la Pallonata - La Juve, Calciopoli e la contabilità di Tavecchio
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la Pallonata - La Juve, Calciopoli e la contabilità di Tavecchio

Per il presidente della Figc gli scudetti "sul campo" sono 32, ma le sentenze vanno rispettate. Come dire che il bianco è nero e viceversa...

Che il rapporto tra la Federcalcio e la questione Calciopoli sia complesso, quasi inestricabile, è logico e anche comprensibile, pendendo sulla testa del calcio italiano una causa per risarcimento danni che significherebbe il default della stessa Figc. Così si spiegano gli equilibrismi degli inquilini che si sono succeduti negli uffici di via Allegri. Abete, ad esempio, era riuscito ad dire che i tifosi della Juve erano "liberi di contare gli scudetti" come volevano, esattamente come quelli del Torino ripensando al titolo revocato nel 1927. Tavecchio si è messo in scia e sulla questione ha mostrato di avere le idee chiare. Chiarissime.

Prima, in versione ultrà bianconero, ha affermato che "la Juve sul campo era nettamente più forte, di scudetti ne ha vinti 32, la squadra non ha rubato nulla e non avrebbe avuto bisogno di certi magheggi". Poi, prudente, ha spiegato che "la sentenza Calciopoli, che ha sanzionato i comportamenti del club fuori dal campo, è legge" e lui è lì "per farla rispettare".

Infine, per non deludere nessuno, ha messo su la faccia dei giorni brutti e ha chiosato: "Il 23 marzo la Cassazione scriverà la parola fine: la causa della Juve è temeraria e, vedrete, sarà la Figc a chiedere i danni". Tutto nella stessa frase, il manuale Cencelli del dirigente sportivo. Vedremo, ovviamente, dal momento che l'unica cosa che si intuisce oggi è una complicata navigazione a vista. Come l'anno scorso e come l'anno prima...

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Giovanni Capuano