Addio a Dario Fo: tifoso dell'Inter, si sentiva tradito dal calcio
ANSA / MATTEO BAZZI
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Addio a Dario Fo: tifoso dell'Inter, si sentiva tradito dal calcio

Il premio Nobel ha più volte parlato del suo rapporto con lo sport, dedicando anche un libro al pugile sinti Johann Trollman

Dario Fo e lo sport, un binomio atipico che ha origini lontane. Il premio Nobel per la letteratura, scomparso all'età di 90 anni nella sua Milano, aveva fortemente amato il calcio da tifoso dell'Inter (che infatti gli ha reso omaggio sul suo sito web), ma era rimasto deluso dal sistema. La sua idea di sport era quella della dimensione greca, una lealtà che nel mondo del pallone si è persa progressivamente. "Ero tifoso dell’Inter di Meazza, ma ho smesso di seguire da vicino questo sport quando sono iniziate le manfrine e lo si usava per fare politica. Certe cose non mi piacciono", aveva raccontato nel 2013. Il legame con il calcio era però rimasto in occasione delle partite della nazionale: "Mi appassionano gli azzurri, spero che possano tornare vincenti come nel 2006". 

È morto Dario Fo, giullare da Nobel - Foto


Nel 2013, dalle colonne del Corriere dello Sport, aveva parlato di calcio e della crisi delle milanesi: "Lo sport è lo specchio della società e in questo caso della città. Io fingo di non interessarmene ma in realtà il calcio un po' lo seguo e non posso non accorgermi che si sono perse la chiarezza, la pulizia e l’esempio che Milano ha dato per anni. Pensate che Thohir si senta a casa a Milano? Oppure credete che sia venuto qua perché considera l’Inter un affare? Purtroppo non c’è più la dimensione greca dello sport, la voglia di confrontarsi che avevano tutte le Polis. Gli anni sono passati e i valori sono diversi".

Il cordoglio dell'Inter sul sito ufficiale: 

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La sua idea di sport è contenuta in tante opere, ma più delle altre colpisce il passo contenuto nel libro Il Mondo secondo Fo del 2007. 

"Nella mia vita non ho mai fatto sport come si intende oggi, nel senso di andare in palestra, di seguire artificiosi allenamenti, di gonfiare spropositatamente i muscoli. I miei sport sono stati quelli che offriva l’ambiente, allora quasi incontaminato, del lago. Dove, come tutti i giovani, nel tempo libero si andava in barca, si nuotava, ci si tuffava, si faceva a cazzotti, si andava sullo slittino quando c’era la neve e ci si arrampicava sugli alberi in primavera… E si correva. Sempre, tanto, a perdifiato. Che fossero sport l’abbiamo saputo poi, per noi era divertimento e gioia. Pura felicità di godere dell’aria, dell’acqua, della terra. L’allegria delle gare con le barche leggere del lago, in coppia a vogare piegando le schiene in sincrono, buttando fuori il fiato allo stesso momento… Un piacere immenso."

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Nella sua infinita carriera letteraria Dario Fo ha poi anche scritto di boxe in Razza di Zingaro, libro in cui racconta la storia del pugile tedesco Johann Trollman, morto in un campo di concentramento nel 1943 dopo essere stato a lungo discriminato dai nazisti per la sua origine sinti.

L'ultima "dichiarazione" sullo sport di Dario Fo è poi stata lo scorso 19 aprile, ospite a Quelli che il calcio su Rai 2: "Il Napoli mi piace molto, vivo e pieno di fantasia". 


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Matteo Politanò