Parma-choc: Taci se ne va. Nuova proprietà per evitare il crac?
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Parma-choc: Taci se ne va. Nuova proprietà per evitare il crac?

Continua l'incredibile vicenda del club emiliano. Il rischio fallimento a metà stagione: Lega e Figc cosa fanno?

Nuovo colpo di scena nella vicenda del Parma, che si dibatte in una profonda crisi finanziaria e che rischia il fallimento. Anche Rezart Taci, proprietario ombra da poche settimane dopo l'uscita di scena di Tommaso Ghirardi, ha ceduto le proprie quote. A chi? Alcune voci parlano di Claudio Bighinati (che però smentisce) già presidente dei Giovani Industriali di Bologna e 39enne vicepresidente di Publivideo 2 srl, società che fa parte di un circuito di emittenti locali. Oppure Barilla (smentisce) e Pizzarotti. O, ancora, un gruppo del nord Italia con interessi all'estero, forse in Russia, come detto dall'ex presidente Giordano.

Un balletto incredibile, che spibnge il club ancora più sull'orlo del burrone, con una scadenza immediata (16 febbraio) per onorare i pagamenti pena la messa in mora da parte di giocatori e dipendenti che non prendono stipendi dalla scorsa estate.

La confusione regna sovrana intorno al Tardini, se è vero che negli ultimi quaranta giorni si sono alternati ben tre presidenti: Pietro Doca, poi ritiratosi immediatamente, l'avvocato Fabio Giordano, in rappresentanza di una non ben precisata cordata e, infine, Ermir Kodra, che ha giusto fatto in tempo a farsi scattare qualche fotografia prima di veder cambiare nuovamente proprietà. Il tutto in un clima di smobilitazione, con due giocatori importanti come Cassano e Felipe che si sono svincolati rescindendo il contratto e altri ceduti sul mercato. La squadra è in smobilitazione e praticamente retrocessa con un girone d'anticipo, avendo solo 9 punti ed essendo in attesa di nuove possibili penalizzazioni.

Il prossimo 15 febbraio scade il termine per il pagamento degli stipendi arretrati. Si tratta della seconda tranche, ma il Parma non ha rispettato nemmeno la scadenza della prima che era fissata per il 15 novembre. Se non dovessero arrivare i soldi, è probabile che giocatori e dipendenti scelgano la via della messa in mora della società, primo passo verso il fallimento che potrebbe arrivare a stagione non ancora conclusa. Un caso clamoroso per la serie A, un pessimo biglietto da visita e anche un atto d'accusa verso il sistema di controlli di Figc e Lega. Come è stato possibile arrivare fin qui? 

Tutto era già emerso nello scorso mese di giugno con la revoca della licenza per partecipare alle competizioni Uefa. Una scelta arrivata per il pagamento ritardato di 300mila euro di Irpef che ha portato il presidente Ghirardi a mettere in vendita la società. Sembrava una questione da poco, invece è stato l'inizio del calvario. In autunno la crisi è scoppiata in tutta la sua gravità fino alla cessione di Ghirardi e all'incredibile balletto che vede come vittime i calciatori per primi (e anche chi col Parma non guadagna stipendi milionari) e poi la città, che sta vedendo sparire una realtà che era stata capace di superare anche gli anni terribili del crac della Parmalat nel 2004.

Qualche giorno fa il presidente dell'Aic, Damiano Tommasi, ha lanciato l'allarme, parlando di rischi di infiltrazioni del calcioscommesse in un tessuto che è in difficoltà. Poi ha fatto un mezzo passo indietro, ma ad oggi ancora non si è mosso nulla. E' accettabile che il Parma chiuda la stagione con i Primavera, come accadrebbe in caso di messa in mora a metà febbraio? Il campionato sarebbe certamente falsato, perché ci sarebbero parecchie squadre facilitate nel compito. E poi rimane incredibile che a Taci - o chi per lui - sia stato consentito di fare mercato in entrata (Lila, Nocerino,  Rodriguez, Varela, Livaja e Feddal) mentre gli stipendi non venivano pagati? Una situazione surreale che richiama a responsabilità istituzionali. Non bastano i punti di penalizzazione per le irregolarità amministrative. E' arrivato il momento di una decisione definitiva per salvaguardare quel che resta di Parma, della sua passione e della regolarità della stagione.

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Il presidente ombra del Parma Ermir Kodra in tribuna insieme al dirigente del Parma Antonello Preiti

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Giovanni Capuano