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Tevez e la voglia d'addio: la Juve merita chiarezza

Come un anno fa con Conte, Agnelli si trova al bivio. L'Apache da mesi vincola le scelte della società, ora deve rispondere

Quando un anno fa la Juventus si trovò ad affrontare le spine del rapporto con Antonio Conte, la cui volontà di chiudere il rapporto per aprire un nuovo ciclo al Milan era nota al club, Agnelli scelse di far valere i diritti e gli interessi della Juve sopra ogni altra cosa. Conte fu trattato con zero riconoscenza, la sua conferma senza rinnovo annunciata via Twitter gettando le basi, due mesi più tardi, per il fulmineo divorzio e per la chiamata di Allegri. Un fulmine non a ciel sereno e, soprattutto, il punto di caduta di un confronto in cui il club aveva mostrato i muscoli, non si era fatto portare per mano dalle volontà del tecnico e, infine, non si era trovato impreparato alla svolta. Da quelle scelte, all'epoca difficili da comprendere, è nata la stagione dei due trofei e della finale di Berlino.

Da qualche mese la Juventus ha capito, per bocca dello stesso Tevez, che il rapporto è in fase di consumazione. Prima il rifiuto ad aderire alla proposta di prolungamento del contratto (in scadenza nel 2016), poi le ammissioni dettate ai giornali argentini, il richiamo del Boca e della nostalgia di casa fatto filtrare tra tweet e mezze frasi quasi come un distillato e, infine, l'idea che a mancare all'Apache siano gli stimoli e che si possano trovare non a Torino, ma a Madrid sulla sponda Atletico.

Il tutto presumendo che, per un malinteso senso di riconoscenza, Agnelli dovrebbe aiutare Tevez a trovare la pace dei sensi, fare magari uno sconto sul prezzo del cartellino e attendere che l'argentino e i suoi procuratori abbiano le idee chiare. Posto che l'Apache, che nel 2013 è costato tra cartellino e commissioni una cifra nettamente superiore ai 16 milioni di euro, è ancora a bilancio per quasi 5 e mezzo, l'impressione è che Marotta abbia già perso troppo tempo ed energie dietro a questa vicenda. Se Tevez vuole andarsene il club ha diritto di avere tutte le informazioni in modo da muoversi; il procuratore porti un'offerta adeguata e lasci la Juventus con le mani libere per cercare sul mercato un altro top player.

Anche una permanenza per altri dodici mesi senza rinnovo non sarebbe uno scenario interessante, forse. Se questa è l'estate degli investimenti, gli uomini mercato bianconeri devono essere liberi di muoversi senza condizionamenti di una presenza ingombrante dal punto di vista economico e tecnico. Arriverebbe comunque un Cavani (inteso come profilo) restando Tevez? La risposta probabile è no. Quindi zero riconoscenza e fredda valutazione dello scenario per non farsi trovare impreparati. Come un anno fa. La Juve non ha debiti da saldare nei confronti di Carlos così come non li aveva con Conte nel 2014.

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Giovanni Capuano