Cinque domande sulla crisi Ferrari
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Cinque domande sulla crisi Ferrari

Il Gran Premio degli Usa ad Austin ha messo in mostra una "Rossa" in difficoltà

Gp Usa ad Austin. Fernando Alonso chiude 6° respingendo l'assalto finale della Sauber (motorizzata Ferrari) di Hulkenberg. La sua Ferrari finisce a 29" da Vettel; una media di mezzo secondo a giro di ritardo. Massa va anche peggio e si salva dal doppiaggio per una dozzina di secondi. 

Risultati corse simili a troppe altre di questo negativo finale di stagione della scuderia di Maranello, che, dopo Monza ha cominciato una lunga ma inesorabile discesa verso un livello di mediocrità che non le compete. Una cosa deprimente per i tifosi che nelle prime 5 gare, fino al successo straripante di Alonso in Spagna avevano sognato addirittura il mondiale. Poi la crisi.

Che lascia aperti alcuni interrogativi che sui social network ed i forum specializzati impazzano (e non solo da ieri) e a cui andrebbe data una risposta:

1) E' visibile ad occhio nudo che il vero problema è stato il mancato sviluppo. Le altre vetture sono migliorate nel corso della stagione, la Ferrari no. Perché?

2) Dopo Singapore, con il mondiale assegnato di fatto a Vettel, la rossa ha scelto di chiudere con il presente pensando già al 2014? Se la risposta alla domanda è si, perché non è stato detto chiaramente ai tifosi?

3) Perché la Ferrari (ed i suoi piloti) faticano da anni soprattutto in prova?

4) Siamo sicuri che basterà l'avvento del motore turbo per la prossima stagione a rimescolare le carte ed a portare la Ferrari nei posti che per storia, tradizione ed investimenti, merita di avere?

5) Raikkonen, operazione a parte, sembra in calo, mentre Grosjean ed Hulkenberg sono cresciuti in maniera importante. Sicuri che quella del finlandese sia stata la scelta migliore per il dopo Massa?

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Andrea Soglio