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Romagnoli al Milan: ecco perché 25 milioni non sono troppi

E' paragonato a Nesta, lo vuole Mihajlovic e l'investimento per strapparlo alla Roma fa discutere. Ma in fondo costa meno di Mexes...

La premessa è che sarà il campo a dire se Alessio Romagnoli vale o no 25 milioni di euro e se quella del Milan è una scommessa a perdere. Di sicuro si tratta di un investimento importante e in controtendenza con le politiche del club rossonero nelle stagioni dell’austherity vissute a caccia di vecchi parametri zero da riciclare, spendendo niente per il cartellino ma caricando sul bilancio pesi notevoli alla voce stipendi. Un modo per aggirare il problema della liquidità e spostare l’impatto sulla gestione ordinaria col risultato, però, di provocare squilibri comunque senza lasciare nella maggior parte delle occasioni un patrimonio valorizzato al club.

Con la prospettiva dell’arrivo di Taechaubol e con il piano di rilancio varato da Berlusconi e Fininvest, invece, a Galliani è stato consegnato nuovamente un budget da spendere sul mercato. Bacca, Bertolacci, Luiz Adriano e Romagnoli ne hanno consumato circa 83 milioni, in parte rientrati dalla cessione di El Shaarawy. Scelte vincenti? Lo dirà il campo, ma su Romagnoli il semaforo oggi è verde. Ecco perché:

Troppi 25 milioni? No. Costa come Mexes o Miranda…

Facendo firmare all’ex prodotto del vivaio della Roma un contratto quinquennale con base di stipendio intorno a 1,5 milioni netti, il Milan ha spalmato l’investimento in un arco temporale che va fino al 2020. Significa scrivere a bilancio un ammortamento da 5 milioni a stagione cui bisogna sommare i circa 3 milioni lordi dello stipendio. La gestione di Romagnoli costerà, dunque, 8-9 milioni che è una cifra molto simile a quella spesa dal Milan nelle ultime stagioni, per esempio, per il parametro zero Mexes con i suoi 4 milioni netti (8 lordi) di ingaggio. E siccome il prezzo lo fa il mercato e negli ultimi anni i difensori centrali hanno visto rialzarsi notevolmente le quotazioni, ecco un altro raffronto che fa discutere.

L’Inter per Miranda ha messo in preventivo di spendere 12,5 milioni di euro più un paio di bonus: prestito biennale da 3, riscatto obbligatorio a 9,5. Il brasiliano ha firmato un contratto triennale da 2,5 netti. Lasciando stare i bonus, significa un investimento che sui tre bilanci dal 2015 al 2018 pesa potenzialmente per 4,1 milioni cui bisogna sommare i 5 lordi dello stipendio. Il totale? Circa 9 milioni di euro.

Lo voleva Mihajlovic (e non poteva essere deluso)

Ci sono poi le ragioni tecniche. Romagnoli era l’unico nome fatto da Mihajlovic per la difesa, tanto che nemmeno il primo no della Roma all’offerta rossonera aveva aperto la caccia ad un’alternativa. Sinisa lo ha allenato per una stagione nella Sampdoria e crede ciecamente in lui. E’ vero che la spesa è tanta, ma negare al nuovo tecnico il rinforzo su cui costruire il progetto tattico della fase difensiva avrebbe lasciato qualche ombra sul futuro. Ora, invece, Miha ha avuto il gioiello che voleva e non ci sono più alibi: dovrà farlo rendere da nuovo Nesta visto che il paragone ingombrante non è mai stato rispedito al mittente dal serbo. Anzi.

La difesa aveva bisogno di un investimento vero

C’è poi l’inversione di tendenza (storica) del Milan di Berlusconi che sui difensori non ha mai puntato troppo economicamente. Un po’ perché se li è trovati fatti in casa (Baresi, Maldini, Costacurta e così via nell’epoca d’oro), molto per filosofia societaria. I disastri delle ultime stagioni, però, hanno convinto tutti sulla necessità di uno sforzo e allora non c’era niente di meglio che concentrasi su uno dei due talenti più in vista del calcio italiano insieme all’inarrivabile Rugani. Il segnale (anche ai tifosi, fin qui comunque tiepidi) è netto ed è stato lanciato. Se Mihajlovic avrà visto giusto il salto di qualità non potrà non essere immediato e benefico per una squadra che si era abituata a prendere gol in grande quantità e subendo anche su situazioni apparentemente innocue. Romagnoli dovrà aiutare a colmare questo gap.

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Giovanni Capuano