Mai più casi Parma: nasce il fair play finanziario della serie A
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Mai più casi Parma: nasce il fair play finanziario della serie A

Dalla prossima stagione controlli più stringenti sui bilanci e dal 2018 obbligatorio il pareggio per iscriversi. Tavecchio: "Svolta storica"

Ribattezzarlo fair play finanziario all'italiana è, forse, un errore. Però la svolta imposta dalla Figc sui controlli ai bilanci per le iscrizioni ai prossimi campionati di serie A segna un irrigidimento dei parametri ed è la risposta alle polemiche e alla brutta figura del caso Parma. Una rivoluzione passata all'uninimità in Consiglio federale e voluta dal presidente Tavecchio, che già dopo Natale (prima dell'esplosione del caos Parma) aveva preannunciato regole più stringenti. Non si torna alle norme in vigore prima del 2007, quelle che avevano portato 12 società su 20 nella massima divisione a essere a rischio mercato e iscrizione (Panorama lo ha ricostruito raccontanto come furono cambiate in sei mesi per evitare fallimenti), ma il sistema dei controlli costringerà i club a una maggiore attenzione. Non basterà più essere in regola con i pagamenti degli stipendi sportivi al 30 aprile della stagione precedente, per intenderci, così da non ripetere l'esperienza di una squadra come il Parma iscritta malgrado conti completamente fuori controllo.

Il nuovo regime entrerà in vigore gradualmente a partire dalla prossima stagione e il processo culminerà nell'obbligo del pareggio di bilancio come requisito per l'ammissione al campionato 2018-2019, pena la sanzione del blocco della campagna trasferimenti con l'obbligo di rispettare un saldo positivo tra acquisti e cessioni. Ad oggi (bilanci 2013-2014) le società con risultato netto positivo sono una minoranza: 8 su 20. E il calcio italiano di prima fascia continua a genere perdite: -186 milioni nell'ultima stagione e quasi 2 miliardi di euro prendendo in considerazione il decennio 2004-2014. Conti non più sostenibili di cui il Parma rischia di essere solo la punta dell'iceberg, lo scoglio su cui è andato a sbattere il Titanic Italia tra allarmi ignorati, silenzi di convenienza e, soprattutto, regole troppo morbide.

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Il primo passo della rivoluzione del fair play finanziario italiano sarà l'obbligo di dimostrare di aver saldato tutti i debiti con i club stranieri per il mercato e di aver pagato gli stipendi a tutti i dipendenti della società. Ma soprattutto dal 2015-2016 verranno creati tre parametri ad hoc per avere la fotografia immediata dello stato di salute di una società calcistica. Quello più importante sarà un 'Indicatore di liquidità' che peserà il valore delle attività correnti con quello dei debiti con scadenza a breve. Ha un club la possibilità di onorare i propri impegni nell'anno successivo? In caso di risposta positiva, via libera, altrimenti si dovrà intervenire ripianando la situazione finanziaria.

Le correzioni andranno fatte per legge intervenendo sul rapporto tra debiti e valore della produzione, per dimostrare la sostenibilità dell'indebitamento, e su quello tra ricavi e costo del lavoro (allargato). Temi sensibili considerato che al 30 giugno 2014 i club della serie A risultavano con debiti netti a bilancio per 1,7 miliardi di euro, cifra pari a quella dei ricavi complessivi. Si comincia senza sanzioni per la prima stagione, quando dovrà essere solo presentato un piano di riequilibrio, ma dal 2016-2017 viene introdotta la possibilità di limitare la campagna trasferimenti e dal 2017-2018 il rispetto dei parametri diventerà un tassello centrale per l'ammissione al campionato successivo. Dal 2016 il limite di pagamenti di stipendi verrà innalzato a maggio.

I rapporti dei parametri verranno definiti nelle prossime settimane, ma è un passo avanti che il voto sia arrivato all'unanimità. Introdotto anche il concetto che chi vuole entrare nel mondo del calcio deve garantire di poterselo permettere. E' il test di onorabilità sul modello della Premier League: istituti di credito di primo livello alle spalle e niente condanne superiori ai 5 anni per reati com frode, doping, truffa e appropriazione indebita con certificazione antimafia. Basta Manenti, insomma, e anche questo è un bel passo avanti.

Il caos Parma ha spaventato tutti per l'impatto a livello di immagine sul nostro calcio e i club si sono convinti che qualcosa andava fatto. Resta, infine, la riforma dei tornei che è ancora sulla carta in assenza di accordo. L'idea di Tavecchio e della Figc è portare la serie A a 18 squadre e una B con 20. C'è tempo fino al 30 giugno per partire dal 2017-2018, altrimenti si scivolerà oltre e la Federazione vorrebbe far coincidere la prima stagione 'light' con quella che porterà al Mondiale di Russia nel 2018. Un regalo da offrire al ct, che sia Conte o chiunque altro.

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Giovanni Capuano