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Ufficiale: Conte all'Inter: temi e obiettivi della sua sfida

Il passato alla Juventus e la sfida di riportare allo scudetto i nerazzurri facendo squadra con Marotta. La chiave? Incidere subito

Ora che Antonio Conte è ufficialmente il prossimo allenatore dell'Inter, con contratto triennale e obiettivo riportare a vincere il club nerazzurro che non ci riesce dal 2011 (Coppa Italia post-Triplete), si chiude una vicenda durata sei mesi e che ha condizionato fortemente la seconda parte della stagione di squadra e società, intrecciandosi con il caso Icardi, i problemi di spogliatoio e le difficoltà di gestione da parte di Spalletti.

Il raggiungimento in extremis dell'obiettivo minimo del posto Champions ha garantito che i guai non incidessero sul risultato, però il fantasma di Conte ha aleaggiato per mesi su Spalletti e sul mondo Inter tanto da diventare parte integrante del racconto di questa stagione.

Il matrimonio tra l'ex ct della nazionale (e tecnico di Juventus e Chelsea) e l'Inter era scritto dal giorno in cui Marotta è entrato nel club nerazzurro. Troppo forte la suggestione di una riunione tra due personalità uscite dalla Juventus in modo diverso ma, comunque, conflittuale. Insuperabile la sensazione che a Milano avrebbero potuto trovare il modo di fare sintesi e cercare una rivincita professionale.

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Conte e la salita scudetto

Anche per questo il carico di aspettative che accompagna l'arrivo di Conte è pesante e non consente vie di mezzo. Per i tifosi significa l'idea di un rilancio definitivo dopo anni di crescita accompagnata da sacrifici. Per gli osservatori esterni è una sfida diretta alla Juventus e alla sua leadership.

In pochi ricorderanno tra qualche mese che l'Inter parte da un gap di 21 punti dai campioni d'Italia, che diventano 44 allargando la visuale alle due stagioni di Spalletti. Il quale ha fatto un ottimo lavoro, testimoniato dal ribaltamento di rapporti di forza con le altre grandi del nostro campionato, ma non è comunque mai stato competitivo contro la corazzata bianconera.

A Conte verrà chiesto di correre subito per lo scudetto e dovrà essere abile lui a uscire dalla trappola delle aspettative senza tradire il suo dna vincente. Avrà bisogno di una società che lo supporti con una corretta comunicazione degli obiettivi e delle strategie, cominciando con quelle di un mercato che sarà espansivo ma non illimitato.

L'obbligo di incidere subito

Così come per Marotta, anche Conte dovrà poi misurarsi con l'effetto ambientale dell'accoglienza di chi è stato un fiero nemico per tanti anni. Nel caso di Conte la juventinità è un tasto ancora più delicato perché affonda le radici nella carriera da calciatore, prima ancora che da tecnico, e in un periodo storico controverso in cui l'Inter lottò davvero alla pari con la Juve.

Non siamo più ai tempi delle barricate, ma le perplessità sono fisiologiche e si potranno superare unicamente attraverso la strada del lavoro e dei risultati. Conte dovrà incidere subito sullo spogliatoio, utilizzare i primi mesi del suo piano mandato per modellare l'Inter a sua immagine e somiglianza, dotarla di quella sostanza caratteriale e tecnica che tutti - anche i detrattori - gli riconoscono. Una volta entrato nella pelle nerazzurra potrà affrontare con leggerezza anche le turbolenze.

Attenzione, però, a non commettere l'errore opposto, ovvero immaginare di poter fare una fotocopia in nerazzurro della Juventus. I due club hanno anime e dna differenti, non sovrapponibili se non nella grandezza storica. Serve il rispetto giusto perchè l'Inter c'è stata prima di Conte e ci sarà anche dopo. Marotta lo ha capito e ha adeguato in alcuni passaggi il suo modello comunicativo.

antonio conte interEPA/Rodrigo Jimenez

Gli obiettivi della prima Inter di Conte

Dunque, tirando le somme, l'Inter che Conte si avvia a costruire avrà davanti a se stessa degli obiattivi precisi. Dovrà innanzitutto mostrare in fretta di aver metabolizzato la svolta e cominciato a costruire una sua identità, uscendo da alcune incertezze storiche di una squadra che da quando ha terminato l'era mourinhana è puntualmente ricaduta negli stessi errori.

Sul piano dei risultati - ragionevolmente - a Conte dovrà essere chiesto di tenere l'Inter a distanza di contatto dalla Juventus fino a primavera, dando così la plastica conferma che esiste un'alternativa a ponendo le basi per una sfida vera e propria nella stagione successiva. Quanto vale l'effetto Conte? Se diciamo una decina di punti, significa arrivare subito all'altezza del Napoli di Ancelotti.

La fame di trofei dovrà provare ad essere saziata dalla Coppa Italia mentre in Champions League molto dipenderà dal sorteggio. L'Inter ci entra in terza fascia grazie al buon lavoro di Spalletti e ai suoi 8 punti contro Barcellona, Tottenham e Psv. Se il girone sarà duro ma abbordabile, l'asticella sarà la qualificazione. Altrimenti sarà fondamentale, in caso di scivolamento in Europa League, fare più e meglio di quanto accaduto nel recente passato.

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Giovanni Capuano