La Uefa ci ripensa, a rischio la riforma della Champions League che piace all'Italia
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La Uefa ci ripensa, a rischio la riforma della Champions League che piace all'Italia

Deve partire dal 2018 ma non piace a mezza Europa (e anche più). I nostri club avrebbero 4 posti fissi e una pioggia di soldi

Passo indietro dell'Uefa che congela la riforma della Champions League dal 2018 e mette a rischio il format che garantiva alle federazioni più ricche e forti, tra le quali anche l'Italia, la certezza di avere 4 posti fissi nei gironi. Una vera e proprio rivoluzione spinta dai grandi club, altrimenti tentati dall'idea di una Superlega. L'Uefa con il suo Comitato Esecutivo aveva dato il via libera lo scorso 26 agosto, ma le cose a Nyon sono cambiate e non solo perchè nel frattempo c'è Aleksander Ceferin, presidente successore di Platini.

A guidare la carica contro la riforma sono state tutte le altre leghe nazionali: un blocco compatto debole dal punto di vista economico ma potente da quello politico. Il nuovo Comitato Esecutivo ha, dunque, deciso di congelare i cambiamenti riservandosi anche la possibilità di modificarli. Dovesse accadere, si tratterebbe di un atto clamoroso e ostile all'Eca (Associazione dei grandi club) con il rischio di accelerare la spaccatura e avvicinare la nascita di un super torneo internazionale che da tempo rappresenta il punto d'arrivo delle multinazionali del calcio.

Il progetto partiva dal 2018 ma era in realtà molto più ambizioso. Il format con le 4 squadre garantite per le 4 nazioni con il ranking migliore (Spagna, Germania, Inghilterra e Italia al momento con la Francia staccatissima rispetto a noi) sarebbe servito come compromesso fino al 2021 prima di mettere mano anche a calendario e orari della manifestazione che è uno dei brand più appetibili in giro per il mondo, ma che ancora non è valorizzato adeguatamente in relazione alle attese delle società.

Dal 2021, infatti, l'idea dei club è di occupare anche spazi nella settimana tradizionalmente riservati ai campionati nazionali. Perché rinchiudere le sfide europee nelle serate del martedì e mercoledì, orari impossibili per il mercato televisivo asiatico? I club spingono per giocare (dal 2021) la Champions League anche di sabato e domenica, sfrattando i tornei di casa. Il muro contro muro è solo all'inizio, il passo indietro della Uefa rischia di rendere il clima incandescente.

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Giovanni Capuano