Conte e la polemica con Benitez: la Juve nel mirino?
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Conte e la polemica con Benitez: la Juve nel mirino?

Attacca il Napoli e sottolinea il mercato al risparmio di Marotta&Agnelli: proprio come quest'estate, quando si lamentava per le cessioni di Matri e Giaccherini... - I conti (sbagliati) di Conte

Con chi ce l'aveva Conte domenica sera quando, nella pancia del San Paolo, faceva il ragioniere intorno a fatturati e investimenti della Juventus e delle altre grandi d'Italia e d'Europa? Sicuramente con Benitez, del quale non aveva apprezzato il ragionamento "più spendi più vinci" per giustificare i 20 punti (poi ridotti a 17) di distacco. Il tecnico juventino ancora non conosceva le parole twittate da De Laurentiis che di sicuro non gli avrebbero migliorato l'umore. Anzi.

Però, chiusa la polemica a distanza con il Napoli e il suo allenatore, tra le righe Conte ha lanciato un mezzo siluro anche alla sua società aprendo (o meglio ri-aprendo) una questione all'apparenza chiusa in inverno. Nella considerazione che la Juventus"potrebbe anche avere 500 milioni di fatturato", ma "dipende tutto da quanto si investe sul mercato. Noi quest’anno abbiamo speso circa 23 milioni, rientrando delle spese con le cessioni di Matri, Giaccherini e Marrone" c'è anche una critica nemmeno troppo velata alla politica del club.

Nulla di nuovo. Tutto era stato già ampiamente detto e sentito a fine estate. Ricordate? Allora Conte aveva commentato così le partenze di Matri e Giaccherini: "Ci siamo indeboliti. Siamo stati costretti a privarci di un nazionale e di uno dei giocatori che negli ultimi anni ha segnato di più". Frase apparentemente provocatoria, visto che era difficile sostenere un indebolimento nel cambio con Tevez, Llorente e Ogbonna, ma che nascondeva un dissenso di fondo su progetti e strategie.

Ora il clima in casa-Juve è cambiato e Conte viaggia verso il terzo scudetto consecutivo che porterà in dote anche la trattativa per un rinnovo al rialzo del contratto da oltre 3 milioni netti che lo lega alla Juventus fino al 2015. Il messaggio, però, è chiaro ed è difficile che Agnelli e Marotta non l'abbiano colto. La primavera è il tempo della programmazione: che Juve sarà quella della prossima stagione? Un anno fa Conte tenne tutti col fiato sospeso prima di sciogliere le riserve sulla sua permanenza. Oggi ha meno dubbi (e meno opzioni di prima fascia). Quindi il ritorno al tema "mercato al risparmio sì o no" va classificato soprattutto come dialettica interna alla società.

Benitez e il Napoli erano solo falsi obiettivi. Hanno risposto e la polemica proseguirà. Cosa dirà, invece, Marotta (magari tra le righe)? Un anno fa spiegò con grande chiarezza cosa sarebbe accaduto nei mesi successivi. "Io rappresento la società, Conte rappresenta un ruolo importante, leader dell'area tecnica, quindi noi abbiamo il dovere e il diritto di confrontarci con lui e cercheremo di accontentarlo il più possibile. Cosa diversa è ragionare in termini di amministratore. L'Italia calcistica fa fatica a competere con le altre, quindi bisogna cercare di fare di ogni necessità virtù". Era il 22 aprile 2013. Praticamente ieri.

 

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Giovanni Capuano