antonio conte inter
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L'Inter scopre il metodo Conte: via i big (e Marotta in difficoltà)

Dopo Icardi e Nainggolan, il tecnico contro Perisic. Procuratori infastiditi e club costretto a rincorrere sul mercato

E' difficile che Marotta possa essere sorpreso, avendo convissuto per tre lunghi anni con l'Antonio Conte juventino che si lamentava per la cessione di Giaccherini e se ne andò considerando insufficiente la forza economica della Juve per presentarsi da protagonista nel ristorante da cento euro.

Al di là della sorpresa o meno, la certezza è che al nuovo tecnico interista sono bastate due conferenze stampa in meno di un giorno per dare qualche picconata in più alla costruzione della rosa a sua disposizione, già messa a dura prova dalla gestione del caso Icardi e dal niet esteso non solo all'ex capitano ma anche a Nainggolan.

L'ultimo caso aperto porta il nome di Ivan Perisic, sopravvissuto alla prima purga societaria e tecnica tra i protagonisti dell'inverno dei veleni e ora messo in un angolo con una rapida dichiarazione. Conte lo ha definito non adatto al suo gioco e al ruolo che aveva in mente per lui, cioé quello dell'esterno a tutta fascia. Inadatto. Utile in questo momento solo come attaccante e infatti così è stato usato nel primo test a Singapore contro il Manchester United, peraltro da riserva di Longo.

Non un addio certificato, ma certamente un problema in più da risolvere per l'Inter già impegnata a trovare tempo e risorse per dare a Conte Lukaku e Dzeko senza farsi prendere per il collo dagli altri nell'uscita di Icardi.

Il metodo Conte, però, è questo. Prendere o lasciare. L'Inter lo conosceva e l'ha preso, dunque adesso deve cercare di fare sintesi tra i mal di pancia dell'allenatore e le esigenze del club che ha già speso tanto per portare a casa Barella, Sensi, Lazaro e il riscatto di Politano (oltre a Godin) e non può certo buttare a mare Perisic con un'alzata di spalle.

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La lista degli esuberi e degli epurati si sta pericolosamente allungando in un mercato che non perdona posizioni di debolezza evidenti nel caso nerazzurro. Marotta è chiamato al compito più difficile, far ragionare Conte perché immaginare a una squadra che metta ai margini tre degli uomini più forti del gruppo, senza nasconderlo e svalutandoli automaticamente, finisce con l'assomigliare più a un'operazione autolesionista che a una strategia di mercato.

A margine c'è anche l'irritazione di procuratori e intermediari. Quelli del croato, chiaramente non contenti delle parole del tecnico, e chi si è mosso da settimane per rendere possibile l'affare Lukaku e ora si trova incagliato in uno stallo difficile da sbloccare. In qualche modo Marotta ne uscirà, ma è ragionevole pensare che immaginasse una prima estate da plenipotenziario nerazzurro un po' meno movimentata.

Lo sguardo di Conte: sereno o arrabbiato?

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