’informazione sportiva, che in diversi casi hanno totalmente dimenticato loro precedenti ben più difficili da giustificare, riaprire l’argomento Ljaijc. “Recidivo”.

Recidivo come gli sputi di Totti in visione mondiale a Poulsen, il fallaccio di Totti su Ramelow, Cufrè che schiaffeggia Del Piero, Totti che dà un pugno a Colonnese, uno a Manninger ed uno a Galante, la rissa con il Galatasaray in diretta europea, il calcione di Totti a Balotelli, Lamela che sputa a Lichtsteiner, Rosi che sputa a Lavezzi, Osvaldo che rifila gomitate in Coppa, De Rossi che dà un pugno in faccia a Mauri, Zago che sputa a Simeone, De Rossi che prende a gomitate gli avversari ai mondiali, Totti che dà calcioni gratuiti ad Ambrosini, De Rossi che fa il record europeo di 2 espulsioni in tre giorni, Osvaldo che prende a pugni un compagno. Come se non bastasse ieri dopo il processo a Rossi si è passato tempo a discutere sulla gerarchia dei rigoristi giallorossi e sulla difficile condizione di Osvaldo che, dopo aver “rubato” il rigore a Totti, sarà emarginato dai compagni. Osvaldo, lo stesso che mentre Delio Rossi usciva gli gridava “bastardo di merda”. Ma questo non conta.

Donare la multa all’ospedale Gaslini di Genova ha trasformato un brutto gesto in un bel gesto sperando di mettere la parola fine ad una polemiche che fa ridere e che sembra servire unicamente a distogliere l’attenzione dai problemi reali del nostro calcio con società invischiate nello scandalo scommesse fino al collo, tesserati ancora impuniti nonostante il coinvolgimento più o meno grave negli illeciti e tanto altro  schifo. Il vaffanculo di Delio ricorda quelli di Grillo verso la classe politica, toni sbagliati per un concetto giusto. Sono certo che in tanti, non solamente sampdoriani, hanno pensato allo show di Antonio Conte contro il Genoa. Se mio figlio facesse il dito medio a qualcuno lo sgriderei e gli chiederei il perchè, se si scagliasse contro una persona mi preoccuperei e gli chiederei “perchè?”. Detto questo: capitolo chiuso e tante scuse a tutti, Delio è solo un ragazzo.

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Matteo Politanò