Inchiesta, sponsor e opposizione: ecco perché Blatter si è dimesso dalla Fifa
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Inchiesta, sponsor e opposizione: ecco perché Blatter si è dimesso dalla Fifa

Decisiva l'indagine dell'Fbi che lo ha isolato prima e colpito poi. Domande e risposte sulla fine del regno del colonnello Sepp

L'annuncio delle dimissioni da presidente della Fifa di Sepp Blatter chiude una settimana di scandali e polemiche. Da mercoledì 27 maggio a martedì 2 giugno: dalla retata della polizia elvetica al Baur au lac Hotel di Zurigo alla mail con cui l'ufficio stampa del massimo organismo mondiale del calcio ha convocato la stampa per la conferenza storica del passo indietro dell'uomo che da 17 lunghi anni era a capo della Fifa. Il quinto mandato di Blatter è durato pochissimo, lo spazio di 96 ore. Non un minuto in più. Tradito dalle notizie provenienti dagli Stati Uniti e dall'accerchiamento delle inchieste che lo hanno isolato: prima i membri del Comitato esecutivo in manette, poi il coinvolgimento del suo braccio destro Valcke e, infine, quello suo a cambiare le carte in tavola. Blatter se n'è andato anche se formalmente continuera a gestire la transizione fin al Congresso straordinario che dovrà eleggere il suo successore. Chi sarà? Corsa aperta e con un favorito d'obbligo, ma le sorprese non sono da escludere.

Perché Blatter se ne è andato dopo soli quattro giorni?

E' evidente che l'ormai ex presidente della Fifa pensava di poter resistere all'ondata di inchieste e polemiche, altrimenti non avrebbe tenuto duro nelle ore drammatiche del Congresso che gli ha consegnato il quinto mandato consecutivo con una maggioranza ampia (133 voti prima del ritiro del suo avversario). E lo stesso Blatter non avrebbe dettato le parole del giorno dop ominacciando ritorsioni nei confronti di Platini e di chi aveva cercato di sbarrargli la strada. Dunque deve essere successo qualcosa di grave nelle 96 ore tra il voto e il momento dell'annuncio, qualcosa che ha fatto ritenere al 79enne colonnello svizzero che la sua presenza alla guida della Fifa era comunque destinata a terminare in un modo o nell'altro. Di sicuro il coinvolgimento del braccio destro Valcke e le notizie su un'indagine diretta allo stesso Blatter sono elementi che hanno cambiato il senso della storia.

Blatter è indagato nell'inchiesta sugli scandali Fifa?

La risposta è presumibilmente sì. Mentre in un primo tempo sia l'Fbi che le autorità elevetiche che stanno facendo luce a loro volta sull'assegnazione dei mondiali di Russia e Qatar avevano escluso un coinvolgimento del presidente, nelle ultime ore dagli Stati Uniti sono arrivati segnali di diverso tenore. Blatter sarebbe al centro di un'inchiesta per corruzione e la Procura di Berna ha in agenda un suo interrogatorio anche se formalmente come "persona informata dei fatti". E' evidente che il salto di qualità sarebbe notevole e incompatibile con la permanenza alla guida della Fifa. L'impressione è che le prossime ore spiegheranno molto, ma va ricordato che i vertici dell'Fbi e il procuratore generale Usa Loretta Lynch avevano lasciato intendere di non volersi fermare al primo - seppure già alto - livello delle responsabilità.

Le bugie su Valcke hanno determinato il passo indietro?

Di sicuro all'immagine della Fifa e di Blatter non ha fatto bene la bugia raccontata con comunicato ufficiale sul non coinvolgimento del francese Jerome Valcke, segretario generale e potente collaboratore del presidente, nella vicenda della presunta tangente da 10 milioni di dollari versata dalla federazione del Sudafrica prima del Mondiale del 2010. Soldi che ormai non vengono più negati nemmeno dai diretti interessati, ma sono spiegati come contributo per un programma intitolato 'Diaspora legacy' da girare alla Concacaf di Jack Warner, allora (anno 2008) esponente di spicco della Fifa decisivo con il suo cambio di posizione. La Fifa aveva spiegato che nessun uomo di vertice era a conoscenza della transazione, ma dagli Stati Uniti è stata fatta filtrare una mail indirizzata proprio a Valcke con gli estremi della vicenda. Game over.

Cosa succede adesso?

Blatter si è dimesso, ma resterà reggente fino al momento dell'elezione del suo successore. Teoricamente è in calendario un'assemblea il 13 maggio 2016 a Città del Messico, però difficilmente si arriverà così lunghi. Lo stesso Blatter ha annunciato che farà di tutto per velocizzare il periodo di transizione e, dunque, è ipotizzabile che il momento atteso da anni arrivi a dicembre 2015 o, al massimo, a marzo 2016. Nel frattempo toccherà a Domenico Scala, italo-svizzero presidente della Commissione controllo, gestire le riforme che Blatter sembra comunque avere in testa di indirizzare. Lo ha detto nel mezzo della conferenza stampa d'addio: "Adesso sono libero dai vincoli di un'elezione e sarò in grado di concentrarmi su profonde riforme". Non è un caso che molti tra gli oppositori siano ponti a tenere altissima la guardia nei prossimi mesi per evitare la beffa di un Blatter-reggente.

Chi sarà il prossimo presidente della Fifa?

Pochi minuti dopo l'annuncio delle dimissioni di Blatter si è aperta la corsa alla poltrona di presidente della Fifa. Il principe giordano Alì Bin Al-Hussein, l'ultimo ad arrendersi venerdì scorso, si è già ricandidato ma non è detto che sia il favorito. A dare le carte è ovviamente Michel Platini che ha scelto l'ultimo istante utile per sfilarsi da Blatter e accreditarsi come grande oppositore. Non è detto che voglia scendere in campo in prima persona, ma il suo sarà l'atto che determinerà il movimento di tanti altri. Sul suo carro sono pronti a salire anche quelli che a Zurigo gli avevano voltato le spalle, a cominciare dalle federazioni europee 'traditrici' tra le quali non c'è l'Italia che è stata lungimirante con il no a Blatter di Tavecchio malgrado le pressioni del Coni e il silenzio del Governo. In corsa anche Luis Figo e lo sceicco Al Falad Al Sabah.

E' possibile che saltino i Mondiali di Russia e Qatar?

Adesso la partita si sposta sulle contestatissime edizioni 2018 e 2022 dei Mondiali. In Inghilterra e Stati Uniti mirano a ribaltare il verdetto del 2010 che portò alla doppia assegnazione tra mille polemiche. Difficile che accada per la Russia, mentre sul Qatar non si accettano pronostici anche perché c'è da gestire anche la difficoltà del calendario, che non piace all'Europa, e della scarsa considerazione dei diritti umani dei lavoratori. Troppe morti bianche e troppi dossier imbarazzanti che Blatter metteva a tacere ma sui quali ora è prevista nuova battaglia. Da non dimenticare che le inchieste in corso potrebbero anche confermare i sospetti di tutti e cioé che si trattò di assegnazioni pagate a suon di tangenti: cosa accadrebbe in quel caso? L'unico precedente clamoroso è quello delle Olimpiadi invernali di Salt Lake City 2002, ma allora il programma non fu modificato.

E' rientrato l'allarme-sponsor per la Fifa?

Nelle ore degli arresti e dello scandalo i principali marchi partner della Fifa si erano mossi per esprimere la propria preoccupazione. Non un problema secondario per il calcio mondiale, visto che dalle sponsorizzazioni deriva una buona fetta del budget di Zurigo. A rischio c'era circa il 30% del fatturato e anche questa pressione indiretta ha favorito la caduta di Blatter che aveva garantito di essere in grado di ricucire i rapporti con le multinazionali in fuga. Dopo la conferenza stampa dell'addio le aziende si sono affrettate a fare marcia indietro plaudendo al cambiamento in atto e specificando di voler puntare su una Fifa rinnovata e più trasparente.

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Giovanni Capuano