Stage Italia, i club a Conte: "Nulla da rimproverarci"
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Stage Italia, i club a Conte: "Nulla da rimproverarci"

Dopo la sfuriata del ct si cerca un compromesso. Ma le date mancano e la Lega fa i conti con gli impegni della nazionale

Lo sfogo di Conte dopo il pareggio contro l'Albania non è piaciuto ai club di serie A. Non tanto il tono, considerato proprio del personaggio, quanto il contenuto. Il richiamo alla mancanza di collaborazione e l'accusa di non fare nulla in concreto per mettere il ct in condizione di incidere positivamente, hanno colto di sorpresa i diretti interessati. La risposta ufficiale è all'insegna della diplomazia: "Lo prendiamo come un richiamo positivo e condiviso da tutti, un invito a mantenere forte attenzione alla vigilia di un periodo lungo in cui l'attenzione sarà fisiologicamente spostata su campionati e coppe" spiega Marizio Beretta, presidente della Lega di serie A. E però le parole di Conte non sono piaciute: "Gli interessi di club e nazionale sono molto legati e le società non hanno nulla da rimproverarsi".

Quindi bene il monito, meno la sensazione diffusa da Conte di essere solo alla guida del movimento, con tutti gli altri interessati a curare gli affari di bottega. C'è una statistica che gira negli uffici di via Rosellini e che spiega alla perfezione il malumore dei presidenti: dall'inizio della stagione a oggi, i giocatori sono stati a disposizione della nazionale (italiana e non solo) per 30 giorni contro i 53 che li hanno avuti i club che li pagano. I presidenti non ci stanno, insomma, a passare per menefreghisti e ritengono di aver dato tutto l'appoggio richiesto anche perché, si fa notare, il calendario è ormai uniforme in tutta Europa e le differenze sono minime, legate a qualche campionato a 18 e non a 20 o alla presenza di una o due coppe nazionali.

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In ogni caso il problema verrà affrontato nelle prossime settimane senza alcuna preclusione. I club ritengono di non essersi mai sottratti al dialogo con la federazione e con i ct che si sono succeduti a Coverciano, anche se è chiaro che è difficile trovare sempre un punto d'equilibrio condiviso da tutti. Nello specifico, prima della gara in Bulgaria del 28 marzo e della successiva amichevole contro l'Inghilterra lo spazio per uno stage è davvero limitato. Ci sono un paio di finestre a gennaio, dopo la prima metà ma a rischio neve e freddo intenso, e la settimana tra l'8 e il 15 febbraio, l'unica senza competizioni varie. Andare oltre è impossibile. Quelli, però, saranno anche gli unici momenti a disposizione dei tecnici per fare allenare i propri giocatori.

Conte alla guida della Juventus non amava nemmeno pensare a intromissioni da fuori. OPra, da commissario tecnico, ha lanciato l'allarme chiedendo qualcosa che in passato i suoi predecessori difficilmente hanno avuto se non nell'anno che portava a Europei o Mondiali. Prandelli, però, si dovette accontentare di un paio di chiamate tra marzo e aprile solo per effettuare test medici, con la garanzia che nessuno indossasse nemmeno gli scarpini. Basterà a Conte che in estate aveva ricevuto garanzie (verbali, nulla di scritto sul contratto) di pieni poteri e della più ampia collaborazione?

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Giovanni Capuano