Derby di Genova, la protesta fa il giro del mondo
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Derby di Genova, la protesta fa il giro del mondo

L'anticipo delle 12,30 viene ritenuto un attentato alla passione. Favorevole allo spostamento anche il sindacato di polizia - La protesta: "Non entreremo allo stadio"

"Genoa v Sampdoria: Fans boycott derby over early start". "I tifosi boicottano il derby per l'inizio troppo presto". Così titola la BBC, tra le più autorevoli fonti d'informazione d'Oltremanica. La notiza della protesta di una parte del tifo organizzato in vista del derby del prossimo 2 febbraio alle 12,30 fa rumore. E mentre a Genova il dibattito sull'opportunità o meno di aderire è all'ordine del giorno l'attenzione è sui fattori scatenanti della decisione. Il mondo del tifo italiano, da tempo in un clima di forte contrapposizione con le regole del calcio in tv e con quelle di chi complica gli accessi allo stadio, soffre di un male che troppo spesso viene erroneamente ed unicamente associato al mondo ultras.

La cronaca dall'estero risulta così limpida, immune a teorie e schieramenti. "Il pensiero di un grande derby in uno stadio vuoto sembra ridicolo ma i tifosi di Genoa e Sampdoria, non solo ultras, hanno scelto di disertare allo stadio contro l'orario della partita alle messa alle 12,30 per esigenze televisive" così racconta Inside World Football. Storia curiosa in un paese come l'Inghilterra, dove il calcio in tv la fa ugualmente da padrone ma gli stadi restano pieni a qualsiasi ora. Un gesto eclatante per tanti genovesi, loro che "sono i veri protagonisti del derby di Genova e per questo meritano rispetto" come spiegato nei comunicati diffusi nei giorni scorsi.

L'ultima volta che la BBC aveva trattato l'argomento "proteste del tifo in serie A" era in occasione di un Parma - Roma giocato a pranzo con i tifosi emiliani che avevano mangiato allo stadio. "Parma fans decided to hold their own protest inside the ground during their lunchtime fixture with Roma, by eating sandwiches". La protesta e il tema del "derby troppo presto" sono stati trattati anche dall'Agenzia Reuters: "Solitamente le proteste in Italia sono sotto il dominio dei gruppi ultrà ma in questo caso hanno aderito anche diversi club regolari come quello che riunisce 182 associazioni di tifosi genoani nel mondo. La situazione è resa ulteriormente complicata anche dalla tradizionale fiera di Sant'Agata che si svolge lo stesso giorno a Marassi, il quartiere dello stadio Luigi Ferraris".

Una protesta unica nel suo genere che nelle ultime ore ha ottenuto anche un'adesione inaspettata, quella del Silp, il sindacato di polizia che fa capo alla Cgil. "La scelta di fare disputare il “derby della Lanterna” alle 12.30, dimostra ancora una volta che gli interessi privatistici prevalgono su quelli sociali che invece dovrebbero essere garantiti dalle istituzioni" il commento di Roberto Traverso, segretario generale provinciale. "E allora perché non si è protestato nelle settimane scorse, durante le partite alle 19 ad esempio?" una delle domande più frequenti trova spesso la stessa risposta: "Un gesto eclatante lancerebbe un messaggio forte a chi sta uccidendo la passione per il calcio". 

La speranza di tanti, in ascolto per un possibile rinvio che non è ancora da escludere, è che si possa vivere la protesta senza arrivare a punti di rottura, rispettando anche la decisione di chi da una parte o dall'altra non voglia partecipare. "Boicottare questa protesta è boicottare il tifo"; alcuni la pensano così. Altri credono che alla fine lo stadio sarà tutt'altro che vuoto, soprattutto grazie a chi spera in qualche forfait per vedere la partita allo stadio da non habitué in barba ad ogni picchetto. Il tema centrale della discussione resta però attuale e senza spiegazione: un derby come quello di Genova non avrebbe meritato un orario diverso? 

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Matteo Politanò