Difesa a tre? Pregi e difetti del nuovo modulo nerazzurro
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Difesa a tre? Pregi e difetti del nuovo modulo nerazzurro

Pasquale Marino, ex tecnico di Udinese, Parma, Catania e Genoa, spiega le caratteristiche dello schema che Stramaccioni utilizzerà a Verona

Dopo la sconfitta contro il Siena l'Inter corre ai ripari. Nella sfida al Chievo Verona Stramaccioni dovrebbe tornare al 3-5-2, modulo che in settimana è stato consigliato a gran voce anche dal patron nerazzurro Massimo Moratti. Per questo motivo con tutta probabilità andrà in campo una retroguardia composta da Ranocchia, Chivu e Juan Jesus. Sugli esterni invece i compiti di copertura e spinta saranno affidati all'immortale Zanetti e al neo arrivato Pereira. Ma perchè scegliere la difesa a tre?

Lo schema in questione è un modulo che negli ultimi anni ha trovato sempre più spazio in serie A. Negli anni precedenti l'arrivo di Sacchi al Milan la scelta dei tre difensori era più diffusa, poi ci fu il boom del 4-4-2 che divenne lo schema più utilizzato. Prima la difesa a tre veniva schierata con due marcatori che avevano il compito di ostacolare gli avversari diretti con marcature a uomo e un libero che invece garantiva la copertura. Ai giorni nostri invece i tre difensori sono sempre più versatili e capaci di scambiarsi anche le marcature nel corso della partita. Il punto focale della scelta del modulo difensivo a tre verte però sull'aiuto che spetta ai centrocampisti esterni.

Soli tre difensori non possono coprire tutto il rettangolo di gioco e per questo motivo si assiste spesso all'integrazione dei centrocampisti. Dopo le frecciate di Massimo Moratti e i gol inccassati contro il Siena Andrea Stramaccioni sembra dunque deciso a cambiare il modulo in difesa facendo affidamento sui tanti giocatori in rosa che conoscono bene lo schema: "Ci sono giocatori che con questo modulo hanno scritto pagine di storia: Samuel ha vinto lo scudetto a Roma, Chivu ha giocato così all'Ajax, Ranocchia l'ha già provata. E' una batteria che permette soluzioni alternative. Se non domani, é comunque una situazione futuribile" ha spiegato il tecnico in conferenza stampa.

Per meglio comprendere la scelta tattica nerazzurra abbiamo intervistato Pasquale Marino, allenatore di Catania, Parma, Udinese e Genoa in serie A, da sempre estimatore del 3-4-3.

L'Inter di Stramaccioni sembra pronta a passare alla difesa a tre, secondo lei perchè questa scelta?

Non entro nelle questioni tecniche dell'Inter, sono sicuro che Stramaccioni sia perfettamente in grado di gestire la sua rosa. Credo però che l'allenatore possa optare a questa soluzione per dare più certezze alla difesa. Con tre difensori centrali si è più coperti e si può impostare l'azione già dalla propria area.

Lei ha sempre puntato sul 3-4-3, quali sono pregi e difetti di questo modulo?

Fin dall'inizio della mia carriera è uno schema che ho sempre apprezzato. Se hai giocatori bravi tecnicamente e in grado di iniziare l'azione è un modulo che facilita il possesso palla e crea superiorità numerica. Importante è però studiare bene i movimenti a scalare degli esterni perchè il rischio è di ritrovarsi spesso scoperti. Va fatto un grande lavoro tattico soprattutto quando si gioca contro avversari che schierano due/tre punte.

A suo parere quali sono i giocatori dell'Inter che si prestano maggiormente a questo modulo?

I difensori dell'Inter hanno tutti una carriera alle spalle e delle capacità tecniche sopra la media. Quindi credo che siano tutti in grado di giocare con questo modulo. Su tutti mi viene in mente un giocatore come Christian Chivu, grazie alle sue capacità tecniche può fare la differenza, anche in fase di impostazione di gioco.

Quali sono le squadre italiane che hanno prodotto il gioco migliore con la difesa a tre negli ultimi anni?

In questi anni il Napoli di Mazzarri, l'Udinese e anche la Juventus di Conte hanno ottenuto ottimi risultati con questo modulo. Soprattutto i partenopei hanno assimilato alla perfezione i dettami tattici del tecnico crescendo anno dopo anno.

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Matteo Politanò