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ANSA / MATTEO BAZZI
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Serie A, 5 grandi domande per la ripartenza del campionato

Dal debutto di Pioli alle scelte di Conte e Sarri: ecco le risposte attese dal torneo che entra nella sua prima fase decisiva

Il campionato torna dopo la sosta che ha qualificato la nazionale di Mancini all'Europeo e riannoda un filo che si era interrotto nella notte di Inter-Juventus, quella chiusa dalla zampata di Higuain e dal ritorno in vetta dei bianconeri. Si riparte da quel gol e dal sorpasso che ha rimesso in ordine le gerarchie della Serie A senza, però, annunciare un verdetto definitivo.

Quello che si apre è un tratto di strada impervio per le big: 7 partite in 21 giorni come già successo a settembre e come capiterà a novembre, con le forze che cominciano a dover essere dosate e gli infortuni che pesano. Non si deciderà nulla in maniera definitiva, ma usciti da questo mini-ciclo ci sarà qualche idea più chiara sul resto della stagione.

Si riparte senza big match a breve scadenza, avendo già consumato due dei tre confronti incrociati tra Juventus, Napoli e Inter, ovvero le favorite per la corsa scudetto. Attenzione, però, alle trappole seminate dal calendario, quelle partite sulla carta senza problemi ma nelle quali è sempre possibile inciampare. Chiedere al Napoli (caduto contro il Cagliari) quanto possano costare in termini di punti e autostima.

Tutti i temi della ripresa (big per big)

In assenza di sfida scudetto, ecco allora quali sono i temi che si trascina la ripresa delle big alle prese, senza alcuna distinzione, con qualche problema e con la necessità di mandare a regime la macchina dopo il lungo rodaggio. Cominciamo dalla Juventus di Sarri che ha salutato il campionato con la vittoria di San Siro, ha scoperto l'utilità di Dybala a lungo tenuto in naftalina e ora deve tentare di far rendere al massimo la rosa sterminata consegnata dal mercato.

Se vogliamo cercare un tema è legato a modulo offensivo e uomini. Sarri riproverà il tridente Ronaldo-Higuain-Dybala visto in campo per 9 minuti contro l'Inter? Oppure lo relegherà a soluzione d'emergenza e tornerà al trequartista (Ramsey) che gli ha dato soddisfazioni? E se così fosse, Dybala ha scalato qualche posizione o le gerarchie d'attacco restano congelate?

Conte e l'Inter sono invece alle prese con il problema opposto. L'infortunio di Sanchez toglie armi al turn over e per tre mesi costringe a studiare anche qualche alternativa visto che Lukaku e Lautaro Martinez non possono garantire la presenza sempre e comunque. Sarà possibile vedere un'Inter a una punta sola in qualche occasione? E Lukaku a che punto è del percorso di inserimento parso non sempre lineare nelle prime settimane in Italia?

stefano pioli allenatore milanStefano PioliANSA

Il debutto di Pioli e le difficoltà di Ancelotti

Il piatto forte iniziale resta, però, il debutto di Pioli sulla panchina del Milan che non ha più tempo da perdere se non vuole veder compromessa l'intera stagione. Il calendario è da brividi (Roma, Lazio, Juventus e Napoli nelle prossime sei giornate) e obbliga il nuovo tecnico a fare in fretta nel trovare soluzioni. Come adatterà la rosa uscita monca dal mercato? E ci saranno contraccolpi nell'ambiente dopo la settimana-choc delle rivelazioni sul bilancio in profondo rosso ereditato dalla passata stagione?

I riflettori vanno puntati anche sul Napoli, attardato oltre ogni previsione. Non è stata una sosta semplice sotto il Vesuvio, tra voci di dissidi De Laurentiis-Ancelotti, chiarimenti con Insigne e i messaggi presidenziali indirizzati a Mertens e Callejon che potrebbero essere in rapida uscita dal club partenopeo.

Restando al campo la domanda da fare all'allenatore è semplice: dopo due mesi di lavoro, qual è e sarà l'identità tattica della squadra? Andrà avanti col turn over estremo o comincerà ad avere una maggiore continuità tra un impiego e l'altro?

La chiusura è per Roma e Lazio, divise da un punto in classifica ma accumunate dalla stessa fame di conferma. Davanti a loro c'è l'Atalanta dei miracoli che corre a velocità Champions con una maturità insospettata e non permette distrazioni. Si è fatto sentire Lotito per affermare l'obbligo (il dovere) dei biancocelesti di prendersi per una volta l'Europa che conta mentre sulla sponda giallorossa l'obiettivo è dichiarato da sempre. Non è ottobre il mese in cui di vince la corsa al quarto posto, ma è certamente il momento storico in cui si comincia a perderla. Le prossime settimane raccontranno di più sulle ambizioni della Capitale.

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Giovanni Capuano