Calciomercato invernale: i grandi colpi degli ultimi 10 anni
ANSA/LUCA ZENNARO
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Calciomercato invernale: i grandi colpi degli ultimi 10 anni

Non è vero che a gennaio non si fanno affari che cambiano l'inerzia della stagione. Ecco gli acquisti che hanno fatto la differenza dal 2005 a oggi

Radja Nainggolan (Roma)

Dal Cagliari alla Roma nel gennaio 2014. Lo voleva la Juve, lo cercava con insistenza anche il Liverpool, ma ad avere la meglio è stata la società giallorossa, che ha convinto il club sardo a cederlo in prestito con diritto di riscatto per la metà del cartellino. Con lui, la squadra di Garcia, già fortissima, ha preso il volo. Straripante per quantità e qualità, a distanza di pochi mesi dal suo arrivo è già considerato uno degli elementi inamovibili della Roma.

Mario Balotelli (Milan)

Dal Manchester City al Milan nel gennaio 2013. E' il colpo di Adriano Galliani sul gong che segna la fine del mercato invernale. Ai margini della squadra inglese ormai da mesi, Supermario sbarca nella Milano rossonera dopo un corteggiamento iniziato ai tempi dell'Inter. E le cose vanno benissimo, da subito. Alla fine della stagione, il bilancio dirà 12 reti in 13 partite. Semplicemente, straordinario. Se il Milan taglia il traguardo dei preliminari della Champions League, il merito è anche e soprattutto suo.

Giuseppe Rossi (Parma)

Dal Newcastle al Parma nel gennaio 2007. L'italiano di Teaneck (Usa) incrocia la Serie A sette anni dopo il suo primo arrivo in Italia. Svezzato calcisticamente dal Parma e cresciuto nelle file del Manchester United, viene prestato al club ducale con l'obiettivo di farlo crescere e maturare. Buona la prima. Segna il gol nella gara del debutto contro il Torino e si ripeterà in altre 8 occasioni. A vent'anni, Giuseppe diventa "Pepito". Fa festa Parma, che si salva all'ultima giornata. Fa festa l'Italia intera, felice e pure di più per aver trovato l'attaccante azzurro del domani.

Antonio Candreva (Lazio)

Dal Cesena alla Lazio nel gennaio 2012. Prima la bocciatura con la maglia della Juventus, quindi le occasioni tutte da interpretare con Parma e Cesena, infine l'approdo in biancoceleste. I tifosi della Lazio lo guardano con diffidenza per ragioni di campo (si dice tenga alla Roma), ma presto si devono ricredere. Già, perché l'ex centrocampista dell'Udinese ingrana la marcia e mette in fila una serie di partite da applausi. A fine stagione, il suo tabellino dirà 17 presenze e 3 gol (Napoli, Novara e Inter). E' soltanto l'inizio. Perché da allora il suo rendimento salirà senza soluzione di continuità.

Antonio Cassano (Milan)

Dalla Sampdoria al Milan nel gennaio 2011. Fantantonio si mette in marcia in direzione San Siro dopo aver mandato a quel paese il presidente Garrone. Tanti, anzi, tantissimi coloro che giudicano il trasferimento del fantasista pugliese un affare colmo di ostacoli. Perché Cassano non cambia, perché Cassano è una bomba pronta a scoppiare nello spogliatoio. Perché Cassano ha sbagliato tanto e sbaglierà ancora. Poi, i fatti. Che dicono esattamente il contrario. Fantantonio diverte e si diverte e mette la firma sullo scudetto rossonero.

Andrea Barzagli (Juventus)

Dal Wolfsburg alla Juventus nel gennaio 2011. Da giocatore indispensabile, garante e alfiere dei campioni di Germania, a pedina sacrificabile perché non necessaria. L'ex difensore del Palermo infila il bianconero per poco meno di 500mila euro e si rivelerà uno dei migliori affari del calcio italiano negli ultimi dieci anni. Partita dopo partita, il centrale di Fiesole piace e convince per saggezza tattica e determinazione. Disinnesca le stelle della Serie A e riporta il sorriso in un ambiente, quello della Juve, ancora in cerca d'autore.

David Beckham (Milan)

Dal Los Angeles Galaxy al Milan nel gennaio 2009 e nel gennaio 2010. Che non fosse più il calciatore straripante dei tempi dello United lo si sapeva ormai da tempo, ma gli anni passano per tutti, anche per un campione del suo calibro. Sceglie gli Usa per questioni di marketing, ma poi decide di assecondare i desideri di Adriano Galliani e di vestire i colori rossoneri in due occasioni. L'obiettivo? Semplice, dimostrare di essere ancora un giocatore con la G maiuscola: traguardo ampiamente raggiunto. Tra infortuni più o meno gravi e una popolarità talvolta difficile da tenere a bada, Beckham ammalia e seduce compagni di squadra e tifosi. Un talento, il suo, inarrivabile per moltissimi.

Giampaolo Pazzini (Sampdoria)

Dalla Fiorentina alla Sampdoria nel gennaio 2009. A Firenze l'hanno aspettato invano per cinque stagioni, convinti che presto o tardi avrebbe fatto il salto nell'Olimpo dei grandissimi. Poi, delusi dai risultati, hanno pensato bene di girarlo alla Samp in cambio del cartellino di Emiliano Bonazzoli e 9 milioni di euro. Un affare per tutti. Anche e soprattutto per i blucerchiati, che trovano in lui il perfetto compagno di reparto di Antonio Cassano. Grazie alla magica coppia di attaccanti, la Samp arriverà a un passo dal sollevare al cielo la Coppa Italia. Il bilancio del Pazzo? Da applausi a scena aperta. In meno di sei mesi, 15 reti in 23 presenze. Salute!

Ronaldo (Milan)

Dal Real Madrid al Milan nel gennaio 2007. Un marziano con Barcellona, Inter e Real Madrid, roba da far venire il mal di pancia alle difese avversarie soltanto a guardarlo. Poi, gli infortuni, che ne minano la condizione fisica e il rendimento. Arriva al Milan con il sigillo poco lusinghiero di "ex-fenomeno", tanto che i blancos lo liberano per una botte di vino o poco più (8 milioni di euro). In campo, comincia a suon di gol la sua personalissima rivoluzione. Ne segnerà 7 in 14 presenze e contribuirà in modo determinante alla qualificazione dei rossoneri ai preliminari della Champions League. Sarà un canto di fine estate a causa dei tantissimi problemi fisici che gli impediranno di far valere il suo indiscutibile valore.

Innocent Emeghara (Siena)

Dal Lorient al Siena nel gennaio 2013. Una delle meteore più appassionanti del calcio italiano nell'ultimo lustro. Sbarcato nella Serie A dalla porta di servizio, reduce da un'esperienza fallimentare con il Lorient, la "mosca atomica" prende per mano il club toscano e lo porta a uno sbuffo, forse meno, dalla salvezza. Inter, Bologna, Lazio (2), Palermo, Genoa e Pescara. I sette gol sette di Emeghara nel massimo campionato di casa nostra raccolgono applausi ed estimatori un po' da ogni parte. Poi, il declino, lento ma (forse) inesorabile. Oggi l'attaccante nigeriano naturalizzato svizzero gioca nel Qarabag, squadra dell'Azerbaijan. Titolare? A volte sì, a volte no.

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Dario Pelizzari