Il coraggio di Rocchi, arbitro lasciato solo
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Il coraggio di Rocchi, arbitro lasciato solo

L'intervista su Juventus-Roma, l'ammissione degli errori e il passo che Nicchi non ha voluto fare

Alla fine Gianluca Rocchi ha fatto da solo quello che altri avrebbero dovuto fare al posto suo, meglio se qualche giorno fa e proteggendolo dal massacro mediatico seguito a Juventus-Roma. Rocchi ci ha messo la faccia, ha chiarito cosa è andato e cosa no nella sfida finita addirittura in Parlamento e davanti alla Consob per i suoi fischi. Ha spiegato, con chiarezza, coerenza e semplicità quello che a tutti, una volta smessi i panni dei tifosi, era chiaro e cioé che si era trattato di una partita tecnicamente quasi impossibile per un direttore di gara, condizionata da un singolo episodio. Nel quale, e per questo Rocchi va applaudito davvero, l'arbitro centrale era stato mal consigliato dai suoi collaboratori finendo per cambiare una decisione (giusta) già presa. Un uomo vero, Rocchi, comunque la si voglia pensare. Dicendo di essersi reso conto di aver gestito "in maniera anomala" l'episodio del gomito di Maicon ha dimostrato di avere più freddezza di chi avrebbe dovuto proteggerlo e a sua volta non ha smesso di coprire chi lavora con lui. Da leader e arbitro centrale.

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Non si è trattato, insomma, di una confessione per dare un contentino alla Roma e alla piazza romana, come qualcuno ha maliziosamente interpretato. E nemmeno la solita, sterile, autodifesa per assolversi anche sfidando la logica delle immagini. Rocchi ha fatto quello che avrebbe dovuto fare il capo degli arbitri, Nicchi, ben prima di lui. Sono passati quindici giorni da Juventus-Roma e, fino all'intervista dell'arbitro, eravamo fermi all'inaccettabile "non ha commesso errori" sentito (in colpevole ritardo) da parte del numero uno dei fischietti. Le parole di Nicchi avevano riacceso la polemica. Quelle di Rocchi, al netto dell'ondata di prime reazioni, porteranno chiarezza e serenità. Fossero arrivate prima, sarebbe stato meglio e ci saremmo risparmiati almeno una parte dei veleni e delle dietrologie. Ci avesse pensato Nicchi, evitando di sfidare il buon senso e l'intelligenza degli interlocutori, sarebbe stato meglio. Ma lui è fatto così e il via libera concesso a Rocchi per spiegarsi davanti alle telecamere non gli vale l'assoluzione. Ha lasciato solo il suo uomo e adesso, magari, lo terrà davvero fermo per punizione. Anche un giorno sarebbe troppo. Grazie.

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Giovanni Capuano