Sentenza Tnas: Conte torna il 9 dicembre. Agnelli: "Resta un uomo innocente. Lo aspettiamo in panchina"
Il Tnas cancella in parte le sentenze. Agnelli: "Adesso riformare la giustizia sportiva". Caduto il teorema Mastronunzio
Antonio Conte tornerà in panchina il 9 dicembre contro il Palermo. Il Tnas gli ha infatti riconosciuto uno sconto di 6 mesi sulla squalifica di 10 che Disciplinare e Corte di Giustizia gli avevano comminato. Alla fine Conte è stato punito con 4 mesi meno 2 giorni di squalifica perché tecnicamente la sanzione termina l'8 dicembre. La sentenza del Tnas ribalta in parte quella dei primi due gradi di giudizio che prevedevano per il tecnico juventino il rientro il 10 giugno 2013. Una sconfessione che era annunciata e che riporta la vicenda processuale di Conte sui livelli dell'accordo per il patteggiamento raggiunto in estate con la Procura federale e poi ritenuto incongruo dai giudici della Disciplinare.
Una soluzione che non soddisfa la Juventus. Il presidente Andrea Agnelli si è schierato con il tecnico in una nota ufficiale pubblicata sul sito: "Mantengo la mia convinzione, condivisa da tutta la Juventus, che Antonio Conte sia un uomo innocente e completamente estraneo ai fatti che gli vengono attribuiti. La conferma della squalifica è una sconfitta ingiusta, che deve far riflettere tutto il sistema calcistico. La Juventus aspetta il suo allenatore finalmente in panchina, dove il suo talento riesce ad esprimersi pienamente, proseguendo il lavoro che quotidianamente sta garantendo, con abnegazione e dedizione alla Squadra".
Poi il richiamo alla battaglia durissima intrapresa con la Federazione: "Alle mille parole fatte da più parti su questa vicenda, le istituzioni sportive devono oggi dare seguito con una riforma profonda del sistema della giustizia sportiva, che sia in grado di evitare le pericolose asimettrie, cronologiche e di giudizio, che si sono verificate negli ultimi anni e che hanno spesso dato luogo a vere ingiustizie. Auspico che questo appello venga raccolto rapidamente, perché tali deviazioni non si ripetano mai più".
In attesa della pubblicazione delle motivazioni, è evidente che nel confronto serrato sul tavolo del Tnas è certamente venuta meno l'aggravante morale che aveva spinto i giudici della Corte di Giustizia federale (che è il secondo grado d'appello) a considerare l'omessa denuncia per la combine di Albinoleffe-Siena meritevole da sola di una pena durissima (10 mesi) perché quasi al limite della stessa partecipazione all'illecito da parte di Conte.
I giudici lo avevano scritto con chiarezza parlando di "particolare gravità del comportamento nei fatti quantomeno omissivo" e argomentandolo non tanto per il 'non poteva non sapere' e per il suo carattere "accentratore" che rendeva poco credibile che il collaboratore Stellini si fosse mosso di sua iniziativa, quanto per la vicenda di Salvatore Mastronunzio.
E' proprio questa parte delle due sentenze è caduta. Per i giudici valeva come prova della partecipazione diretta dell'allenatore alla combine. Secondo la Corte (in conferme di quanto scritto dalla Disciplinare), Mastronunzio sarebbe stato l'unico ad opporsi alla combine contro l'Albinoleffe avendo "preteso che un analogo trattamento il Siena lo riservasse anche alla propria ex squadra (Ascoli) che avrebbe di lì a poco incontrato". Per questo Conte lo avrebbe escluso dalla rosa nella parte finale della stagione. Il dialogo sarebbe avvenuto alla vigilia di Ascoli-Siena del 14 maggio 2011.
Una tesi smontata dallo stesso Mastronunzio in un'intervista televisiva nella quale l'attaccante ha confermato una delle tre versioni fornite da Conte e cioè che la sua esclusione fosse per infortunio. "Mi sono infortunato (stiramento) a tre giornate dalla fine. Titolare? Nel girone di ritorno ho fatto più panchina. Conte? Con lui il rapporto è stato buono".
Ma siccome il Tnas non ha ascoltato nuovi testi per non creare precedenti e nelle memorie difensive non esiste traccia della cartella sanitaria del giocatore ma solo di un comunicato stampa pubblicato allora dal Siena, vale sottolineare come la stessa sentenza della Corte contenesse sul caso-Mastronunzio delle imprecisioni sostanziali.
Ad esempio viene indicato come Mastronunzio fosse un ex dell'Ascoli, cosa non vera visto che l'attaccante arrivò al Siena dall'Ancona (42 gol in 83 presenze in due stagioni) che è fiera nemica proprio dell'Ascoli che - secondo la sentenza - Mastronunzio avrebbe preteso di favorire. Errore da matita blu come la ricostruzione del tabellino delle presenze in quella stagione al Siena. Dice la Corte: "Non risulta altrimenti spiegabile la decisione del Conte di non convocare Mastronunzio, uno dei giocatori maggiormente impegnati nel campionato... Questa Corte non intende mettere in discussione il fatto che Mastronunzio non fosse più titolare dalla 27° giornata quanto, invece, il fatto che dopo la riunione tecnica svoltasi prima di Ascoli-Siena, nella quale Mastronunzio aveva espresso la propria contrarietà di lasciare la vittoria all'Albinoleffe, il predetto calciatore sia stato messo fuori rosa".
Anche qui l'errore è grave. Intanto perché l'attaccante gioca da titolare anche la 30° e la 31° (12 marzo 2011, ultima in campo dall'inizio) e poi perché le date non coincidono. La riunione tecnica pre-Ascoli è del 13 maggio 2011 (40° giornata). Nelle partite precedenti Mastronunzio non ha giocato tre volte (32°, 34° e 36°) ed è subentrato nelle altre occasioni per un totale di 113 minuti. Poi dopo la partita contro il Torino (7 maggio) non viene più convocato. Secondo la Corte perché alla vigilia della trasferta ad Ascoli (40° giornata) avviene la ribellione, secondo Conte e il giocatore per infortunio. In ogni caso già da due mesi Mastronunzio aveva perso il posto da titolare.
Conte tornerà in panchina il 9 dicembre nella trasferta della Juventus a Palermo. La Figc otterebbe comunque la vittoria di non veder sbugiardata la sua linea sulla vicenda calcioscommesse e di aver 'sporcata' la fedina sportiva di Conte. Il tutto in attesa delle carte dalla Procura di Bari dove il tecnico è già stato sentito e sarà presto riascoltato. Il rischio, per lui, è un altro processo sportivo per omessa denuncia anche se la posizione sembra più marginale.