La resa della Juventus: addio scudetto
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La resa della Juventus: addio scudetto

La squadra di Allegri ko contro il Sassuolo in una giornata in cui vincono tutte le grandi. Roma e Napoli, che spettacolo

Nell'ideale tabella di marcia di Allegri la trasferta di Reggio Emilia doveva portare alla Juventus tre punti. Benzina per le speranze di rimonta di una squadra che lentamente sembrava aver ritrovato antiche certezze dopo la partenza choc in campionato. La punizione disegnata da Sansone ha, invece, riportato indietro le lancette dell'orologio. Niente vittoria, niente rimonta e sogno dello scudetto che si sbiadisce sempre più fino a diventare quasi impalpabile.

La classifica della Juventus dopo 10 giornate lascia spazio a poche interpretazioni. Può darsi anche che i bianconeri sappiano cambiare passo e trovare le risposte che oggi non hanno, ma davanti ci sono tutte le altre grandi e le distanze si fanno sensibili. Troppo per pensare di poter essere a marzo a giocarsela nel momento decisivo di un campionato che la truppa di Allegri dovrà guardare da dietro.

La sconfitta di Reggio Emilia è figlia di un primo tempo pessimo. C'è l'alibi del rigore negato in apertura su Sturaro (e anche altre decisioni di Gervasoni lasciano perplessi), ma anche la colpa di aver subito l'organizzazione di gioco di Di Francesco che, dopo aver incassato i complimenti di Berlusconi, ha raccolto quanto aveva lasciato a San Siro tra mille rimpianti. L'immagine simbolo della resa è la folle espulsione di Chiellini: già ammonito, il difensore ha pensato bene di entrare in ritardo e con foga eccessiva da dietro su Berardi. Era il minuto 39 e da lì il destino è stato segnato, malgrado una ripresa all'arrembaggio.

Con 84 punti ancora a disposizione lo spazio per sognare ci sarebbe ancora. Ma è virtuale e bastano due conti per capirlo. Per arrivare oltre gli 80 che servono come quota scudetto (84,4 la media post-Calciopoli togliendo i 102 record di Conte e i 97 dell'Inter di Mancini), ad Allegri serviranno 21-22 vittorie su 28 partite, cercando di non perdere e sperando che davanti il ritmo si abbassi perché, calcolatrice alla mano, i 23 punti della Roma oggi portano a una proiezione di 87-88, troppo per tutti.

Meglio concentrarsi su altro, come la difficoltà di una squadra che, perso Marchisio per influenza nell'immediata vigilia della partita, si è ritrovata con un centrocampo muscolare Lemina-Sturaro inadeguato e di scarsa qualità. Mandzukic ha bucato l'ennesima prova d'appello e Dybala non è stato decisivo. Brutti segnali. Meglio resettare tutto e pensare alla Champions, nel senso di cammino in Europa e rincorsa almeno al terzo posto, obiettivo minimo di un'annata di transizione.

Il punto sulla 10a giornata

* Nel trenino di testa vincono tutte tranne la Lazio, che cade di rimonta a Bergamo (2-1 e nerazzurri in zona Europa League) e conferma l'incapacità a fare risultato lontana dall'Olimpico (solo 3 punti su 15 e ben 4 sconfitte). La classifica si allunga anche se il tratto distintivo rimane l'equilibrio con 6 squadre racchiuse in 5 punti. Bellissimo. Applausi al Sassuolo che, tra le outsider, è l'unica a continuare a macinare alle spalle delle grandi.

* La Roma continua a segnare e dare spettacolo. Il 3-1 contro l'Udinese la riporta in testa da sola, conferma il miglior attacco (25 gol in 10 giornate) e ha l'unico neo della rete subita per la nona gara casalinga consecutiva. Non ha segnato Dzeko, ma si è di nuovo mostrato Gervinho che ha già il doppio dei centri dell'intera passata stagione. E sabato sera a San Siro c'è Inter-Roma...

* Aggiornare le statistiche del Napoli post-svolta tattica: 6 vittorie e un pareggio in campionato (16 gol fatti e 2 subiti) e addirittura 9 vittorie su 10 compresa l'Europa League con 27 centri. Non sono solo freddi numeri, ma la fotografia della condizione strepitosa della squadra di Sarri, che dà spettacolo e ha vinto anche sostituendo due degli intoccabili. Higuain monumentale anche contro il Palermo (2-0). Stonano le reazioni rabbiose di Insigne e Mertens: inutili e dannose.

* Il Verona sta precipitanto lentamente verso la serie B, però la vittoria della Fiorentina (0-2) ha un discreto valore perchè conferma la continuità di Paulo Sousa che non sembra sentire la pressione dell'alta classifica. Ancora un gol di Kalinic.

* Mihajlovic aveva bisogno di due vittorie contro Sassuolo e Chievo e le ha ottenute. Fischi alla fine del primo tempo, applausi al termine della gara (1-0 rete di Antonelli) con anche un mezzo favore per cancellare il pareggio in extremis dei clivensi. Solo 6.246 biglietti venduti sono il dato su cui Berlusconi e Galliani devono riflettere.

* Pareggio spettacolare tra Torino e Genoa: il 3-3 non fa felici Ventura e Gasperini perché si sono visti errori in quantità industriale, ma ha rubato gli occhi della gente corsa all'Olimpico. I granata sono un po' acerbi per stare nella parte alta della graduatoria, però era un limite prevedibile. Semmai stupisce la difesa che sta incassando davvero più del dovuto: 15 gol presi in 10 giornate.

* Il Frosinone ha vinto il derby delle provinciali contro il Carpi (2-1 in extremis). Le battute su Lotito si sono sprecate. I laziali stanno faticosamente costruendo un campionato di lotta per non smettere subito di sognare.

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Giovanni Capuano