Conte condannato: motivazioni durissime
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Conte condannato: motivazioni durissime

Carobbio "credibile" e intorno al tecnico juventino un muro di omertà: così i giudici della Discipinare - Il nostro speciale - La sentenza integrale

Carobbio considerato credibile quando lo accusa e le tesi difensive di Conte "incoerenti" e, soprattutto, smentite dalle dichiarazioni di altri tesserati. Tanto che anche la circostanza del presunto rancore personale che avrebbe alimentato le confessioni del pentito del filone cremonese dell'inchiesta sul calcioscommesse alla fine non viene considerata reale. Le motivazioni della sentenza della Commissione Disciplinare che ha fermato Conte per 10 mesi sono un documento durissimo nei confronti del tecnico bianconero. Alla fine è arrivato lo sconto rispetto ai 15 mesi chiesti dalla Procura federale dopo il mancato patteggiamento, ma la lettura del dispositivo chiarisce con evidenza perché i giudici della Disciplinare non ritenessero per nulla congrua una squalifica di soli 3 mesi con sanzione di 200mila euro per sterilizzare l'ulteriore mese e 20 giorni effetto dello sconto per chi patteggia. Vale la pena analizzare quanto scritto dai giudici per capire anche quali possano essere i margini per i legali del tecnico in vista dell'appello davanti alla Corte di Giustizia Federale che si pronuncerà prima dell'inizio dei campionati.

CAROBBIO "ASSOLUTAMENTE ATTENDIBILE" - A fare il nome di Conte era stato il suo ex giocatore Filippo Carobbio. Lui lo aveva tirato in ballo per le combine nelle gare del Siena contro Novara e Albinoleffe. Dichiarazioni che per la Disciplinare hanno "assoluta attendibilità" sia perché confermate dalle parole di altri tesserati, sia "per la totale mancanza di un qualunque motivo di risentimento o convenienza che possa averlo spinto a coinvolgere altri soggetti". E anche dove in molti negano alcune circostanze (come le parole pronunciate da Conte nella riunione tecnica che precede la sfida contro il Novara), secondo la Disciplinare si tratta di testimonianze "non attendibili" perché "finalizzate a proteggere se stessi da una contestazione disciplinare". Insomma, chi nega il ruolo di Conte nelle combine lo fa - secondo i giudici - solo per cercare di tenere anche se stesso fuori dal processo. Spunta anche la dichiarazione di un calciatore (Sestu) secondo cui Conte "fece espresso riferimento alla necessità che quella gara (Novara-Siena ndr) non venisse persa".

MOTIVI DI RANCORE "COMPLETAMENTE ASSENTI" - Era il cavallo di battaglia della difesa di Conte. Carobbio lo avrebbe accusato perché spinto dal rancore per il mancato permesso concesso qualche mese prima per assistere al parto della moglie. "Circostanza assolutamente incoerente" secondo il dispositivo. Gli avvocati avevano inserito nella memoria le testimonianze dei presenti al diverbio tra le mogli di Carobbio e Conte. La Disciplinare ritiene invece fondamentale la dichiarazione resa da Ficagna già il 26 marzo 2012: "Non mi risulta che Carobbio abbia mai avuto dissapori o motivi di astio con tesserati del Siena, né problematiche di inserimento all'interno della squadra". E in ogni caso se Carobbio avesse avuto "un qualche intento calunniatorio" avrenne potuto tirare in ballo Conte anche per altre partite come ad esempio quello col Torino. I giudici ricordano anche come Carobbio spiegò di essersi sentito inorgoglito "per l'attestazione di stima e fiducia" che il mister gli avrebbe riservato giustificando il mancato permesso per assistere al parto con l'impossibilità di "fare a meno di lui nell'allenamento della mattina successiva". Tesi quanto meno azzardata ma che i giudici ritengono accettabile.

"MURO DI OMERTA" - Ne parlano a pagina 26 del dispositivo quando spiegano che le dichiarazioni pro-Conte di molti suoi ex giocatori sono in realtà inattendibili perché finalizzare a proteggere se stessi. Non sempre accade e l'immagine usata dalla Disciplinare richiama altre situazioni: "... si vedrà, nel caso del deferimento Albinoleffe-Siena, lì dove il muro dell'omertà è stato meno solido, come la circostanza che possano essere raggiunti accordi di questo tipo sia tutt'altro che remota e come coinvolgano non solo i giocatori ma anche i componenti dello staff tecnico".

SU ALBINOLEFFE-SIENA RUOLO DI CONTE "PROVATO" - Secondo i giudici le dichiarazioni dei pentiti Carobbio e Gervasoni che raccontano della combine con accordo preso alla fine del girone d'andata "hanno trovato riscontro in quelle rese da altri deferiti i quali, reticenti in un primo momento, hanno poi deciso di dare atto del reale svolgimento dei fatti". Chi sono? L'elenco occupa da pagina 30 a pagina 33 del dispositivo: Garlini, Terzi, Bombardini, Poloni, Sala, Passoni, Coppola, Vitiello e lo stesso Stellini, collaboratore storico del tecnico il quale il 29 luglio (patteggiando) conferma di aver avvicinato Carobbio al termine della gara d'andata dicendogli di riferire ai giocatori dell'Albinoleffe che "... se noi avessimo già raggiunto i nostri obiettivi stagionali avremmo potuto lasciargli i punti e viceversa ottenerli da loro se ne avessimo avuto necessità".

CONTE "CARATTERE ACCENTRATORE" -  Stellini parla di "iniziativa da me assunta" ma secondo i giudici è "davvero poco credibile che Conte non fosse a conoscenza dell'iniziativa presa dal suo collaboratore, anche in ragione della personalità e del ruolo che aveva all'interno della Società". E quale fosse il ruolo di Conte lo chiarisce l'ex direttore sportivo Perinetti (8 marzo 2012) parlando di "carattere accentratore" del tecnico.

MASTRONUNZIO ESCLUSO PER NON AVER PARTECIPATO ALL'ACCORDO - Perché Mastronunzio fu messo fuori rosa nella fase finale della stagione 2010-2011? E' un altro macigno che i giudici mettono sulla strada di Conte. Secondo Carobbio avviene perché il compagno di squadra si rende indisponibile alla combine. Conte prima spiega di ritenere che fosse infortunato anche se non ricorda bene (audizione del 12 luglio) e poi, nel corso del processo, di averlo escluso per "scarso spirito di gruppo" avendo il giocatore rifiutato di trasferirsi a Siena preferendo rimanere ad Empoli. "Motivazione davvero poco credibile" al pari della versione su Mastronunzio infortunato.

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Giovanni Capuano