E’ morto Riccardo Garrone, viva Riccardo Garrone

E’ morto Riccardo Garrone, viva Riccardo Garrone

Segui Blucerchiando su Facebook e Twitter Il presidente Riccardo Garrone si è spento questa sera. Aveva 76 anni ed era malato da tempo. Un fulmine a ciel sereno, che lascia un vuoto grande. Il presidente se n’è andato. Da tempo …Leggi tutto

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Il presidente Riccardo Garrone si è spento questa sera. Aveva 76 anni ed era malato da tempo. Un fulmine a ciel sereno, che lascia un vuoto grande.

Il presidente se n’è andato.

Da tempo aveva affidato la gestione della Samp e della Erg, l’azienda di famiglia che porta le iniziali sue e del figlio, a Edoardo, primogenito che era stato investito con la carica di vicepresidente vicario della società. Duccio amava la Samp, ne diventò sostenitore ai tempi di Paolo Mantovani, sponsorizzando la squadra che vinse tanti trofei in Italia e in Europa. Quando la Samp rischiò il fallimento lui subentrò salvando la società e iniziando un ambizioso piano di rilancio. In serie A al primo anno, in Champions League dopo otto.

In mezzo una storia infinita fatta di affetto e screzi con i tifosi, gioie e polemiche, momenti di crisi e di passione, come ogni storia d’amore che si rispetti. L’ultima immagine gioiosa di Duccio è proprio quella del 16 maggio 2010, la vittoria in casa con il Napoli e la festa al Luigi Ferraris per la conquista della Champions League. Il giro di campo, l’abbraccio con la squadra e soprattutto con lui, Antonio Cassano, il suo figlioccio. Tra le delusioni più grandi nella sua esperienza da presidente c’è sicuramente il divorzio con il barese, nato da insulti e screzi, da una mancanza di rispetto che nessuno si aspettava e sulla quale non ha senso neppure tornare. Duccio ci era rimasto male ma non aveva smesso di investire tempo e risorse nella Sampdoria pur sapendo di essere in un momento di svolta epocale, un cambio generazionale che lentamente stava guidando Edoardo a prendere le redini dell’impero.

La scorsa stagione lo si era visto solo in qualche occasione salire fino a Bogliasco, quest’anno mai. Non era tifoso nel senso stretto del termine ma con gli anni il suo legame ai colori blucerchiati era diventato sempre più stretto, sfociando in un amore vero e profondo. Da tempo stava male, un male di cui non si parlava in città. Chi ama la Sampdoria e la città di Genova dovrà essere per sempre grato a Riccardo Garrone, presidente e imprenditore che ha rappresentato e dato tanto.

Ciao Duccio, grazie di cuore.

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Matteo Politanò