D’Antoni: “Questi sono (finalmente) i miei Lakers”
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D’Antoni: “Questi sono (finalmente) i miei Lakers”

Al via della stagione nba il coach vuole smentire i detrattori: “Ora la squadra mi assomiglia” - I pronostici di F. Tranquillo

Domani sera parte la stagione nba 2013-2014. Dopo i giudizi, le classifiche e le chiacchiere da bar (o da pub visto che siamo negli States) di pre stagione, i Lakers di Mike D’Antoni stanno per scendere in campo per provare a scrollarsi di dosso lo scetticismo che aleggia ormai da più di un anno intorno alla franchigia.

Il più ottimista in casa gialloviola sembra essere proprio il coach ex Olimpia Milano che dopo le partenze di Howard e Metta World Peace e gli arrivi di giovani interessanti, su tutti Nick Young, non vede l’ora di zittire i detrattori che vedono i Lakers fuori dal lotto di pretendenti per la postseason. 

Allora Mike, come stanno i tuoi Lakers?

“Stanno bene. Devo dire che il livello di forma per una squadra ancora in preseason è già molto buono. Se però mi chiedete quando tornerà Kobe vi dico subito che non so niente. Dipende tutto da lui e dal suo staff…”. 

Steve Nash come sta?

“Sta molto meglio. Sicuramente più dell’anno scorso. Probabilmente all’inizio dovrò far ruotare i nuovi ma il suo apporto sarà fondamentale”.

E’ vero che state pensando al turnover?

“Vero, ma non abbiamo ancora deciso. Di certo considerata l’età, gli infortuni e l’importanza che Steve ricopre per la squadra non vedo il senso di farlo giocare quando la posta in palio è bassa”. 

Cosa vedi di diverso rispetto allo scorso anno?

“Siamo un gruppo migliore in cui tutti i giocatori hanno deciso di sposare la causa e salire sulla stessa barca. Penso che in questo modo potremo ottenere buoni risultati e raggiungere i playoff”.

Pensi davvero di avere in mano un squadra da playoff?

“Sì, anche se come talento di sicuro non siamo forti come lo scorso anno. Perlomeno sulla carta”.

Qual è stato il problema della scorsa stagione?

“Mancava la chimica. Eravamo infarciti di All-Star ma con non c'era nessuno disposto a "portare l’acqua" al compagno. Tutti volevano berla quell'acqua. Sotto questo punto di vista credo proprio che la squadra di quest’anno sia migliore”. 

Non ti dispiace allenare la squadra Nba più blasonata al mondo in un momento di ricostruzione? 

“Credevo che la più blasonata fosse l’Olimpia Milano… (ride ndr). Forse non siamo forti oggi ma lo diventeremo. Ci stanno periodi come questi all’interno della storia di una franchigia che comunque vedo in risalita. Ricordo che nelle ultime 40 partite dello scorso anno abbiamo avuto il terzo miglior record della lega. Abbiamo preso tanti giocatori da far crescere come Farmar, Johnson e Young. Dobbiamo dare tutto, poi vedremo dove siamo arrivati”.

Qual è il tuo obiettivo?

“Far crescere i giovani e mettere Steve e Paul (Gasol ndr) in condizione di rendere al massimo. Certo poi abbiamo bisogno che Kobe torni sui suoi livelli ma servono anche un paio di persone capaci di elevare il loro livello di gioco. In questo modo potremo dare fastidio a molti…”.

Come vedi Gasol nei tuoi “nuovi” Lakers?

“Sicuramente verrà sfruttato molto di più che nella passata stagione, soprattutto in post basso e in post alto dove riesce a dare il meglio”.

Quanto ti assomigliano i Lakers di quest’anno?

“Molto, anche perché tutti credono in quello che stiamo facendo. Ci sentiamo tutti sulla stessa barca e credo che questa sia la cosa più importante”.

Quale sarà la squadra da battere?

“Le maggiori possibilità di titolo le do ancora a Miami, seguita a ruota da Oklahoma se Westbrook sarà quello di prima dell’infortunio. Indiana ha un grande potenziale, così come Chicago con Rose che pare essere tornato ancora più forte. Sono solo ipotesi. L’Nba è bella perché davvero non sai mai che squadra potrebbe vincere”.

Quali chance hanno i giocatori italiani in Nba?

“Non conosco Datome ma come tutti quelli che arrivano dall’Europa credo che gli serviranno determinazione e un pizzico di fortuna. Personalmente mi auguro che Gallinari rientri davvero al 100%, per dimenticare e far dimenticare da subito l’infortunio al ginocchio”.

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Teobaldo Semoli