Zero tituli. Ora Moratti cambia tutto
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Zero tituli. Ora Moratti cambia tutto

Allenatore, staff medico, rosa: l'Inter svolta dopo una stagione fallimentare. E l'Europa League...

Ora il timore è diventato certezza. Ancora sei partite e si chiuderà una delle stagioni più deludenti della storia recente dell'Inter. Niente premio di consolazione, volato via in una notte in cui a San Siro si è concentrata la sintesi dell'annata nerazzurra: sfortuna, limiti, errori, contestazioni, infortuni. Copione stravisto da dicembre in poi e che ha trascinato nel baratro Stramaccioni e i suoi. Ora Moratti ("C'è tutto da rivedere, ci sono tante cose da rivedere") è pronto a una nuova rifondazione che, per i tifosi, rischia di essere ancora più amara di quelle che l'hanno preceduta perché il punto di partenza è che i soldi in cassa sono pochi.

STRAMACCIONI ADESSO E' IN BILICO - Partiamo dall'allenatore che Moratti ha difeso fino alla vigilia della semifinale con la Roma. Ha colpe evidenti nella discontinuità con cui ha plasmato la sua Inter, ma anche una montagna di alibi. Anche in Coppa Italia si è visto smontare le (poche) certezze in riscaldamento con l'infortunio di Cambiasso. Poi ci sono gli arbitri e un mercato non all'altezza. Tutto vero, però ripresentarsi con lui a luglio potrebbe essere interpretato come un segnale di debolezza per tutto l'ambiente.

Ipotesi alternative? Mazzarri è a un passo dal rinnovo col Napoli, Mourinho è una suggestione e rimarrà tale, Spalletti, Blanc e altri top costano parecchio, Donadoni piace ma è un po' troppo milanista, Mihajlovic non è detto che offra garanzie immediate. La scelta dovrà essere prima di tutto di politica sportiva: quale Inter sarà quella delle prossime due stagioni? Di transizione o subito competitiva?

IL SOGNO LEONARDO - Riflessione che tocca per la prima volta anche l'area tecnica che si è occupata del mercato. Nessun processo, perché anche dirigenti scafati come Galliani e Braida quando Berlusconi ha chiuso i rubinetti hanno faticato a costruire squadre di livello. Però le ultime sessioni di mercato di Branca e Ausilio non sono state soddisfacenti. Sono stati investiti 101,6 milioni di euro in due anni (saldo positivo di 6 milioni), venduti molti big e arrivati giocatori che hanno deluso.

L'ultima finestra di gennaio è stata al limite del masochismo. E' noto che Moratti ha un debole ricambiato per Leonardo che, però, anche recentemente ha confermato di voler restare a Parigi. Sul mercato interno ci sono soluzioni di minor fascino: Corvino, Lo Monaco, Capozucca. Alla fine potrebbe restare Branca ma con una rimodulazione di ambiti e poteri.

TROPPI INFORTUNI - Lo staff medico è sotto osservazione strettissima. Tenere il conto dei k.o. nerazzurri è diventato impossibile. Stramaccioni è stato penalizzato da questo andazzo e non ha colpe. Per la prima volta Moratti ha criticato, seppure velatamente, l'operato del professor Combi e del suo staff. Recuperi troppo lunghi, ricadute, infortuni muscolari e scarso collegamento con lo staff tecnico. Alcuni di questi problemi erano già emersi con Mancini e Mourinho solo che in quelle stagioni l'Inter faceva collezione di trofei. Adesso no.

I SOLDI DEI RUSSI - La grande illusione è che il recente accordo con i russi per l'ingresso nella Saras possa cambiare le sorti immediate dell'Inter. E' vero che circa 90 milioni di euro dei 180 garantiti dalla cessione delle quote finiranno a Moratti, però è impensabile che vengano trasferiti sul mercato. Anche il prossimo bilancio si chiuderà in passivo pesante (intorno ai 40-50 milioni di euro) e servirà denaro fresco. Andrà ulteriormente abbattuto il monte stipendi che si aggira sui 100 milioni di euro perché anche i ricavi, senza la Champions per il secondo anno consecutivo, crolleranno ulteriormente.

C'è anche la questione fair play finanziario da affrontare. Malgrado gli sforzi l'Inter non si è allineata con i parametri richiesti dall'Uefa e dal 2014 rischia sanzioni a livello sportivo. E' in fase di riduzione dei disavanzi e anche questo conta, però è lontana da quanto richiesto dalle norme. Tradotto in soldoni significa che non si possono escludere cessioni pesanti oltre a scelte drastiche sugli ultimi reduci del Triplete dallo stipendio pesante.

TIFOSI, PAZIENZA FINITA - La contestazione prima e durante Inter-Roma certifica anche l'esaurimento del bonus accumulato in anni di successi con i tifosi. La gente dell'Inter è disorientata dalla velocità del crollo di una squadra che solo 28 mesi saliva sul tetto del mondo. Va bene la teoria dei cicli, ma così si è esagerato. Nel mirino è finito Fassone che paga la vecchia militanza juventina ma in società ha un ruolo che in questo momento è fondamentale: occuparsi del nuovo stadio e dei progetti per sviluppare il marketing. In queste ore è stato negli Usa per la tourneé estiva con le big d'Europa.

LA NUOVA INTER ADESSO - Non tutto va letto in chiave negativa. Qualche tassello della nuova squadra esiste già e ha dimostrato di poter fare bene: Handanovic, Juan Jesus, Ranocchia, Guarin, Kovacic, Palacio sono una discreta base di partenza. Campagnaro già preso dal Napoli regalerà esperienza al reparto difensivo. Botta è un talento e una scommessa, Icardi un investimento. Sarà obbligatorio non sbagliare scelte per quei pochi rinforzi di qualità da affiancare a questa ossatura e a chi resterà dei veterani. A volte basta poco per far crescere il rendimento di tutti.

EUROPA LEAGUE SI' O NO? - Sfumata l'opportunità di entrarci dalla porta principale vincendo la Coppa Italia si apre il ragionamento su cosa convenga fare in vista della prossima stagione. Quest'anno le fatiche di Europa League si sono scaricate in modo brutale sul campionato: 6 sconfitte. Forse converrebbe restare fuori del tutto piuttosto che condannarsi un'altra estate con partenza anticipata (fine giugno o inizio luglio) senza adeguati ritorni economici. Meglio settimi che quinti, insomma. A volte le rivoluzioni possono partire anche da qualche rinuncia.

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Giovanni Capuano