Dietro le quinte del Giro d'Italia
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Dietro le quinte del Giro d'Italia

Oltre 1500 persone tra atleti, staff e media. Cosa c'è dietro le quinte della corsa rosa? - il sondaggio: chi vincerà? - lo Speciale "Giro 2013" -

“Il Giro è come una sorta di “carovana”, con le sue suddivisioni interne, le sue regole, i suoi orari. Per due settimane è come se facessimo tutti parte di una piccola città”.

Mauro Vegni è nell’ambiente del Giro d’Italia da oltre trent’anni e da tre ne è diventato il direttore operativo. La sua vita lavorativa, e non solo, ruota tutta intorno a quelle tre settimane di maggio che per l’Italia del ciclismo vogliono dire sudore, grandi campioni e grandi imprese. In una sola parola “passione”. Per Vegni sabato 4 maggio sarà però il momento in cui tornare a fare parte di quella vera e propria città che si muove intorno al Giro. Una comunità fatta di atleti, giornalisti e persone dello staff che lavorano anche 18 ore al giorno per rendere possibile lo svolgimento della corsa della maglia rosa.

Quante sono le persone che “ruotano” intorno al Giro d’Italia?

“Di solito i componenti delle squadre (intese come atleti più tecnici, preparatori, ecc... ndr) sono oltre 600 persone. Poi ci siamo noi dell’organizzazione, che siamo in 400, e i media: quelli fissi sono altre 400 persone. Con gli sponsor e manager che si presentano in 150 addetti direi che raggiungiamo un numero importante. Provi lei a fare la somma…”.

Siamo intorno alle 1500 persone…

“ E non stiamo tenendo conto di quegli appassionati che ci seguono per almeno due o tre tappe e che popolano gli alberghi e il villaggio…”.

Che vita fanno le persone di questa specia di "città viaggiante"?

“Dipende molto dalla categoria di persone. Di certo so che un mese del genere lo sì può fare solo una volta all’anno”.

In che senso?

“Ci sono mebri dello staff che arrivano sul percorso alle 7 di mattina per montare partenza e arrivo. Entro le 11 devono aver già finito. Una volta conclusa la frazione cominciano a smantellare le aree dove non lavorano i media. Gli ultimi staccano intorno alle 10 di sera ma devono aspettare fino all’una di notte quando arrivano i camion che portano il materiale alla tappa successiva. Restano giusto 3-4 ore per dormire e poi si ricomincia”

Ci sono staff del luogo per ogni singola tappa?

No, fanno tutti parte di aziende che lavorano con noi e si portano dietro sempre le stesse persone”.

E per quanto riguarda gli atleti?

“Gli atleti sono soliti fare la colazione rinforzata, quella per assumere carboidrati e zuccheri, tre ore prima della partenza. Le tappe partono di solito intorno alle 12 e vanno poi avanti fino alle 17.00-17.30. Dopo i massaggi i corridori cenano alle 8 e 30 e alle 10 vanno a dormire. Diciamo che in questo senso sono giustamente privilegiati.”

Il direttore invece che orari fa?

“Più o meno quelli del resto dello staff. Ci sono giorni in cui alle dieci ho finito ma di solito non stacco prima di mezzanotte”.

Come si gestisce “day by day” il Giro d'Italia?

“E’ una lavoro di gruppo. Ormai c’è l’usanza di darsi gli appuntamenti anche a colazione e cena così da ottimizzare il tempo. La mattina tre, ore prima del ritrovo di tappa, facciamo il punto della situazione. Una volta arrivati alla partenza c'è il saluto di rito con i Sindaci, quindi si fa un giro tra le squadre per vedere che tutto sia a posto e non ci siano malumori. A quel punto anche noi seguiamo la corsa in macchina prima di passare in sala stampa e controllare le classifiche. La riunione pre-tappa del giorno successivo è fissata subito prima di cena”.

Quanta passione ci vuole per fare questo lavoro?

La passione è l’elemento fondamentale. Anni fa ho provato a fare l’impiegato ma non mi piaceva. Certo stando via 150-160 giorni l’anno non è semplice coniugare il mio lavoro con la famiglia. Per fare un esempio, se ti fissano all’ultimo momento un appuntamento con il sindaco di Firenze devi partire, anche se è domenica o festa.

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Teobaldo Semoli