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ANSA / MATTEO BAZZI
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Crisi Milan, Gattuso sotto processo: le sue responsabilità

Fuori dall'Europa League, in frenata in campionato: il tecnico deve reagire per salvare la panchina. Ma non tutte le colpe sono sue...

La sconfitta contro la Fiorentina certifica la crisi del Milan. Lo ha ammesso anche Gattuso che si trova al bivio della stagione e, forse, della sua carriera; davanti a lui ci sono Frosinone e Spal per cercare di raddrizzare il finale del 2018 e cancellare dalla testa del club l'idea di trovare un'alternativa per la panchina. Il nome è quello di Wenger, già al lavoro con Gazidis nell'Arsenal.

I rossoneri sono in frenata prolungata. Fuori dall'Europa League nell'amara notte di Atene contro l'Olympiacos, fuori dalla zona Champions League che rappresenta il traguardo irrinunciabile per la società alle prese con la sanzione Uefa per le violazioni del Fair Play finanziario. Una situazione scomoda per l'allenatore che fatica a trovare una soluzione ai problemi della sua squadra.

Milan eliminato dall'Europa League: tutti colpevoli (non solo Gattuso) | video

Le resposabilità degli altri

In una situazione come questa è inevitabile che si apra il processo alla guida tecnica. I capi d'accusa sono tanti, resi evidenti dalla mancanza di risultati nell'ultimo mese. Però Gattuso non è l'unico colpevole della crisi del Milan, costruito in modo incompleto in estate (il mercato fin qui ha dato davvero poco in termini di presenze e qualità), con infortuni che lo hanno falcidiato colpendo duro un settore per volta e togliendo alternative che sarebbero state vitali. Il centrocampo senza giocatori della sfida contro la Fiorentina è stato l'ultimo episodio di una serie da incubo.

Anche il fuoco amico dentro il club, dove non si è mai perpecito un appoggio totale e incondizionato, non lo ha aiutato a gestire con la massima serenità i tanti momenti difficili di una stagione in salita. Non si può dimenticare che il Milan è reduce da un doppio cambio di proprietà e management nell'arco di quindici mesi e che è stato attraversato da scosse telluriche che ne hanno messo a dura prova la tenuta.

Le colpe di Gattuso nella crisi Milan

L'involuzione del Milan, però, non può non essere registrata e in parte addebitata anche alle scelte del suo allenatore. I pareggi contro Torino e Bologna, seguiti dalla sconfitta con la Fiorentina, hanno fatto sprecare una chance unica per consolidare il quarto posto a aiutare l'ambiente a ragionare a mente fredda anche in vista di un mercato di gennaio che si annuncia complesso. Ecco i capi d'accusa per Gattuso:

LA SQUADRA NON SEGNA E CREA POCO - Ultima rete realizzata al 71' di Milan-Parma (Kessiè), poi il nulla. Zero contro Torino, Bologna e Fiorentina per un totale di 289 minuti, recuperi esclusi. Pesa la crisi di Higuain, ma anche una fatica bestiale a creare gioco e concludere in porta. I numeri sono impietosi: 15 tiri dentro lo specchio in 270 minuti. Troppo poco e Gattuso ha spiegato di aver sofferto le pressioni per giocare a due punte ritenendo più funzionale il 4-3-3.

LA CRISI DI HIGUAIN - Il Pipita doveva essere il valore aggiunto e, invece, si sta rivelando il flop stagionale più amaro e costoso. Non segna dal 28 ottobre contro la Sampdoria e il digiuno è arrivato a quota 8 partite (Europa League compresa) e 55 giorni. Ha sbagliato il rigore contro la Juventus e lì la sua stagione è svoltata in negativo.

Nervoso, inconcludente, poco inserito nella manovra e, in ultimo, al centro di voci di mercato che lo vorrebbero lontano dal Milan già a gennaio. La colpa di Gattuso? Non essere riuscito a stabilire con lui il feeling giusto né a livello umano né costruendo un gioco che sia cucito su misura come lo è stato a lungo quello del Napoli di Sarri.

SCARSE ROTAZIONI - Nella fase buona dell'autunno, quando i risultati arrivavano, Gattuso ha limitato al minimo le rotazioni col risultato di stressare i titolari senza che le riserve potessero poi essere pronte. L'esempio più lampante è Jose Mauri, che quando è entrato in condizione ha fatto vedere di poter essere utile. L'accantonamento di Montolivo è un caso a parte. Il Milan non poteva permettersi di affrontare una stagione in 14-15 uomini e per due mesi lo ha fatto, pagandolo poi nel momento in cui la sfortuna si è accanita.

ELIMINAZIONE DALL'EUROPA LEAGUE - La sintesi di tutto è il ko di Atene che ha sancito l'eliminazione dall'Europa League. Quella sera Gattuso ha sbagliato cambi (non per la prima volta) e, in generale, ha pagato il conto di un girone giocato interamente male, spesso sbagliando l'approccio alla partita anche quando, come contro il Dudelange, sarebbe bastat non distrarsi per evitare di compromettere il risultato finale.

Il doppio confronto con Frosinone e Spal è un'ultima spiaggia per Gattuso e per tutto il Milan. Solo l'andamento lentissimo nella zona Champions League (la proiezione per il quarto posto è a 63 punti dopo 17 giornate) non ha reso la crisi irreversibile, però i segnali sono preoccupanti e il tempo per rimediare poco. A gennaio il mercato dovrà regalare qualche rinforzo. Se a Gattuso o a qualcun altro dipende dai prossimi 180 minuti.

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Giovanni Capuano