Valsecchi, comunque vada sarà un successo
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Valsecchi, comunque vada sarà un successo

In tantissimi hanno aderito alla campagna lanciata da panorama.it per sostenere la candidatura del terzo pilota Lotus come sostituto di Raikkonen negli ultimi due gran premi. L'ashtag #valsecchiforbrasil, il simbolo dell'iniziativa

Innanzitutto, grazie. Grazie per l'affetto e la convinzione con la quale in tantissimi avete deciso di sostenere la candidatura di Davide Valsecchi al Gran premio del Brasile. Su Facebook e Twitter quasi non si contano i messaggi che sono stati recapitati all'indirizzo di Eric Boullier, team principal della Lotus, e che hanno creato scompiglio sulla pagina ufficiale della scuderia di Enstone. Grazie anche ai tanti addetti ai lavori, amici e colleghi, che hanno dato il loro appoggio a quello che, in fondo, altro non era che un tentativo di far prevalere le logiche del cuore a quelle dell'interesse fine a se stesso e pure mal mascherato. La Lotus ha scelto di sostituire il dimissionario e dolorante Kimi Raikkonen con il suo connazionale Heikki Kovalainen, terza guida della Caterham, perché cercava punti per la classifica piloti e riteneva, decisione assolutamente legittima pure se difficile da comprendere fino in fondo, che un pilota della sua esperienza potesse essere più utile rispetto al giovane eppure già collaudato Davide Valsecchi, ultimo vessillo tricolore in un'Italia che fa fatica ad accompagnare sulla platea della Formula 1 un protagonista di casa nostra.

Ci abbiamo provato. Tutti insieme. Perché dalla Penisola malridotta eppure ancora colma di entusiasmo per lo sport e le due declinazioni arrivasse a destinazione il coro di incitamento per un pilota, Davide, che l'anno scorso ha vinto la Gp2 e che quest'anno si è diviso tra il ruolo di comprimario alla Lotus e quello di commentatore per Sky. Perdonate l'ardire, che nulla ha a da spartire con la supponenza: noi continuiamo a essere convinti che Valsecchi meritasse di prendere il posto di Raikkonen nelle ultime due gare del Mondiale. Perché una regola non scritta della F1 dice che quando uno dei due titolari marca visita per ragioni diverse il suo posto spetta alla prima riserva. In realtà, non funziona così. Le scuderie possono scegliere il pilota che credono, senza alcun vincolo e riserva. Boullier ha scelto Kovalainen e fine dei giochi. Valsecchi ha fatto un passo indietro ma proprio non ce l'ha fatta a non alzare la voce.

Ha detto qualche ora fa il pilota di Erba a Espn: “Hanno chiamato qualcun altro quando si è presentata l'occasione e questo significa che non servo a molto alla squadra di quest'anno. Non è stata una soddisfazione a livello personale, ma sappiamo che il team aveva diritto di decidere”. E ancora: “Per la mia carriera sarebbe stata un'opportunità. Anche perché, visto come è andata la macchina nell'ultimo gp, poteva essere davvero una grande occasione”. Difficile dargli torto. Vero, in Texas Kovalainen è andato forte nelle prove libere e nelle qualifiche. Più del previsto, a dirla tutta. Salvo poi rimanere vittima di se stesso e di alcuni errori della Lotus nel corso della gara. Si è detto: “La Lotus ha scelto bene perché Valsecchi non ha mai guidato sulla pista di Austin e nemmeno all'autodromo di San Paolo”, sede dell'ultima prova della stagione, in programma domenica prossima.

Obiezione ragionevole e comprensibile, ma inevitabilmente ricca di falle. Il pilota italiano non è uno sprovveduto e avrebbe fatto sicuramente del suo meglio per risolvere i limiti più ingombranti. Ciò detto, in Brasile, ormai si attende soltanto l'ufficialità, correrà ancora Kovalainen, come da accordi. Ci abbiamo provato. Peccato, è andata male. E lui, Davide, ha capito il senso del nostro affetto ritwittando il post con il quale abbiamo presentato la campagna in sua difesa. Cosa resterà di tutto questo? Tanto, tantissimo. Abbiamo avuto la conferma, caso mai ce ne fosse stato bisogno, che nella Penisola batte un cuore carico di entusiasmo per un pilota che presto o tardi, ne siamo certi, rappresenterà l'Italia nella Formula 1. Populismo? Ognuno definisce il senso del proprio credo come ritiene più opportuno. Noi abbiamo provato ad alimentare la nostra convinzione con la carica di un'idea nella quale crediamo fermamente. Tutti insieme, per dare voce a un coro che certo non è passato inosservato dalle parti di Enstone. Forza Davide, non mollare. Noi stiamo dalla tua parte.

@dario_pelizzari

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Dario Pelizzari