Cammarelle, la beffa della giuria e gli scandali di Seul
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Cammarelle, la beffa della giuria e gli scandali di Seul

L'azzurro sconfitto dopo aver condotto il match. Il precedente dello 'scippo' di Nardiello e le vergogne del 1988 che cambiarono le regole della boxe

Roberto Cammarelle farà fatica a consolarsi, ma il verdetto che lo ha privato della medaglia d'oro consegnandola al padrone di casa Joshua ha una lunga serie di precedenti nella storia della boxe olimpica e non solo. Il rapporto tra i Giochi e le giurie è stato, infatti, tormentato da sempre. C'è però un punto di non ritorno che riguarda da vicino noi italiani e che costrinse anche il Cio a correre ai ripari inserendo la tecnologia nella valutazione del pugilato. Ci volle qualche anno ancora, ma il torneo di boxe di Seul fu talmente segnato dagli scandali da passare alla storia non senza un po' di vergogna.

Le vittime allora furono numerose, ma quello che capitò all'idolo di casa Park Si Hun merita di essere raccontato. Doveva salire sul podio e alla fine ci riuscì. Ne fece le spese il nostro Vincenzo Nardiello che ebbe la sventura di incontrarlo nei quarti di finale, dominarlo senza però riuscire a metterlo k.o.. I giudici diedero la vittoria al coreano, Nardiello precipitò in ginocchio sul ring davanti all'imbarazzato avversario e poi si scagliò contro la giuria trattenuto a stento da Pescante, allora capo delegazione del Coni. Nelle registrazioni tv si sente chiaramente il dirigente urlare 'ladri' e 'farabutti' ai giudici. Fu costretto al rito delle scuse. Peggio andò poi all'americano Roy Jones nella finale che è passata alla storia come "il più grande scandalo della storia della boxe olimpica" con la beffa della nomina di Jones come miglior pugile dei Giochi ma con la medaglia d'argento.

Del resto a Seul successero cose incredibili intorno al ring. Un arbitro aggredito a bottigliate da addetti al servizio di sicurezza per aver penalizzato il pugile di casa, vittorie per k.o. tecnico costruite ad arte contro un sudanese colpito alle spalle e finito al tappeto e il capolavoro del match ripetuto con un coreano spedito k.o. e malgrado tutto dichiarato vincitore dall'arbitro senza neppure essere contato.

Davvero troppo. Lo scandalo di Seul spianò la strada all'introduzione delle macchinette conta-pugni poi mandate a loro volta in pensione perché non garantivano contro verdetti-scandalo. Cammarelle non si consolerà di certo, ma il suo sogno del bis olimpico infrantosi all'ExCel quasi certamente non resterà senza conseguenze. Alla vigilia il capo delegato dell'Aiba (e presidente della federazione italiana) Falcinelli aveva annunciato che sarebbero stati "Giochi all'insegna della trasparenza assoluta e al di sopra di ogni sospetto". Non è avvenuto e purtroppo non è stata nemmeno una novità.

Le immagini dell'incredibile verdetto che regalò la vittoria al coreano Park Si Hun contro l'azzurro Vincenzo Nardiello

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Giovanni Capuano